Rischi gravi di reazione avversa fatale. Tradotto significa: morte. È il pericolo di reazioni autoimmuni, di malattie del sistema nervoso e la possibilità che si verifichino alterazioni epigenetiche, ovvero capaci di modificare l’espressione dei geni. Infine, l’ipotesi che possa essere attaccato il sistema riproduttivo con lo spettro dell’infertilità. Sono questi gli effetti collaterali del vaccino anti covid secondo la dottoressa Loretta Bolgan, laurea in chimica e tecnologia farmaceutiche con dottorato in scienze farmaceutiche e research fellow alla Harvard Medical School di Boston.
Intervistata da Affaritaliani.it, la Bolgan ha dichiarato di essere “sempre stata per la libertà vaccinale e terapeutica, ma questa volta sono assolutamente contro l’autorizzazione del vaccino. Non è stato rispettato alcun principio di precauzione. La popolazione farà da cavia”. Frasi molto pesanti motivate dall’assenza di “requisiti per mettere in commercio questi vaccini. Quando mancano dati certi si usa il principio di precauzione. Qui non è stato applicato. Nei fatti, nonostante le rassicurazioni dei produttori, è stata fatta una sperimentazione molto parziale e non esistono dati certi. E rischiamo di scoprire le conseguenze una volta inoculato il vaccino. In particolare, il rischio gravissimo di reazione avversa fatale. Tutti i vaccini contro la SARS sono stati bloccati, perché gli animali morivano di complicazione polmonare fatale una volta reinfettati“.
Cos’è una reazione avversa fatale?
La dottoressa Bolgan ha spiegato dettagliatamente che cosa sia una reazione avversa fatale. “È quando il nostro sistema immunitario reagisce potenziando la malattia per cui ci stiamo vaccinando. Ovvero, scatenando la malattia da cui dovremmo proteggerci“.
Secondo la studiosa inoltre il pericolo starebbe nel tipo di virus usato per fare il vaccino. “Il vaccino di Oxford – spiega – prevede la produzione di un vettore in cui viene inserito un frammento della spike, ovvero la sequenza genetica che dovrebbe portare alla produzione di anticorpi e che è stata sintetizzata chimicamente a partire dalle sequenze fornite dai cinesi. Ma il virus si è modificato profondamente nel passaggio da uomo a uomo.Inoltre, essendo un virus a RNA, ha la proprietà di formare delle popolazioni di mutanti minori. Sono “quasi specie” che si formano dentro la persona quando si infetta ed entrano in competizione fra loro. In sostanza, possono produrre una resistenza verso il vaccino ma, ancor peggio, una selezione di mutanti più pericolosi e contagiosi. La persona rischia di infettarsi con virus più pericolosi“.
“Il materiale genetico ingegnerizzato, quando iniettato, può scatenare reazioni avverse di immunopatologia violenta, ovvero creare quella tempesta di citochine per cui il Covid-19 si è rivelato letale – ha aggiunto -. Oppure potrebbero verificarsi alterazioni epigenetiche, che significa una modifica dell’espressione dei geni. Non mutazioni della sequenza, ma cambiamenti nel modo in cui i geni vengono espressi“.
Insomma, secondo la Bolgan, il vaccino, ancorché prevenire l’infezione, potrebbe potenziarla. “Ci stanno dicendo che è efficace al 95%, ma contesto questo dato: si tratta della capacità di formare anticorpi vaccinali, ma nessuno garantisce che sia protettivo. Fino a prova contraria la persona può comunque infettarsi ed essere contagiosa. Sostengono che la persona venga protetta dalla malattia, ma non lo sappiamo perché hanno scelto modelli animali che non hanno sviluppato la complicazione“.
Secondo la Bolgan è il motivo per cui i vaccini della Sars furono bloccati. “I vaccini messi in commercio ci dicono solo se una persona è in grado di produrre anticorpi vaccinali, sul resto abbiamo la totale incertezza. Dovremmo fare un monitoraggio a lungo termine, ma negli studi clinici è stato previsto un monitoraggio attivo molto corto, da 7 a 15 giorni“, ha spiegato Bolgan. “Questo virus forma anticorpi autoimmuni e questo è documentato in letteratura. Significa che oltre ad anticorpi contro il virus si formano anticorpi contro le proteine umane. Quando si ha una reazione del sistema immunitario alle proteine umane, si ha una reazione autoimmune. Gran parte delle proteine oggetto dell’attacco autoimmune sono del sistema nervoso centrale. Ciò significa l’insorgere di SLA, sclerosi, e altre patologie gravissime. Ma questo non possiamo saperlo, se non facciamo una farmacovigilanza attiva nel tempo. Inoltre non sono affatto note le azioni a danno dell’apparato riproduttivo. Come per l’infertilità?“.
“Tre anni fa ho segnalato al sottosegretario del Ministro della Salute uno studio dell’ISS, in cui si dimostrava che l’incidenza di polmoniti gravi aumentava del 50% nei vaccinati con l’antinfluenzale. Lo studio riportava inoltre il 12% in più di mortalità nei vaccinati, per potenziamento della malattia. Può trattarsi anche di una coincidenza ma varie città in cui hanno anticipato di due mesi l’antinfluenzale, dopo sono diventate zone rosse. Ho portato l’evidenza tre anni fa, ho segnalato il pericolo di potenziamento della malattia e non l’hanno considerato. Anzi, dopo due mesi sono partiti con la campagna vaccinale senza tener conto di questo grave rischio. Come per il vaccino antinfluenzale, anche per il vaccino anti-Covid, oltre i rischi noti e potenziali, non sappiamo quanto dura la sua azione“.
Quanto tempo dura l’effetto protettivo?
“Sembra che la durata sia bassissima, ovvero di qualche mese. Ad esempio, il vaccino con vettore adenovirale forma anticorpi contro il vettore stesso, non si possono fare richiami. L’adenovirus viene riconosciuto dal sistema immunitario e non possiamo usare lo stesso vettore. Non possiamo fare richiami. Gli anticorpi protettivi, ammesso che si formino, restano limitati nel tempo, massimo due o tre mesi. Un altro problema è che quando comincia a replicarsi per produrre la proteina, l’adenovirus “sputa” fuori il pezzettino di sequenza dell’antigene che gli hanno messo dentro. Quindi si replica l’adenovirus ma non la sequenza, ci sono perciò problemi di inefficacia dovuti alla modalità di costruzione del vaccino“.
Fonte: lunico.eu
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