Io non so voi ma visto i personaggi e l’aria che tira, oltre un deja vu con “abbracciamo i cinesi”, mi è venuto un brivido lungo la schiena e non è influenza. Staremo a vedere come evolve visto che qui, a confronto di altre parti del Mondo, queste influenze superano anche l’influenza spagnola e la peste. Covid docet.
Alessandra Ghisla
Consulente con studi di diritto
www.tuteladirittosoggettivo.itù
Questo è il titolo dell’ANSA del 7 dicembre 2024. E spetta proprio agli USMAF, ufficiali transfontalieri del Ministero della Salute, occuparsi dell’emergenza epidemica sul nostro territorio. “L’Italia alza il livello di attenzione sulla malattia ancora sconosciuta che ha portato a oltre 70 decessi in Congo, nella regione di Panzi, a circa 700km a sud-est di Kinshasa. Con una lettera inviata dal ministero della Salute, si chiede agli Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera del ministero della Salute, “di fare attenzione su tutti i punti di ingresso, in particolare modo per i voli diretti provenienti dal Paese”. Questo per quanto riguardi chi utilizza mezzi di trasporto che offrono un controllo. E’ possibile mettere in quarantena l’intero equipaggio e passeggeri di navi ed aerei. Ma chi arriva sui barconi via mare? Ce lo dice l’ISS. La linea guida intende offrire ai decisori, agli enti gestori dei centri di accoglienza e agli operatori sociosanitari raccomandazioni evidence-based circa la pratica dei controlli sanitari su migranti e profughi richiedenti protezione internazionale, al momento dell’arrivo in Italia e durante le fasi di accoglienza.
Ma dall’idea questo non basta. Infatti leggiamo che: “Il cinquantenne che ha fatto scattare l’allarme in Italia lavora a circa 700 km dalla zona di Panzi, dove si sono finora concentrati tutti i casi accertati del virus. Al suo rientro in in Italia, come precisato in una nota da Maria Rosaria Campitiello, Capo dipartimento della prevenzione, della ricerca e delle emergenze sanitarie del ministero della Salute, ha manifestato “una sintomatologia influenzale potenzialmente riconducibile alla malattia che sta colpendo una regione del paese africano”. Intanto, dagli specialisti italiani arrivano alcune ipotesi. “In Congo e Camerun, con la presenza della foresta equatoriale ed una grandissima varietà di animali, si concentra la maggiore parte dei virus del pianeta. Un luogo ideale per l’ormai noto salto di specie (spillover), il processo naturale per cui un patogeno degli animali evolve e diventa in grado di infettare, riprodursi e trasmettersi all’interno della specie umana”, spiega Carlo Perno, responsabile Microbiologia e diagnostica di immunologia, dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù.
Per l’infettivologo Matteo Bassetti, Direttore della Clinica Malattie infettive dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova: “dalla sintomatologia potrebbe trattarsi di una febbre emorragica. Sono delle forme virali, come per esempio Ebola o la febbre emorragica di Congo-Crimea, cioè fondamentalmente infezioni che già sono note, magari sostenute da un nuovo virus che ci auguriamo venga presto identificato. Sono stati centinaia i casi di questa malattia caratterizzata da febbre, mal di gola, tosse ma soprattutto anemia, mancanza di emoglobina nel sangue, quindi la mancanza dell’ossigeno necessario ai tessuti. Parliamo di un centinaio di morti ad oggi”.
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