Ma ancora per poco, la notizia del Parlamento Europeo sta facendo il giro del mondo “Parlamento europeo: Il vaccino non era testato per NON trasmettere il virus”
L’Italia non è il solo Paese europeo a fronteggiare la crisi sempre più grave del comparto sanitario e nello stesso tempo a perseverare con la sospensione dei sanitari non vaccinati. Siamo infatti in buona compagnia della Francia, dove l’obbligo vaccinale per personale sanitario e vigili del fuoco è in vigore dal 15 settembre 2021. Così come avviene per i colleghi italiani, medici, infermieri e affini francesi non percepiscono stipendio da oltre un anno e si trovano nella situazione paradossale di non poter cercare un altro lavoro perché formalmente sono già impiegati.
Proprio in occasione dell’anniversario lo scorso 15 settembre si è tenuta una manifestazione davanti la prefettura di Strasburgo, per chiedere che il Governo decida finalmente che cosa fare con migliaia di lavoratori a cui vengono meno sempre di più le risorse per vivere: che decidano, insomma, se licenziare in tronco o reintegrare velocemente.
Lo scorso martedì 4 ottobre la questione è stata discussa anche in Senato. All’ordine del giorno proprio l’emergenza ospedaliera che come ha rilevato anche France Asso Santé, l’associazione che rappresenta i pazienti e gli utenti del sistema sanitario, è nettamente peggiorata. In particolare l’associazione ha messo in luce il deterioramento dell’offerta con un ritardo/rinvio di cure e la degradazione del legame curante/curato, a causa delle tensioni all’interno del sistema sanitario, che hanno ovviamente pesanti ripercussioni sul servizio erogato ai cittadini.
La senatrice Repubblicana Sylviane Noël ha dunque interpellato Agnès Firmin Le Bodo, Ministro delegato per l’organizzazione territoriale e le professioni sanitarie, sulla necessità di reintegrare i sanitari sospesi perché non vaccinati. Noël ha denunciato che gli ospedali francesi sono agonizzanti e non si può più pensare di fare a meno di professionisti che non possono in ogni caso essere rimpiazzati. Intanto le liste d’attesa sono lunghissime, e le persone non riescono ad essere curate a dovere. Alcune addirittura muoiono in attesa di essere assistite, come è accaduto lo scorso mese a un 80enne deceduto presso l’ospedale civile di Strasburgo dopo aver passato 22 ore su una barella.
Ma neanche l’evidenza che il vaccino non previene il contagio né l’infezione sortisce effetto. Il motivo è squisitamente “punitivo”, come ha sottolineato Noël, ribadendo che la maggior parte dei paesi ha abbandonato queste misure e che il governo dovrebbe ormai lasciare libertà vaccinale anche ai sanitari. “In queste circostanze”, ha detto Noël , “il mantenimento di questa misura è incomprensibile e rientra più nella punizione e nell’ostinazione che nella giustificazione sanitaria”.
Tuttavia la risposta di Agnès Firmin Le Bodo ha messo una pietra tombale, almeno per ora, sul destino dei sanitari sospesi. Il Ministro infatti ha affermato che il personale sanitario non vaccinato ha “rifiutato di proteggersi per proteggere gli altri”. E poi la chiosa finale: “I pareri del Consiglio scientifico e dell’Alta Autorità di sanità sono stati resi noti e sono favorevoli al mantenimento dell’obbligo di vaccinazione contro la Covid-19 del personale che lavora nelle istituzioni sanitarie e medico-sociali”.
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