E secondo voi chi paga per i danni di questi criminali?
Art. di tg24
Giorgetti: “Def entro 10 aprile. Ue raccomanderà procedura deficit eccessivo per l’Italia”
Il ministro dell’Economia in audizione alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato sulla riforma della governance economica Ue: il livello del debito pubblico italiano, “per evidenti ragioni di sostenibilità, richiede la massima ponderazione delle risorse”. Il Documento di economia e finanza “a breve verrà presentato al Parlamento. In base alle istruzioni della Commissione avrà probabilmente una conformazione leggermente diversa rispetto al passato, sicuramente più leggera”
“Essendo terminata a fine 2023 la sospensione del Patto di Stabilità e Crescita introdotta a seguito della pandemia e prorogata per via della crisi energetica, in base all’indebitamento netto registrato dall’Italia lo scorso anno (7,2% del Pil secondo le prime stime Istat) è scontato che la Commissione europea raccomanderà al Consiglio di aprire una procedura per disavanzo eccessivo nei confronti del nostro come di diversi altri Paesi”. A dirlo è il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che, in audizione alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato sulla riforma della governance economica Ue, annuncia: “Credo che approveremo” il Def “entro i primi 10 giorni di aprile e avrà questo contenuto assai asciutto”.
“Debito richiede massima ponderazione risorse”
Il livello del debito pubblico italiano, spiega Giorgetti, “per evidenti ragioni di sostenibilità, richiede la massima ponderazione delle risorse da destinare alle singole politiche pubbliche e, oramai, l’innegabile necessità di misurare e monitorare gli effettivi benefici di ogni singola spesa”. Secondo il ministro i vincoli della nuova governance europea richiedono però un cambio di prospettiva” sulle garanzie pubbliche che, “dalla fase emergenziale, ci riporti progressivamente verso un percorso ordinario”. “Al 31 dicembre 2023 – evidenzia -, l’esposizione dello Stato si è attestata intorno ai 300 miliardi di euro, pari a circa il 14,4% del Pil, in calo rispetto al 15,9% del 2022 e ai picchi raggiunti durante il Covid – che ricordo hanno toccato il 16,1% del Pil – ma ancora lontana dal 4,9 per cento del 2019”.
“Def avrà conformazione più leggera”
Il Documento di economia e finanza, dice Giorgetti, “a breve verrà presentato al Parlamento. In base alle istruzioni della Commissione avrà probabilmente una conformazione leggermente diversa rispetto al passato, sicuramente più leggera”. “La fisionomia” del nuovo Piano fiscale-strutturale e del Rapporto di monitoraggio annuale previsti dalle nuove regole Ue “comporterà la necessità di rivedere le disposizioni che disciplinano la tempistica e i contenuti del Documento di Economia e Finanza”, spiega. “A livello europeo la definizione delle informazioni di dettaglio dei due nuovi documenti è ancora in via di elaborazione. In particolare, dai programmi di lavoro dei comitati tecnici emerge che un nuovo Codice di condotta sarà divulgato non prima della fine dell’anno in corso. Una tempistica simile è inoltre prevista per la guidance definitiva sul Rapporto di monitoraggio e, infine, per gli adeguamenti che si renderanno necessari alle linee guida per il Documento programmatico di bilancio”. Il Def “che sarà a breve presentato sarà, quindi – aggiunge -, l’ultimo sottoposto al vostro esame, dal momento che la prima e la terza sezione – rispettivamente, Programma di Stabilità e Programma nazionale di riforma – saranno rispettivamente assorbiti dal Piano fiscale-strutturale di medio termine e dal Rapporto di monitoraggio. Quanto alla seconda sezione e agli allegati al Def attualmente previsti, abbiamo avviato una riflessione sui contenuti ancora necessari e sui documenti nei quali declinarli”.
“Nel Def ci saranno numeri interessanti”
Nel Def “ci saranno numeri interessanti comunque”, dice Giorgetti. “Un po’ di suspance”, risponde a chi lo incalzava chiedendogli se il debito sarà inferiore a quello 2023. “Noi facciamo le cose in base alle istruzioni che abbiamo ricevuto – prosegue -, in un contesto in cui tutte queste regole non sono ancora declinate e precisate e non si possono applicare, ma questo era facilmente prevedibile, data la complessità delle medesime e la situazione complessa di natura esterna”.
“Sostituire crediti imposta con misure controllabili”
“Se da un lato appare oramai necessario sostituire alcuni istituti ampiamente utilizzati, quali i crediti di imposta, con tipologie di intervento effettivamente controllabili, come ad esempio contributi – aggiunge Giorgetti -, le amministrazioni dovranno strutturare sistemi capaci di fornire tempestivi monitoraggi della spesa e strumenti di verifica dell’efficacia delle politiche pubbliche finanziate. Solo in tal modo si potrà garantire il pieno rispetto del percorso di spesa netta previsto dal Piano fiscale-strutturale ed evitare interventi di correzione ex post”.
“Principi Carta attuali in quadro nuove regole Ue”
“Ritengo che i principi costituzionali dell’equilibrio tra le entrate e le spese del bilancio, o della sostenibilità del debito pubblico, continuino ad essere ancora attuali nel nuovo quadro di governance economica europea”, dice Giorgetti. “Sono, altresì, convinto che ogni eventuale intervento di riforma costituzionale debba essere valutato con estrema attenzione, per evitare di introdurre nell’assetto ordinamentale disposizioni troppo legate a contingenze di breve periodo, con il rischio di perdere rapidamente di attualità e di visione di sistema”. “Come messo ben in evidenza nel programma dell’indagine conoscitiva che avete redatto – aggiunge il ministro – il primo interrogativo da porsi è se sia necessario intervenire nuovamente sul dettato costituzionale. Tale dettato ha infatti mostrato, nel corso del tempo, la sua duttilità anche rispetto alle numerose modifiche della disciplina europea, al punto che solo nel 2012 si è convenuto di modificare la nostra Carta”.
“Patto Ue? Temo ambizione si scontrerà con realtà”
Il risultato raggiunto sul nuovo Patto Ue è “complesso, talvolta confuso, che ha aggiunto e combinato e non certo risolto una serie di contraddizioni per arrivare ad un compromesso”, dice Giorgetti rispondendo a una domanda in audizione. La proposta iniziale della Commissione “era positiva, peccato che la appoggiava solo l’Italia”, osserva. “Via via si è venuta a creare una impalcatura assai complessa, e talmente complessa – e noi lo abbiamo denunciato – che quel sistema di regole nel momento in cui verranno concretamente applicate temo che anche in questo caso l’ottimismo e l’ambizione di regolare tutto si scontrerà con la realtà”, aggiunge, evidenziando che la realtà “presenta costantemente, non solo per la politica nazionale ma per la geopolitica internazionale, pone sfide talmente superiori nostre forze”.
“Commissario Ue? Mia indisponibilità già 5 anni fa”
“Chi mi conosce sa che 5 anni fa manifestai la mia indisponibilità a chi me lo propone. Quindi a me non me ne frega niente, dopodiché i ministri ci sono, cambiano, che ne so io”, replica poi Giorgetti, a margine dell’audizione alla Camera, rispondendo ai cronisti che gli chiedono della possibilità che dopo giugno possa andare in Europa a fare il commissario. “Potrei andare a sostituire Allegri se lo cambiano, ma non mi prendono mai, a far quei mestieri lì belli dove si guadagna tanto”, dice ironico. E a chi gli chiede se rispetto a 5 anni fa avesse cambiato idea, risponde secco: “No”.
Fonte: https://tg24.sky.it/economia/2024/04/03/giorgetti-def-commissione-europea
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