È ormai evidente che la “pandemia” ha fornito ogni pretesto per strumentalizzare l’ “emergenza che è ormai divenuta un modo per celare la verità su quello che è accaduto continuando a gettare polvere negli occhi dei cittadini in buona fede.
Bisogna infatti ancora capire come mai il ministro Schillaci in nome della sicurezza, abbia introdotto l’Ordinanza del 28 Aprile del 2023 imponendo obblighi di mascherina e tampone per l’accesso alle cure, facendo si che gli stessi fossero stabiliti dai Direttori Sanitari a propria discrezionalità in totale sfregio alla riserva di legge statale.
Appare una strategia capziosa, che in nome della sicurezza formalizza una comunicazione distorta della realtà, esattamente come è successo con la sperimentazione di massa della campagna vaccinale.
Vengono imposte condizioni che non hanno alcun senso di salvaguardia dell’individuo, che non solo non servono a prevenire (abbiamo visto ormai studi scientifici sulla inidoneità dei tamponi e sulla tossicità delle mascherine), ma continuano ad essere strumento per provocare paura in virtù di dogmi scientifici rivelatisi fallaci, imposti peraltro a costo di censure di ogni contraria voce scientifica.
Quello che in realtà i provvedimenti emessi da Schillaci e dai Direttori Sanitari stanno facendo, è ostacolare il libero accesso alle cure, peraltro da ritenersi in violazione della legge.
Avvocati Liberi ha raccolto questo grido d’allarme e ha iniziato a diffidare le Regioni italiane – la prima è stata la Sardegna grazie all’opera dell’Avvocato Libero Antonio Verdone del Foro di Cagliari, che ha assistito nella protesta associazioni, comitati e movimenti civici spontanei sardi, predisponendo per loro una richiesta di immediato ritiro in autotutela dei su menzionati provvedimenti illegittimi.
Dalla Sardegna ALI si sposta in Campania e, grazie alla segnalazione da parte dei numerosi cittadini vessati, la diffida tocca l’Ospedale Santobono di Napoli.
Essendo un copione generalizzato in tutte le strutture sanitarie italiane tutti i cittadini possono usare la medesima diffida in ogni parte d’Italia.
Si vuole evidenziare come lo Stato continui a normare ostacoli da ritenersi illegittimi per l’accesso alle cure, ponendo il cittadino in uno stato di perenne angoscia, preda della discrezionalità personale del burocrate sanitario di turno, che lo induce quasi ad avere paura di chiedere soccorso.
ALI farà seguire alla diffida anche la predisposizione di una denuncia- querela da mettere a disposizione degli utenti che verranno ostacolati illegittimamente nell’accesso alle cure.
Questo “Stato di sicurezza” è anche il preludio alla negazione del principio della certezza del diritto, e, a causa della profonda confusione normativa, a farne le spese saranno i soggetti più deboli e bisognosi di cure.
Andrea Caldart
Link diffide:
DIFFIDA-SANTOBONO-NA
DOC-20231018-WA0001
Fonte: https://www.quotidianoweb.it/politica/diritto-alle-cure-ali-diffida-le-istituzioni-sanitarie/
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