È stato pubblicato un nuovo, l’ennesimo diremmo, studio che conferma e aggrava il bilancio degli eventi avversi dovuti ai vaccini anti Covid. Stavolta la ricerca in peer reviewed è del Global vaccine data network, ed è uscita sulla rivista Vaccine, sostenuta dai Centers for disease control and prevention (Cdc) degli Stati Uniti. E cosa è emerso? Lo spiega Maddalena Loy su LaVerità: “Su un totale di più di 13 miliardi di dosi somministrate in tutto il mondo, è facile capire che anche una minima possibilità in più di eventi avversi gravi corrisponde a decine di milioni di vite, anche giovani, segnate per sempre”. Lo studio di coorte ha rilevato che i vaccini erano collegati a un leggero picco di condizioni mediche neurologiche, del sangue e cardiache.
Tra queste, la sindrome di Guillain-Barré (Gbs), la mielite trasversa (Tm), la paralisi facciale di Bell, l’encefalomielite acuta disseminata (Adem), le convulsioni generiche (Gs) e febbrili (Fs), le trombosi cerebrali dei seni venosi (Cvst), la trombosi venosa splenica (Svt), l’embolia polmonare (Pe), la trombocitopenia e la trombocitopenia immunitaria (Itp), la miocardite e la pericardite. Lo studio, che è il più grande a livello globale sulla sicurezza dei vaccini mai realizzato fino ad oggi, visto che ha analizzato i dati di 99 milioni di persone vaccinate in otto Paesi, ha verificato se ci fossero incidenze più alte del previsto dopo la vaccinazione. E le ha trovate, confermando che i vaccini anti Covid hanno provocato diversi effetti collaterali. Non solo.
Lo studio ha rivelato anche che “l’incidenza è superiore rispetto alle attese registrate nei documenti ufficiali”. I ricercatori, ad esempio, hanno riscontrato un aumento statisticamente significativo dei casi di sindrome di Guillain-Barré entro 42 giorni da vaccinazione con Astrazeneca: l’azienda ne aveva previsti al massimo 66, ne sono stati invece osservati 190, correggendo la perentuale che avevano fornito dello 0,29% a 0,82%. Lo stesso vale per la trombosi cerebrale dei seni venosi (Cvst): riscontrati 69 eventi anziché i 21 previsti. E così via, con percentuali ritoccate tutte al rialzo, e non di poco, soprattutto per miocarditi e pericarditi, come stiamo vedendo, tristemente, anche in Italia.
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