Cosa sta succedendo all’AIFA?
Dopo aver certificato anche in TV le numerose responsabilità penali sulla vaccinazione, ora è il turno delle scelte sulle cure anti-tumorali.
Le decisioni non vengono più prese con la collaborazione dei medici, ma probabilmente qualcuno dall’alto, impone l’agenda da seguire.
Non a caso, è lo stesso modus operandi già visto nella fiction del Covid, ripetuta poi con quella del siero, addizionato di grafene.
Ricordiamo che l’AIFA, dovrebbe essere l’ente regolatorio che si occupa della sicurezza dei farmaci in Italia.
Al momento, a parte fare ridere, sono in molti a porsi una sola, enorme, domanda.
A chi risponde, veramente, AIFA?
Art. di Repubblica
La denuncia di Aiom: Aifa decide da sola sui farmaci oncologici
Il gruppo di lavoro istituito dall’Agenzia non è più stato riunito. Gli oncologi si dimettono per protesta
Dopo il primo incontro di gennaio scorso, il gruppo di lavoro istituito dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) in ambito oncologico, a supporto del lavoro delle Commissioni, non è più stato riunito. “Così gli oncologi che erano stati chiamati a farne parte si sono visti costretti a rassegnare le dimissioni, a causa della perdurante e non spiegata impossibilità a riunirsi per fornire la collaborazione prevista”, sottolinea in una nota il Direttivo Nazionale dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) che ringrazia i professionisti che si erano dichiarati disponibili, con rilevante impegno personale, a far parte del gruppo di lavoro e ne condivide la decisione relativa alle dimissioni.
“Pur nel pieno rispetto della necessaria autonomia operativa di AIFA – continua il Direttivo AIOM , riteniamo penalizzante che le decisioni regolatorie sui farmaci oncologici delle Commissioni di AIFA vengano assunte senza un supporto istruttorio condotto in trasparenza da esperti esterni all’agenzia, che possano fornire elementi di contesto e di merito utili a generare equilibrate decisioni da parte dei componenti delle Commissioni stesse. AIOM auspica che AIFA riveda il suo modus operandi in questo contesto e resta ovviamente disponibile ad ogni forma di collaborazione futura, allo scopo di rendere quanto più condiviso il processo di valutazione regolatoria dei farmaci oncologici”.