Perché mi innamoro sempre della persona sbagliata?
Facendo il mio mestiere, questa è una domanda che si sente ripetere spesso.
Sembra quasi che un destino maligno si diverta a condurci tra le braccia di chi… non ci merita!
Ma siamo davvero le vittime di amori sbagliati o si tratta, piuttosto, di scelte inconsce?
Sono convinta che tante situazioni poco felici in un primo momento possano apparire così familiari da farci sentire a casa, spingendoci verso l’abbandono e la fiducia tipiche della fanciullezza.
Le nostre parti bambine si aspettano un risarcimento danni per i torti che hanno vissuto nel passato, e coltivano l’illusione che, da grandi, un partner possa compensare quelle sofferenze donando loro l’amore che i genitori non hanno saputo offrire.
Questa visione risente dell’egocentrismo e della dipendenza che caratterizzano i primi anni di vita.
Una volta adulti, infatti, siamo noi stessi a doverci prendere cura del Bambino Interiore, riservandogli le attenzioni e le cure che gli sono mancate.
A prima vista può sembrare un compito impossibile, quasi un film di fantascienza!
Come si fa a tornare indietro nel tempo per coccolare i bimbi che siamo stati?
Eppure…
La maturità si raggiunge quando nel mondo intimo le Parti Adulte decidono di adottare le Parti Infantili, occupandosene con la dedizione che avrebbero voluto ricevere dai genitori.
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“Vorrei accudire il mio Bambino Interiore ma non so come fare.”
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Anche questa è una affermazione che sento ripetere spesso.
Il corpo è uno solo: cresce, cambia e diventa adulto.
Tuttavia nel mondo intimo convivono un’infinità di aspetti differenti.
Nell’inconscio siamo sempre: bambini, adolescenti, adulti, ingenui, saggi, folli, giocosi, ribelli, responsabili, incoscienti…
La vita interiore è composta da un numero illimitato di possibilità che, per vivere una vita soddisfacente, dobbiamo riconoscere e gestire.
Il bambino che siamo stati vive i suoi drammi in un eterno presente e attende che qualcuno si prenda cura di lui.
Da adulti dobbiamo aiutarlo a sentirsi protetto e importante, riconoscendo i traumi e il suo bisogno di giocare, accogliendo l’ingenuità e l’entusiasmo insieme al dolore e alle profondità che lo caratterizzano.
La capacità di osservare le cose da un’angolazione giocosa e innocente è un presupposto della saggezza.
E appartiene all’infanzia.
Prendersi cura del proprio Bambino Interiore significa lasciare il giusto spazio alla sua energia, liberando i doni e la vitalità della fanciullezza insieme all’equilibrio e alla competenza della maturità.
Questo processo di integrazione ci consente di costruire una relazione affettiva scevra dal bisogno di delegare ad altri la risoluzione delle angosce passate e capace di comprendere la fragilità insieme all’autonomia.
Di se stessi e del partner.
Troppo spesso l’aspettativa magica di un Principe Azzurro (o di una Principessa Azzurra) ci stimola a coltivare il sogno di un’unione in grado di sanare miracolosamente le sofferenze del passato esonerandoci dal percorso necessario ad evolvere le parti immature della psiche.
Su questo equivoco nascono tanti amori sbagliati.
Crescono sul presupposto di una compensazione affettiva e coltivano la pretesa di ricevere dall’altro la dedizione che siamo incapaci di darci.
Si tratta di una richiesta che spinge a idealizzare il partner e conduce inevitabilmente alla delusione, con il suo corollario di colpevolizzazioni, recriminazioni e rancori.
Infatti, quando il Bambino Interiore reclama l’amore incondizionato che avrebbe voluto ricevere dai genitori, la scelta ricade inconsciamente su chi sembra poterne compensare le mancanze e che, perciò, ne incarna anche i difetti.
Sono proprio quei difetti che ci fanno sentire a casa creando la magia di tante storie impossibili.
Atteggiamenti e comportamenti così familiari da passare quasi inosservati… diventano presto gli scogli che impediscono l’amore.
Un impulso infantile ci spinge a scegliere chi impersona le qualità idealizzate del genitore che avremmo voluto avere insieme a quelle del genitore che abbiamo realmente avuto.
Tuttavia, ripetere il dramma di un tempo non fa che reiterare lo stesso tragico finale.
Chi meglio di noi può sapere di cosa abbiamo bisogno per sentirci bene?
Per liberarsi dalle sofferenze antiche è necessario assumersi pienamente la responsabilità di sé, abbracciando il cucciolo interiore con l’amore che avrebbe voluto ricevere, piuttosto che abbandonarlo tra le braccia di un partner nella speranza di poter cambiare il finale della nostra storia passata.
Carla Sale Musio Guarda il suo blog
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