Mentre nel Mondo continua ad uscire la verità scomoda al sistema sul pericolo dei Sieri malefici, in Emilia Romagna, un Paradiso violato dal satanismo nazi comunista del PD, vanno di pressing sulle sanzioni per chi non si è piegato agli obblighi vaccinali secondo l’editto del Demonio Lorenzin, rifiutandosi giustamente di vaccinare i propri figli da 0 a 16 anni, salvandogli così di fatto la vita.
Il giorno che l’Emilia Romagna si libererà da questo Cancro infernale tireremo tutti un sospiro di sollievo. Per adesso continuate a salvare i vostri figli e vigilate !!
Migliaia di sanzioni ai genitori (di figli da 0 a 16 anni) che hanno ignorato i discussi obblighi della legge Lorenzin. «Una vessazione», denuncia il consigliere Montevecchi
Mentre lo Stato non può, e non vuole, riscuotere le sanzioni amministrative imposte ai non vaccinati contro il Covid, come documentato ieri dalla Verità, la rossa Romagna insegue con cartelle esattoriali migliaia di genitori non in regola con gli obblighi imposti dalla legge Lorenzin.
«Una vessazione che rappresenta di fatto un grave aspetto della politica sanitaria regionale», tuona il consigliere dell’emilia-romagna Matteo Montevecchi, ex Lega, passato al gruppo Indipendente in quanto contrario al sostegno dato dal suo partito a Mario Draghi e alle politiche sul green pass.
Dallo scorso luglio, l’ausl Romagna sta inviando circa 3.000 ordinanze di ingiunzione di pagamento alle famiglie che nel 2019 ricevettero la sanzione amministrativa per non aver messo in regola con le vaccinazioni pediatriche obbligatorie i figli da 0 a 16 anni.
«L’emilia-romagna fu l’unica Regione italiana a inviare sanzioni. Almeno il 90% dei genitori presentarono scritti difensivi e chiesero un’audizione, per presentare le loro opposizioni all’obbligatorietà. Ma l’ausl rispose che non aveva tempo né personale, così nemmeno una mamma o un papà sono stati ascoltati nelle loro motivazioni. Alla faccia dell’inclusività e della ricerca del colloquio per recuperare il dissenso», spiega l’avvocato Luca Ventaloro, esperto di diritto sanitario e minorile, che ha già presentato un centinaio di ricorsi di cittadini che si sono visti recapitare le ingiunzioni.
«Sono oltre 400 le richieste di annullamento arrivate in questi mesi ai giudici di pace di Rimini, Forlì, Faenza, Lugo e Ravenna, complicando all’inverosimile la loro funzione giurisdizionale per i prossimi mesi. Una follia e costi vergognosi», precisa il legale.
L’ausl ha iniziato la notifica serrata delle istanze di rigetto, «proprio mentre si stava compiendo il quinquennio prescrittivo. Per molte sanzioni era già maturata la prescrizione, quindi sono state fatte anche male», chiarisce il consigliere regionale Montevecchi. «E viene chiesto il pagamento di 198,62 euro», che per una famiglia non è certo poca cosa, soprattutto all’inizio di un anno scolastico che già richiede grossi esborsi.
Nel 2016 l’emilia -Romagna fece da apripista a livello nazionale con l’introduzione dell’obbligo di somministrazione per quattro tipologie di vaccino per l’accesso ai nidi e materne (0-6 anni), poi salite di numero. «Oggi è davvero il momento di gioire perché finalmente vede la luce un provvedimento importantissimo per la tutela dei bambini e di tutti i cittadini», dichiararono Stefano Bonaccini e Sergio Venturi, all’epoca rispettivamente governatore e assessore alle Politiche per salute della Regione rossa.
La soddisfazione fu così tanta, che unici in Italia decisero di sanzionare i genitori obiettori. Per fare cassa, o per mostrare il pugno duro dell’amministrazione di sinistra? Adottarono misure in piena sintonia con le scelte operate in tema di vaccinazioni da Beatrice Lorenzin, ministro della Salute nei governi
Letta, Renzi e Gentiloni.
Ogni famiglia, adesso, ha 30 giorni di tempo per pagare la sanzione o fare ricorso, spiegando anche quello che i genitori non hanno avuto modo di dire: senza un previo accertamento delle condizioni di salute del figlio e di una sua eventuale reattività ai vaccini da inoculare, non potevano acconsentire alla vaccinazione.
Quindi si tratta di «violazione del dovere di informazione per la formazione di una adesione volontaria e consapevole alla vaccinazione».
«All’ausl hanno fatto male i conti con il mondo dell’obiezione romagnola, trasversale a tutti i ceti. Non è un popolo di “alternativi”», commenta Ventaloro. «Stanno dicendo “no” a una politica sanitaria regionale vessatoria, che mette nel mirino gli obiettori di vaccini pediatrici che non dovrebbero essere obbligatori. Tutti i genitori stanno facendo ricorso, anche se subiranno una forte pressione istituzionale e dovranno affrontare una spesa che diventerà cinque volte più alta della sanzione».
L’avvocato è comunque certo che siano ordinanze annullabili «fra errori formali e questioni di merito». In ogni caso, è inspiegabile l’accanimento della Regione Emilia-romagna. «Visti i numeri della popolazione raggiunta dalle ordinanze, ora costretta a impugnare o a pagare, si palesa un serio problema del territorio romagnolo e del rapporto dei cittadini con le istituzioni, sanitarie e non solo», ha fatto notare Montevecchi nel depositare un’interrogazione rivolta alla giunta regionale. «Voglio sapere se intende affrontare la legittima obiezione di coscienza alle vaccinazioni con le sanzioni, la punizione e la vessazione, oppure intraprendere, come dovrebbe, una gestione più seria improntata al dialogo e all’informazione, elementi teoricamente dovuti nelle politiche sanitarie».
Il consigliere regionale ricorda «che ci sono diversi Paesi europei che, a differenza del nostro, lasciano completa libertà vaccinale e non prevedono alcun obbligo. Per citarne alcuni: Germania, Portogallo, Spagna, Irlanda, Gran Bretagna, Austria. Tutti Paesi in cui ci si limita solo alla raccomandazione. In altri Stati, come Grecia, Belgio e Malta, l’imposizione riguarda poche malattie e non dieci vaccinazioni obbligatorie come accade in Italia dal 2017 a causa della legge Lorenzin, che ritengo debba essere abolita».
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