Alcuni lo hanno notato per esperienza diretta, o perché lo hanno riscontrato attraverso i propri cari oppure attraverso gli amici o i conoscenti.
Le persone che hanno ricevuto i vaccini Covid presentano spesso dei cambiamenti di personalità che sfociano non di rado anche in vari disturbi di carattere psichiatrico.
Fino ad ora, tali affermazioni potevano essere facilmente respinte dai vari propagandisti del siero lautamente ricompensati dalle case farmaceutiche, ma adesso iniziano ad uscire degli studi che documentano effettivamente come i vaccinati abbiano questi problemi.
Lo studio in questione è stato eseguito da un gruppo di ricercatori sudcoreani guidati dal professor Hong Jin Kim presso l’università Inje del Paik Hospital.
I medici sudcoreani per giungere alle loro conclusioni non si sono basati affatto su un campione ridotto.
Hanno preso in esame almeno il 50% della popolazione di Seul che ha ricevuto due dosi di vaccino Covid, un numero pari a circa 2,027,353 e i risultati sono stati abbastanza netti.
Larga parte delle persone che hanno ricevuto questi sieri hanno iniziato a presentare tutta una serie di disturbi psichici quali schizofrenia, depressione, e altre sintomatologie che colpiscono in particolare la sfera umorale dei soggetti.
Le percentuali sono ancora più esplicite. Il 68% dei vaccinati ha sviluppato delle severe forme di depressione, un altro 43,9% si è ritrovato invece vittima di frequenti stati di natura ansiogena, e un 93,4% ha problemi legati all’insonnia.
La lista purtroppo delle problematiche riguarda anche disturbi dell’appetito e sessuale, dato che già in passato diversi vaccinati risultano essere divenuti sterili in seguito alla somministrazione di sieri.
I ricercatori della Corea del Sud identificano chiaramente il problema nel vaccino, anche se, a nostro giudizio, non individuano correttamente la vera causa.
Il gruppo di Hong Jin Kim afferma infatti che “la neuro infiammazione causata dalle proteine spike può contribuire ad occorrenze di alcuni effetti avversi psichiatrici come la depressione e l’ansia, dissociazione, disturbi dello stress, e disordini di natura somatica”.
A detta dei medici che hanno condotto tale ricerca il colpevole è dunque da individuarsi nella proteina Spike prodotta dai vaccini contro il Sars-Cov-2, che ancora oggi, va ricordato, non risulta essere stato isolato, come hanno persino dichiarato i due “virologi” Drosten e Corman che hanno sviluppato i loro test PCR senza nemmeno avere un campione isolato del virus.
Individuare correttamente il contenuto dei vaccini è infatti la chiave per poi comprendere le problematiche che stanno sorgendo nelle persone che hanno ricevuto questi sieri sperimentali.
Grafene o proteina spike?
In diversi articoli precedenti, si sono prese in esame le analisi di laboratorio fatte dal biologo spagnolo dell’università di Almeria, Pablo Campra, che, ad oggi, non solo non sono state smentite, ma hanno trovato altre conferme.
Secondo le analisi prodotte da Campra infatti nei vaccini Covid non ci sarebbe nulla di quanto scritto nel bugiardino, e questo aspetto è cruciale per comprendere il tipo di operazione che hanno messo in atto le varie case farmaceutiche che hanno partecipato alla produzione e distribuzione di questi sieri.
Campra nella sua analisi produsse i numeri dei lotti di diversi vaccini quali Pfizer, Moderna, e Astrazeneca in modo che qualora un domani qualcuno decidesse di portarlo in tribunale per queste sue ricerche, il ricercatore spagnolo avrebbe buon gioco a dimostrare la provenienza delle fiale ricevute, ma nessuno, ad oggi, non ha ancora adito nessuna via legale nei suoi confronti, forse perché le cause invece che demolire il suo caso, demolirebbero quello di chi vorrebbe eventualmente smentirlo.
Il biologo pubblicò i suoi risultati nel giugno del 2021, e le analisi di laboratorio mostrarono che i sieri più che essere di origine biologica, sono in realtà un composto sintetico a base di ossido di grafene e nanobot.
Le analisi al microscopio di Campra che mostrano la presenza del grafene nei vaccini
I risultati sono abbastanza chiari ed univoci e altri scienziati, quali Karen Kingston, sono giunti alle medesime conclusioni.
Il grafene: l’ossessione dell’establishment
Il grafene viene descritto dalle varie istituzioni politiche e tecnologiche come una sorta di “panacea” da molto tempo, e questo spiega perché già nel 2013 l’Unione europea aveva dato vita ad un progetto di nome Graphene Flagship, finanziato dalla Commissione europea con 1 miliardo di euro attraverso ovviamente i contributi degli stati membri.
A Graphene Flagship hanno partecipato ben 118 atenei universitari europei tra i quali l’università La Sapienza, La Cattolica, l’università di Regensburg, e prestigiosi istituti di ricerca quali il CNR, l’istituto Max Planck e le industrie aerospaziali israeliane, soltanto per citare alcuni nomi di questa lunga e affollata lista.
C’era chiaramente un interesse multidisciplinare per il grafene da molto tempo prima che iniziasse la farsa pandemica, ma i suoi utilizzi erano lontani dall’essere il “sacro Graal” miracoloso che le varie istituzioni scientifiche europee volevano e vogliono far credere.
Il grafene infatti se immesso nell’organismo si rileva essere un elemento altamente tossico che porta alla progressiva degenerazione del sistema immunitario e ad un aumento degli infarti.
A confermarlo sono state anche fonti al di sopra di ogni sospetto, per così dire, come quelle dell’università Cattolica che mentre partecipava alle ricerche europee sul grafene, pubblicava nel 2018 uno studio firmato da quattro medici e biologi di questo ateneo, nel quale si affermava che “l’ossido di grafene può condurre alla trombogenicità e all’attivazione di cellule immuni”.
Non si contano le persone sane e gli atleti che stanno soffrendo di infarti e di miocarditi, e i numeri, a questo proposito, sono davvero agghiaccianti.
Soltanto dal 2021 al 2022, il numero dei morti per infarto tra gli sportivi di tutto il mondo è salito alla folle percentuale del 1700%, e questo è avvenuto durante e dopo la somministrazione dei sieri, che se contengono grafene, come risulta dalle analisi, non avevano altro effetto chiaramente che quello di provocare una strage di massa.
Il depopolamento è difatti una vera e propria ossessione dei vari circoli del mondialismo, e a spiegarlo ancora più chiaramente fu proprio l’uomo dei vaccini per eccellenza, Bill Gates, che in una conferenza Ted del 2010 disse apertamente che se si fosse fatto un “buon lavoro” con i vaccini si sarebbe potuto ridurre notevolmente la popolazione del pianeta.
Si entra nel campo della eugenetica e soprattutto del malthusianesimo perché la falsa filosofia di fondo dell’elitarismo globale è che le risorse del pianeta siano finite e limitate per un certo ristretto numero di abitanti, quando in realtà è esattamente vero il contrario, dal momento che in più di un’occasione è stato dimostrato che l’aumento delle persone in un Paese non faccia ridurre il numero delle risorse, ma lo faccia aumentare, considerata la maggiore manodopera disponibile per produrre beni alimentari e dare una decisiva spinta alla crescita economica.
Il grafene è la chiave di tutto il puzzle dei vaccini e un numero così elevato di questi sieri, superiore ai 2 miliardi, appare impossibile che sia stato prodotto soltanto nell’arco di 6-8 mesi come sarebbe avvenuto nel 2020, il primo anno di esordio della farsa pandemica.
Chiunque abbia un minimo di famigliarità con le procedure industriali delle case farmaceutiche potrà confermare che per arrivare a produrre dei numeri così elevati ci vogliono anni, e questo dimostra, ancora una volta, come quanto accaduto nel 2020 non sia stato affatto il frutto della casualità, ma il risultato di una operazione studiata a tavolino con molta meticolosità e con immensi fondi a disposizione.
La domanda da porre in un prossimo futuro alle case farmaceutiche sarà da quando hanno realmente iniziato nei loro laboratori a lavorare allo sviluppo di questi sieri, e diversi indizi sulla tempistica vengono offerti non solo dal lancio di Graphene Flagship, ma anche dall’altro elemento trovato nei sieri, ovvero i citati nanobot.
I nanobot potrebbero essere la risposta ai risultati dei medici sudcoreani che erroneamente hanno attribuito i cambiamenti di personalità dei vaccinati alla proteina spike, quando in realtà sul banco degli imputati dovrebbero finire questi sofisticati apparecchi tecnologici.
Si tratta di microchip talmente piccoli da essere invisibili all’occhio umano e che possono essere soltanto visti al microscopio.
A sviluppare un certo interesse per i nanobot negli anni passati è stato in particolare lo scienziato israeliano, Ido Bachelet, dell’università Bar Ilan di Tel Aviv.
La presentazione del funzionamento dei nanobot tenuta da Ido Bachelet
Israele ricorre frequentemente nella storia della nascita di questo siero e delle tecnologie ad esso collegato.
Lo stato ebraico sembra infatti avere un ruolo “privilegiato” perché non solo è israeliano il ricercatore in questione, ma lo sono anche personaggi che hanno fondato e gestito le aziende partner della Pfizer, quali la famigerata Orgenesis, fondata da Sarah Ferber, anch’ella nativa dello stato ebraico.
Bachelet è comunque uno degli uomini chiave di questa storia. Nel 2013, presenta entusiasta al suo pubblico il funzionamento dei nanobot e mostra come questi possano essere inseriti a migliaia dentro una siringa e poi iniettati dentro il corpo umano.
Lo scienziato israeliano ne descrive le “fantastiche” funzioni che consentono a questi di rilasciare i vari farmaci nell’organismo nella maniera meno invasiva possibile, ma quando il farmaco in questione è principalmente il grafene, gli effetti sono quelli che si vedono nelle persone affette dalla strage dei malori improvvisi e quelli già citati dai ricercatori dell’università Cattolica.
Alla Pfizer però non devono aver avuto tali perplessità e rimasero così folgorati dalle ricerche di Bachelet che decisero di iniziare una stretta collaborazione con lui che ha portato, con ogni probabilità, alla produzione del farmaco distribuito nel 2020 e nel 2021, chiamato impropriamente “vaccino”.
I nanobot svolgono un ruolo importante nel funzionamento dei sieri.
Questi dispositivi elettronici sono, per così dire, integrati con il grafene e sono l’elemento determinante per creare questa complessa interazione tra le due sostanze, ma hanno anche un risvolto, se possibile, ancora più inquietante.
Diversi ricercatori hanno dimostrato come i vaccinati emettano dei codici MAC rilevabili con degli apparecchi bluetooth.
E’ un fenomeno probabilmente riscontrato da diversi lettori anche quotidianamente, attraverso l’uso di varie applicazioni del telefono che consentono di vedere questi singolari codici alfanumerici trasmessi dalle persone vaccinate, in assenza anche di qualsiasi dispositivo, che sarebbero in teoria collegate da remoto ad una rete che non solo controlla le loro funzioni vitali ma anche il loro comportamento.
Se qualche decennio addietro tali ipotesi appartenevano alla sfera della fantascienza, oggi sono, purtroppo, divenute realtà ed esiste anche una letteratura scientifica che spiega come tali microchip e nanobot siano in grado di cambiare la personalità del soggetto che li riceve e anche la sua libera volontà.
Il campo in questione a questo punto si interseca. Non si è più soltanto nella sfera della tecnologia più avanzata ma anche in quella teologica, dal momento che questi microchip riescono a interferire nella libera determinazione dell’individuo, tanto da ridurne o annullarne il suo libero arbitrio.
La vaccinazione di massa è servita certamente per ridurre la popolazione ma anche al tempo stesso a condurre degli esperimenti per testare questi nanobot in grado di cambiare e/o governare a comando la personalità di chi riceve tali sieri.
Non è un qualcosa anche questo nato in un giorno. C’erano studi al riguardo già negli anni passati e c’erano in corso degli esperimenti per testare l’efficacia dei microchip come strumenti di controllo della volontà di un individuo.
I microchip impiantati nei detenuti californiani
La prova che le grandi corporation stavano conducendo esperimenti simili viene anche dai documenti recentemente pubblicati dalla corte distrettuale orientale della California in merito ad una causa presentata da Dawn Delore contro il dipartimento penitenziario del suo stato.
Dawn Delore era una dipendente di una delle carceri dello stato californiano e aveva iniziato a presentare dei problemi di salute in seguito alla esposizione a delle frequenze elettromagnetiche sul posto di lavoro.
Le frequenze venivano utilizzate per uno scopo preciso, ovvero quelle di controllare i microchip neuronali impiantati ad alcuni detenuti senza il loro espresso consenso.
A fornire la tecnologia era stata l’IBM che aveva sviluppato questi microchip che stavano dando i risultati “sperati”.
Se i detenuti iniziavano a manifestare un comportamento aggressivo verso le guardie e altri detenuti, allora da remoto tali microchip venivano attivati e il detenuto smetteva di dare problemi, e persino quando veniva aggredito non dava più segni di reazione violenta.
Si spegneva di fatto la volontà della persona e la si induceva in un profondo stato di letargia che poteva durare anche 22 ore al giorno.
Si giocava, in altre parole, a fare Dio attraverso questi microchip che sono di fatto divenuti la terribile applicazione di quello si vedeva in un film del 2004, Il Candidato Manchuriano.
Nel film, uno dei protagonisti, il soldato Raymond Shaw, veniva sottoposto ad un intervento di un microchip nel suo cervello che consentiva ai vari “programmatori” di controllare a piacimento la sua volontà.
La scena nella quale il soldato Shaw riceve il microchip nel cervello
L’uomo diveniva di fatto un burattino di chi lo controllava, spesso agenzie di intelligence che lo trasformavano in un agente MK-Ultra, il famigerato programma di controllo del pensiero sviluppato dalla CIA nel dopoguerra e che oggi appare preistoria rispetto agli enormi avanzamenti tecnologici fatti in materia di controllo del pensiero.
Il vaccino, a quanto pare, sembra anche aver varcato questa soglia. Non soltanto uno strumento di morte, ma anche uno di controllo della mente umana.
E’ stato un attacco non soltanto alla vita, ma anche al libero arbitrio dell’essere umano.
Siamo entusiasti di comunicarvi la partnership tra Oggi Notizie e cazzeggiando, un social libero da CENSURE, Intelligenza Artificiale, e algoritmi di controllo. Con il nuovo social cazzeggiando hai la possibilità di pubblicare tu stesso notizie e argomenti di tuo interesse, aprire gruppi pubblici o privati e interagire con tutti gli iscritti attraverso una chat in tempo reale. Cazzeggiando preserva e promuove la possibilità di esprimersi e condividere opinioni, incoraggiando una discussione rispettosa e civile tra gli utenti.
Cazzeggiando non solo è totalmente gratuito, ma chi volesse sostenere il progetto sottoscrivendo un abbonamento avrà la possibilità di GUADAGNARE invitando amici ad iscriversi e monetizzare tramite i contenuti che pubblicherà