Il professor Burioni ospite fisso in Rai. E parte una segnalazione alla tv di Stato e all’AGCOM.
Il Coordinamento Regionale Lombardia Diritti e Salute (CReLDiS) nei giorni scorsi ha inviato una segnalazione alla Rai per uso improprio e ambiguo dell’informazione.
Dall’unione di diversi gruppi sul territorio lombardo è nato il CreLDiS, che si prefigge di monitorare i servizi offerti alla comunità dalle istituzioni pubbliche.
Sulla loro pagina Facebook – si legge su www.oltre.tv – è stato pubblicato un post in cui annunciavano l’invio di una lettera ai vertici Rai e all’AGCOM.
«Abbiamo ravvisato dei comportamenti che necessitano di spiegazioni da parte dell’emittente pubblica. Nello specifico Rai 2», si legge nel post che informa della segnalazione.
Quella di CReLDiS è una richiesta di chiarimenti e garanzia della pluralità di informazione dei servizi televisivi trasmessi dalle emittenti Rai.
«In questo periodo di emergenza sanitaria che sta costringendo la popolazione italiana in una clausura dettata dalla procedura di lockdown, è quanto mai importante una garanzia totale sulla pluralità dell’informazione. Soprattutto quando questa arriva da emittenti televisive per la cui visione i cittadini sono costretti al pagamento di un canone annuale. E soprattutto quando questa riguarda un argomento quanto mai più attuale come la sanità».
In particolare si riferiscono al personaggio del professor Roberto Burioni. Per loro non dovrebbe essere espressione e unica voce autorizzata ad argomentare sull’emergenza coronavirus, per di più con questa frequenza.
Il Coordinamento Regionale Lombardia Diritti e Salute, vista la situazione contingente all’emergenza sanitaria in atto, si è sentita in dovere di inviare una segnalazione ai vertici RAI.
La lettera che vi allego qui in copia è stata inviata anche all’AGCOM Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni tramite canale legale.
L’ho personalmente firmata in rappresentanza di CReLDiS, e mi sento in dovere di ringraziare anche tutti coloro che nel brevissimo tempo messo a disposizione l’hanno voluta sottoscrivere in quanto ne hanno condiviso i principi e la tutela richiesti e portati in conoscenza ai destinatari.
Non me ne vogliano altre realtà che non sono state avvisate, ma mai come in questo momento il tempo è tiranno, ma sarò molto felice se tutti si sentiranno di condividere il pensiero che abbiamo portato alla luce in un periodo storico dove si chiede grande senso di responsabilità a tutti gli italiani.
Abbiamo ravvisato dei comportamenti che necessitano di spiegazioni da parte dell’emittente pubblica, nello specifico RAI 2, e per questo ci siamo mossi.
La garanzia della pluralità dell’informazione dei servizi televisivi, soprattutto oggi in ambito scientifico, è un valore importante che non può essere leso.
Buona lettura
Ripresa del libro del professor Burioni. La prima domanda che viene riportata riguarda un servizio andato in onda al Tg2 nel quale si parlava dell’eventuale riapertura delle librerie. Nel servizio è stato ripreso il libro del professor Burioni, un’attenzione che non è stata data ad altri testi simili.
Altro quesito che pone CReLDiS nella segnalazione alla Rai è come sia possibile che, in un momento in cui è stato imposto lo stop agli ospiti in studio, il professore sia presente fisicamente, quasi come ospite fisso, nella trasmissione “Che tempo che fa”.
«Come si evince dalla pagina “Medical Facts di Roberto Burioni” si apprende che il professore non riveste alcuna carica pubblica che potrebbe in qualche modo giustificare questa sovraesposizione mediatica», scrivono nella lettera.
E continuano: «Sarebbe doveroso da parte di Rai offrire spazio a molte più voci in campo. Soprattutto perché si parla di salute e medicina, che per sua stessa definizione, non è una scienza esatta e non può essere quindi avvalorata da una sola persona, la quale rappresenta, tra l’altro, anche degli interessi privati».
«Ricordiamo che nel recente passato, proprio in relazione alla malattia derivata dal Coronavirus, il Prof. Burioni (pur esperto in virologia e immunologia) ha espresso opinioni tra esse contrastanti. Infatti proprio dagli studi di “Che tempo che fa”, in data 2 febbraio, ha apertamente dichiarato che il rischio per l’Italia della diffusione del contagio era pari a zero»
«Questo ha fatto alzare un campanello d’allarme proprio sulla necessità che a parlare della materia non fosse solo il professore citato. Il dibattito dovrebbe essere aperto a molti più esperti in campo per avviare un vero e proprio contraddittorio scientifico, e non un monologo».
Infine nella segnalazione alla Rai aggiungono che ritengono preoccupanti le dichiarazioni del professore sulla sperimentazione dei vaccini sull’uomo.
Fonte: Affari Italiani
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