Oggi voglio parlarvi di uno dei più grandi inganni mai perpetuati nel campo della medicina moderna: le statine.
Quei farmaci che vengono prescritti come caramelle per abbassare il colesterolo, protetti da una narrativa costruita ad arte per farci credere che siano essenziali per prevenire le malattie cardiache.
Ma cosa succede quando si scava un po’ più a fondo?
Ebbene, si scopre un mondo inquietante di dati manipolati, conflitti di interesse e, soprattutto, una colossale truffa ai danni della nostra salute.
Il grande equivoco del colesterolo e delle malattie cardiache
Per decenni, ci è stato raccontato che il colesterolo alto è la causa primaria delle malattie cardiache, un nemico da abbattere a tutti i costi.
E la soluzione proposta dall’industria farmaceutica? Statine, ovviamente.
Ma ecco il primo mito da sfatare: il colesterolo non è il principale responsabile delle malattie cardiache.
Questo falso dogma si basa su studi ormai smascherati e su una lunga serie di ricerche pagate dalle stesse aziende farmaceutiche che producono le statine.
Lo studio più famoso che ha sostenuto la teoria del colesterolo come killer è stato quello di Ancel Keys, lo “studio dei sette paesi”.
La sua conclusione? All’aumentare del consumo di grassi saturi (e quindi del colesterolo), aumentano i problemi cardiaci.
Ma quello che molti non sanno è che Keys scelse accuratamente i paesi che gli avrebbero permesso di dimostrare questa correlazione. Se avesse incluso altre nazioni, avrebbe ottenuto il risultato opposto.
Ma chi lo sa? Questo studio viene ancora citato come una pietra miliare, senza mai menzionare le sue falle.
Nel frattempo, studi come quelli di John Yudkin, che puntavano il dito contro lo zucchero come vero colpevole delle malattie cardiache, sono stati ignorati, denigrati e dimenticati.
Perché? Perché lo zucchero è ovunque, è protetto dalle lobby alimentari, e puntare il dito contro di esso avrebbe messo a rischio interessi economici enormi.
Negli anni ’60 l’industria dello zucchero ha corrotto gli scienziati di Harvard affinché indicassero i grassi e non lo zucchero come una delle principali cause dell’insorgenza delle malattia cardiache.
Negli anni ’60 Il professor Fred Stare (nella foto sopra) fondò il Dipartimento di nutrizione dell’ università di Harvard con le sovvenzioni di:
- $ 1 milione di dollari da General Foods (cereali) poi diventata Kraft
- $ 2 milioni di dollari da Kellogs
Lo hanno rivelato alcuni documenti pubblicati da Stanton Glantz, ricercatore della University of California di San Francisco, sulla rivista Jama Internal Medicine.
Le terribili conseguenze di questa azione infame sono state pagate da tutto il mondo ed a tutt’oggi la gente (compreso tu che sta leggendo) crede infarti ed ictus siano dovuti ai grassi e non a causa degli zuccheri.
L’industria delle statine: Una macchina da soldi
Dunque, le statine abbassano il colesterolo, ma non risolvono affatto il problema delle malattie cardiache. E allora perché ci vengono vendute come la soluzione?
La risposta è semplice: profitto. Le statine sono uno dei farmaci più redditizi nella storia della medicina.
Solo negli Stati Uniti, questo mercato genera circa 25 miliardi di dollari all’anno, con milioni di persone che ne fanno uso quotidiano.
Più colesterolo si abbassa, più soldi vengono incassati.
Ma la domanda che dobbiamo farci è: se abbassare il colesterolo non riduce il rischio di infarti, perché continuiamo a prescrivere statine?
Qui entrano in gioco i conflitti di interesse. I comitati che stilano le linee guida sul colesterolo e sull’uso delle statine sono pieni di esperti che lavorano a stretto contatto con l’industria farmaceutica, ricevendo finanziamenti, consulenze e premi.
Questo è un circolo vizioso in cui i medici, i ricercatori e le aziende farmaceutiche traggono profitto a spese della nostra salute.
I dati manipolati e i benefici gonfiati
La manipolazione dei dati è alla base di questo grande inganno.
Quando vengono condotti studi sulle statine, i dati vengono riorganizzati e presentati in modo tale da esagerare i benefici e minimizzare i rischi.
In alcuni studi, ad esempio, si utilizza un parametro chiamato riduzione del rischio relativo, che mostra numeri molto più impressionanti rispetto alla riduzione del rischio assoluto, che rappresenta invece il vero beneficio per i pazienti.
Ecco un esempio pratico: alcuni studi affermano che le statine riducono del 30% il rischio di infarto.
Ma quando guardiamo ai numeri reali, scopriamo che ciò significa che su 100 persone trattate per 5 anni, solo 1 o 2 persone traggono un reale beneficio.
La differenza è abissale, ma questa verità viene abilmente nascosta sotto una montagna di numeri che i pazienti non possono capire e che i medici, spesso, non hanno tempo o voglia di spiegare.
Gli effetti collaterali ignorati: Quando la cura diventa peggiore del male
Ma la questione non si ferma qui. Oltre a essere inefficaci nel prevenire le malattie cardiache, le statine causano una serie di effetti collaterali devastanti. E non stiamo parlando di piccoli fastidi. Stiamo parlando di problemi seri, che compromettono la qualità della vita di chi assume questi farmaci:
Dolori muscolari cronici: Molti pazienti lamentano dolori e debolezza muscolare persistenti. Questa condizione, nota come mialgia, può diventare talmente debilitante da impedire attività quotidiane come camminare o alzarsi dal letto.
Problemi cognitivi: Confusione, perdita di memoria, difficoltà a concentrarsi. Le statine possono colpire anche il cervello, riducendo la capacità di ragionare e portando persino a disturbi simili alla demenza.
Diabete di tipo 2: È ampiamente documentato che le statine aumentano il rischio di sviluppare diabete, soprattutto nelle donne. Paradossalmente, un farmaco che dovrebbe migliorare la salute cardiovascolare aumenta il rischio di una delle principali malattie che causa problemi cardiaci.
Disfunzione epatica e renale: Alcune persone sviluppano gravi danni al fegato e ai reni a causa dell’uso prolungato di statine. Eppure, invece di sospendere il trattamento, si continua a prescriverle, minimizzando i sintomi e ignorando le preoccupazioni dei pazienti.
Il mito del “nocebo”
E cosa succede quando un paziente si lamenta degli effetti collaterali? Gli viene detto che è tutta nella sua testa. Ecco il famoso “effetto nocebo”, una teoria che sostiene che i pazienti si ammalano solo perché credono di essere a rischio.
Un insulto alla loro intelligenza e una comoda scusa per non prendersi la responsabilità di trattamenti dannosi. I pazienti vengono colpevolizzati per la loro stessa sofferenza, mentre l’industria farmaceutica si lava le mani e continua a incassare.
Statine e vaccini COVID-19: Un inquietante parallelo
Se tutto questo vi suona familiare, è perché lo schema è lo stesso che abbiamo visto con i vaccini COVID-19. Anche lì abbiamo assistito a una narrazione monolitica: chiunque osasse mettere in discussione l’efficacia o la sicurezza dei vaccini veniva tacciato di negazionismo.
Gli effetti collaterali venivano minimizzati o attribuiti a ansia o altre cause psicosomatiche, mentre i profitti delle case farmaceutiche volavano alle stelle.
Una medicina che non cura: il vero scandalo
Il problema più grande di tutto questo è che l’enfasi sull’abbassamento del colesterolo attraverso le statine ha distolto l’attenzione dalle vere cause delle malattie cardiache.
L’alimentazione povera, l’inattività fisica, lo stress cronico e l’esposizione a tossine ambientali sono tutti fattori cruciali per la nostra salute cardiovascolare, ma vengono sistematicamente ignorati.
Perché? Perché non ci sono pillole magiche da vendere per risolverli.
Conclusione: Apriamo gli occhi
È giunto il momento di dire basta. Le statine sono un prodotto di marketing, non una soluzione medica. Siamo stati ingannati, illusi e manipolati da un’industria che mette il profitto prima della salute.
Il nostro sistema medico è diventato complice di un sistema che non cura, ma gestisce malattie per mantenerci dipendenti da farmaci che spesso ci fanno più male che bene.
Non dobbiamo più accettare passivamente tutto ciò che ci viene prescritto. Dobbiamo chiedere più trasparenza, più responsabilità e, soprattutto, più attenzione alla nostra salute.
Le statine sono solo l’inizio di un sistema che ha smesso di funzionare per il benessere delle persone e ha iniziato a funzionare per il profitto di pochi.
Insomma, la famosa frase “Io credo nella scienza” non vuol dire assolutamente nulla e qualunque cosa che sembra assodata in un certo periodo può essere smentita anche dopo decenni.
Chi la pronuncia (pensando pure di dire una cosa intelligente) non si rende conto di dire una cosa totalmente contraria all’ essenza stessa della scienza: dubbio, prove, errori, conferme e riconferme.
“Credere” è riservato alle religioni: cioè l’ esatto contrario della scienza.
Insomma, un po’ come credere a “Efficace e sicuro” e alla dieta Mediterranea…
Fonte: https://geopaleodietshop.com/post/colesterolo-statine-dieta-.html
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