La dieta per sole donne, che cambia nel mese seguendo gli ormoni
Di Viola Rita
UNA DIETA che cambia durante i 28 giorni del ciclo mestruale, assecondando le naturali variazioni ormonali della donna e rispondendo meglio alle esigenze fisiologiche dell’organismo femminile, quali il minore appetito nei primi giorni di ciclo e il maggiore desiderio di dolci dopo l’ovulazione. Si tratta della Cyclicity diet, un piano alimentare descritto nell’omonimo libro, pubblicato da Falco Editore, dai biologi nutrizionisti Ennio Avolio e Claudio Pecorella. Il protocollo, nato da una collaborazione di tre università – Tor Vergata, Università della Calabria e University of California di San Diego – è in corso di sperimentazione clinica anche per pazienti che soffrono di diverse patologie femminili: ovaio policistico, endometriosi e patologie cardiovascolari. Ecco in cosa consiste.
• UNA DIETA PENSATA PER LE DONNE
L’idea è quella di adattare l’alimentazione alle fluttuazioni cicliche, nei 28 giorni, degli ormoni femminili, quali estrogeni, progesterone, l’ormone luteinizzante (Lh) e l’ormone Fsh. Il tutto, spiegano gli autori del libro, con l’obiettivo di far perdere peso con un piano dietetico pensato espressamente per l’organismo femminile, e contrastare l’infiammazione collegata a disfunzioni metaboliche come il diabete o all’obesità. “Abbiamo analizzato la letteratura scientifica degli ultimi 10 anni e ci siamo accorti di come, in tema di alimentazione, non si prenda mai in considerazione, in maniera separata, il sesso femminile, né nel modello animale né negli studi su pazienti umani”, spiega Ennio Avolio, “nonostante le profonde differenze, a livello ormonale metabolico e psicologico emotivo della donna durante le diverse fasi del ciclo”.
Differenze che possono comportare un maggiore fabbisogno energetico in certi giorni piuttosto che in altri. “Le variazioni ormonali possono anche inficiare il risultato di una dieta – chiarisce Avolio – ad esempio gli estrogeni, che riducono l’appetito e l’assorbimento dell’energia a livello metabolico, sono più elevati nei primi 14 giorni del ciclo: in questa fase è possibile ridurre le quantità e optare per cibi con maggiore effetto diuretico”. Dopo l’ovulazione e nel periodo premestruale, invece, cresce il progesterone, che stimola la fame e il desiderio di dolci. “In questa fase è possibile mantenersi in forma riducendo i carboidrati raffinati e preferendo i cibi proteici per ridurre l’appetito”, aggiunge l’esperto. “Nulla osta ad inserire, quando la si desidera, una piccola quantità (4-5 quadratini) di cioccolata fondente dal 70% in su, magari la sera dopo cena”.
• OGNI TANTO FA BENE ANCHE DIGIUNARE
Altra regola, che si può però modificare o eliminare in caso di particolari condizioni di salute (come disfunzioni metaboliche, insulino-resistenza o altro) riguarda l’introduzione nella dieta, dal 5° all’11° giorno del ciclo, il periodo di maggiore energia e appetito ridotto, di un digiuno di circa 16 ore. “In pratica – spiega Avolio – si cena entro le 20 la sera, per poi la mattina successiva consumare soltanto uno spuntino leggero intorno alle 12, eliminando la colazione”. Mentre nei giorni successivi si riprende a fare la colazione e si aumentano le quantità, visto l’aumentato fabbisogno energetico.
• LA DIETA CICLICA
L’idea chiave è che questa dieta deve essere seguita in cicli regolari. “Proprio per questo per avere effetti benefici deve essere seguita per tutti e 28 i giorni – chiarisce Avolio – iniziando dal primo giorno del ciclo, cioè l’inizio della mestruazione. Altrimenti, se la si segue soltanto (ad esempio) dal 16° e si prosegue fino al 28°, si rischia di prendere peso, dato che in questa fase aumenta l’apporto calorico e la dieta è più abbondante”. Per avere risultati positivi, prosegue l’esperto, è bene effettuare almeno due cicli, ma si può proseguire anche più a lungo. “Questo regime alimentare – sottolinea Avolio – può essere ripreso più volte, sempre per 28 giorni o per tranche multiple di 28 giorni, intervallando i cicli con un’alimentazione tradizionale mediterranea”. In ogni caso, sottolineano gli autori, la paziente deve essere seguita da un nutrizionista che possa adattare la dieta alle sue esigenze. Dunque anche in questo caso no al fai da te.
• L’ATTIVITÀ FISICA
Anche l’esercizio fisico cambia, nell’intensità e nella tipologia, durante i 28 giorni. “Nei primi giorni del ciclo, che coincidono con le mestruazioni – sottolinea Avolio – si può svolgere un’attività leggera, viste le capacità di sforzo ridotte, come yoga, stretching, camminata, meditazione. Dal 5° all’11° giorno l’intensità dell’allenamento può aumentare, fino ad arrivare a moderatamente pesante, con esercizi aerobici e anaerobici alternando cardio fitness con i pesetti”. Un allenamento, questo, che può continuare fino al 21° giorno, quando le capacità di sforzo cominciano a diminuire ed è bene ridurre il carico di esercizio fisico.
• MENOPAUSA E PATOLOGIE
Ma la dieta ciclica si può adattare anche alla menopausa, seguendo cicli temporali diversi, di circa sette giorni. “Nella transizione verso la menopausa e nella menopausa – prosegue il biologo – si preferiscono alimenti anti-età, contenenti fitoestrogeni, fibre solubili, e proprietà antiossidanti. Fra i cibi prescelti, cioccolato fondente, olio extra vergine d’oliva, frutta secca, avocado, frutti di bosco, curcuma: questi alimenti, oltre ad essere fonti di vitamine e minerali, contrastano l’infiammazione “silente”
che è correlata alle disfunzioni metaboliche e cardiovascolari”. Una particolare attenzione va poi agli alimenti ricchi di calcio, come latticini, e alla vitamina D, che ne permette l’assorbimento, visto che in questa fase della vita aumenta il rischio di osteoporosi e fratture.