Cos’è, chi lo finanzia, per cosa (e su chi) viene utilizzato, in quali paesi e quale l’obbiettivo finale.
ID2020. Questo è il nome del programma che potrebbe portare all’identità digitale di ogni essere umano del pianeta. Si tratterebbe dell’inserimento di un microchip di piccolissime dimensioni nel corpo umano, in grado di contenere le informazioni personali del cittadino, oltre anche alla possibilità di essere usato come supporto attivo per la somministrazione di vaccini contro le pandemie.
Chi lo finanzia
Dietro questo progetto, di cui il mainstream ha divulgato ben poco, tra i soci fondatori ci sono nomi di grande spessore e fama internazionale a vari livelli. Uno tra tutti Bill Gates (Microsoft), la famiglia Rockefeller, la società GAVI, l’alleanza mondiale per le immunizzazioni, Big Pharma, ed il coinvolgimento, come si legge dal sito ufficiale di ID2020, di ONU e governi nazionali in una sorta di partnership pubblica e privata.
Identità digitale e immunizzazione
Dietro il progetto, che nasce dall’intenzione sanitaria di possibili somministrazioni di vaccini infatti, vi è lo scopo dichiarato da Bill Gates recentemente (sul sito Forum di Davos) di creare un archivio digitale di consultazione istantanea, contenente dati sensibili e informazioni sui cittadini condivisibili dai paesi a livello internazionale ed in tempo reale.
Lecito chiedersi dunque, se il progetto partisse in scala mondiale, quali sarebbero gli effetti e le implicazioni che ci sarebbero sulla privacy, oltreché riflettere sul macroscopico conflitto di interessi tra la Microsoft ed il potere a livello globale che essa assumerebbe se il microchip diventasse obbligatorio per legge, e l’immane tornaconto economico per le case farmaceutiche impegnate nella ricerca e nella somministrazione dei vaccini.
La sperimentazione e il microchip
In alcuni stati ID2020 è già una realtà. Seppur celata sotto l’appellativo di “sperimentazione”, esistono zone al mondo dove il programma si è iniziato a testare sulle persone. A cominciare dai dei senza tetto di Austin (Texas) e passando per l’adesione di paesi come il Bangladesh infatti, i corpi delle “cavie umane” sono microchippati, tracciati e controllati attraverso una matrice di identificazione dati globale. Nel caso americano incentivato da un pagamento in denareo.
L’obbiettivo finale
Passaggio fondamentale dunque, quello tra il presunto carattere umanitario del progetto e le sue possibili implicazioni su altri aspetti della vita delle persone. Diventasse obbligatorio, il Grande Fratello in scala planetaria controllerebbe le persone da remoto, depotenziando i possibili soggetti non allineati, resi di fatto impossibilitati per legge a partecipare attivamente alla società.
La legittima libertà di non farsi impiantare il chip infatti, potrebbe pregiudicare (se fosse reso obbligatorio) la regolare vita sociale creando una discriminante (di fatto) insostenibile per il singolo individuo dissenziente. Dalla semplice ricerca di un lavoro, all’accesso al credito, all’istruzione o al poter frequentare luoghi pubblici, con l’obbiettivo finale (e sogno delle lobby da sempre) di tracciare ogni singolo essere umano del pianeta potendo così gestire le masse.
Fonte: Notizie Nazionali
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