Bagarre a piazzale Clodio. Il giudice Mauro Barbanti: «Sono stato penalizzato due anni perché non ero vaccinato»
«Nelle aule di tribunale non si può entrare a viso coperto. La mascherina era giustificata durante l’emergenza, ma io posso chiedere di toglierla. Anzi, al prossimo testimone che entra con la mascherina gliela faccio togliere, perché voglio vederlo in faccia». È calato un silenzio glaciale, ieri mattina, nell’aula della settima sezione penale del Tribunale monocratico di Roma, quando il giudice d’udienza, Mauro Barbanti, ha lanciato questo avvertimento ad avvocati, testimoni e persino al pubblico ministero.
LA POLEMICA CONTRO I VACCINI
Un teste ha appena finito di deporre ed è ancora in piedi, l’altro è appena entrato e si sta sedendo per rilasciare la propria testimonianza: entrambi sono senza mascherina. In quel momento l’exploit del giudice onorario (got) lascia tutti basiti. L’osservazione, rivolta al pm Mariagabriella Chiusolo, arriva dopo una lunga spiegazione fatta dal magistrato non togato di come sia stato penalizzato, negli anni della pandemia di Covid-19, per aver scelto di non vaccinarsi, nonostante avesse superato i 50 anni di età. «Una scelta libera – ha sottolineato il giudice – Io per due anni sono rimasto fuori dalle aule per la mia decisione di non vaccinarmi. Ma attenzione, non sono No vax, ho solo deciso di non vaccinarmi e ho pagato per due anni la conseguenza della mia scelta».
Insomma, la sua decisione di non far entrare in aula gente con la mascherina sembra quasi una rivalsa, dopo questi anni in cui è stato costretto a non lavorare perché non vaccinato. Poi, rivolgendosi ancora al pm, che indossava proprio in quel momento un dispositivo di protezione, ha chiarito: «A te non chiedo di toglierla perché ti conosco».
BAGARRE CON L’AVVOCATO
Ma a piazzale Clodio si respirava un’aria un po’ tesa già dall’altro ieri, quando lo stesso giudice si è reso protagonista, insieme a un avvocato, di una bagarre in aula di fronte a diversi testimoni rimasti attoniti dall’accaduto. Un penalista, arrivato in ritardo all’udienza, ha chiesto al pm il fascicolo del suo assistito. Questi gli ha consigliato di rivolgersi all’avvocato che lo aveva sostituito e che ancora si trovava in aula. A quel punto il giudice è intervenuto suggerendo la stessa strada al difensore, che però non si è arreso e ha tentato di prendere dal banco del pm il fascicolo. Barbanti, a seguito di una risposta alterata dell’avvocato, si sarebbe tolto la toga e avvicinato all’uomo così tanto da arrivargli all’altezza del viso. Gli altri legali presenti in aula avrebbero portato via il collega, tra le urla di quest’ultimo. Urla che avrebbero suscitato anche la preoccupazione del presidente di sezione, che era nell’aula accanto e che si è sentita costretta a verificare cosa stesse accadendo
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