Zelensky: l’uomo che massacra l’Ucraina per salvare la NATO
Volodymyr Zelensky si è presentato come suo solito con quel ridicolo maglione scuro per dare l’impressione che lui è un uomo pratico, d’azione, un uomo sempre pronto a qualsiasi evenienza e che non può darsi peso di indossare un vestito decente per le cerimonie ufficiali dato che lui sarebbe un “comandante in guerra”.
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Da sinistra verso destra: Zelensky, Trump e Vance
Peccato però che l’ex comico che una volta addirittura diceva che era necessario stabilire buoni rapporti con la Russia, il fronte non lo abbia mai visto perché il “presidente” ucraino al fronte ci manda la carne da macello, come il soldato utilizzato per fare il trapianto multiorgano a favore di Soros, oppure i ragazzini, i disabili e persino le donne che devono finire nel tritacarne in nome di una guerra voluta dalla NATO impossibile da vincere.
Zelensky ha avuto l’ardire di presentarsi nell’ufficio ovale e di attaccare l’amministrazione di Donald Trump che in fin dei conti era stata forse sin troppo ragionevole nei suoi confronti.
Non esiste e non è mai esistita alcuna possibilità di vincere una guerra contro Mosca, nemmeno con l’aiuto che la NATO e Londra si sono premurate di far arrivare a Kiev, e non sarebbe nemmeno esistita anche se gli Stati Uniti avessero deciso di fare sul serio mandando veramente le armi e gli aiuti che avrebbe potuto mandare.
Sussiste difatti un equivoco intorno alla questione degli aiuti americani all’Ucraina perché ancora oggi molti pensano che la precedente amministrazione Biden abbia inviato armamenti pesanti agli ucraini, mentre nella realtà dei fatti sono arrivati in larga parte ferrivecchi inutilizzabili e le armi migliori Zelensky le ha vendute a bande criminali e allo stato ebraico con la piena conoscenza dei vari governi europei, incluso quello di Giorgia Meloni.
L’enigma del mancato e reale appoggio della precedente amministrazione Biden è stato affrontato persino dai media mainstream Occidentali che in non poche occasioni si sono lamentati del fatto che il presidente che sulla carta avrebbe dovuto garantire l’esistenza dell’impero americano era colui che in realtà non aveva cambiato rotta rispetto a Trump.
Soltanto quanto accaduto negli ultimi mesi del 2020 e nei primi del 2021 può far capire cosa è veramente successo dopo la frode elettorale ai danni di Trump, anche se, ad oggi, le fonti militari interpellate sulla questione affermano che la transizione tra Trump e Biden sarebbe stata “congelata” su ordini precisi del precedente comandante in capo che avrebbe esercitato i poteri speciali presidenziali per sventare il colpo di Stato ai suoi danni.
Un giorno la storia darà probabilmente una risposta più esaustiva in merito, ma resta il fatto che Joe Biden non è corso a salvare l’Occidente e l’Ucraina.
Zelensky è entrato nonostante tutto nell’ufficio ovale pretendendo di ricevere forse aiuti illimitati nella sua suicida guerra contro la Russia che ha portato il suo Paese al disastro.
Vance, l’agguerrito e puntuale vicepresidente di Trump, gli ha ricordato che è inaccettabile che un capo di Stato straniero invitato nella casa del presidente americano mancasse di rispetto in questa maniera ai padroni di casa, così com’è stato altrettanto inaccettabile il fatto che Zelensky addirittura è arrivato a insultare Vance in ucraino, che ha avuto il “torto” di ricordargli che stava mandando al fronte persone prese dalla strada e trascinate nel tritacarne soltanto per la folle idea del “presidente” ucraino di voler continuare una guerra persa in partenza.
Trump era comprensibilmente fuori di sé. Non si aspettava forse nemmeno lui di vedere un comportamento così sfacciato e così provocatorio e minaccioso, se si considera anche la frase pronunciata da Zelensky sul pericolo che un domani gli Stati Uniti potrebbero correre.
Alla fine dell’incontro, il presidente degli Stati Uniti quasi si è dovuto trattenere dal prendere a schiaffi l’ucraino talmente tanta era la sua insolenza e tracotanza, punita dopo la riunione con la cacciata storica dall’ufficio ovale dell’ospite straniero.
Nessuno era mai arrivato a tanto, perché Volodymyr Zelensky non è un capo di Stato.
E’ un gangster, puro e semplice, che traffica gli organi dei suoi soldati, rivende le armi che gli arrivano dall’Europa e dall’Italia a Israele e alla criminalità organizzata, e ricicla il denaro sporco degli oligarchi askenaziti del suo Paese, quali Rinat Akhmetov e Viktor Pinchuk, che lo usano come prestanome per lavare i soldi frutto delle loro varie attività criminali.
L’Ucraina sotto quest’uomo e sotto Poroshenko è diventa il centro dei peggiori traffici internazionali, soprattutto quello pedofilo, nel quale risulta coinvolta la stessa moglie del presidente, Olena Zelenska, che mentre vede i soldati morire al fronte, continua a condurre una vita fatta di lusso e sfarzi, e smista i bambini ucraini nelle mani dei signori della pedofilia mondiale.
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Olena Zelenska
Kiev, in mano alla NATO e a George Soros, è divenuto il luogo delle peggiore degenerazione morale.
Il luogo che custodisce ogni orrore umano benedetto dal presidente e dalla sua madame senza scrupoli.
Trump e la separazione degli Stati Uniti dalla NATO
Trump e Vance comprensibilmente sono stufi del pozzo di corruzione e degenerazione che è l’Ucraina e non hanno intenzione di sostenere il corrotto governo di Zelensky in nome della difesa impossibile della NATO.
La NATO stessa ormai è indigesta al presidente americano che non ha mai fatto mistero di volerne uscire perché non ha intenzione alcuna di tenere in piedi il braccio armato della governance mondiale che dopo la caduta del muro di Berlino ha anche perso la ragione di facciata che ne poteva in qualche modo giustificare la sua assenza.
La storia dell’atlantismo si sarebbe dovuta chiudere il 9 novembre del 1989, quando cadde il muro di Berlino, gentilmente abbattuto con la collaborazione della quinta colonna del gruppo Bilderberg e della commissione Trilaterale, Mikhail Gorbachev.
Invece la storia è proseguita. Il patto si è espanso e ha inglobato i vari Paesi dell’Europa dell’Est, ormai fagocitati dall’impero americano e dai suoi padroni che continuavano la loro marcia per conquistare il mondo e costruire il loro impero mondiale incontrastati.
Il “sogno” però è finito. Il vecchio (dis) ordine Euro-Atlantico è finito nel momento stesso in cui Trump ha deciso di separarsi dall’impero e restituire la sovranità perduta agli Stati Uniti.
Non appena conclusosi l’incontro con Zelensky, Elon Musk ha rinnovato la necessità di lasciare sia le Nazioni Unite, l’archetipo del governo mondiale, sia la NATO e appare questo un obiettivo al quale Trump arriverà inevitabilmente perché ormai la frattura tra America ed EU è sempre più profonda.
Sono infatti finiti i giorni nei quali Washington metteva i suoi denari per finanziare la creatura concepita dal conte Kalergi, che aspirava anch’egli ovviamente al governo mondiale come il suo sodale massone, Winston Churchill.
Washington ormai è ostile a qualsiasi ipotesi di cessione della sovranità nazionale e giudica ostili quei conglomerati come l’UE, privi, tra l’altro, persino di una parvenza di legittimazione popolare, che sono nati per mettere fine agli Stati nazionali.
La seconda guerra mondiale in realtà non è mai finita.
E’ durata per 80 anni, e oggi sta davvero finendo perché finisce il (dis) ordine che essa aveva portato soffocando le sovranità nazionali, divenute un “ostacolo” agli occhi di chi invece voleva accentrare il potere a favore del Leviatano mondiale senza identità nazionale e popolato dal melting pot globale in cui le etnie, soprattutto quella bianca, sono spazzate via da questo calderone multietnico e multiculturale.
Il Nuovo Ordine Mondiale è finito ma a Bruxelles e Londra la dissonanza cognitiva è forte.
Non appena Zelensky ha dimostrato al mondo intero di essere null’altro che un volgare gangster, Londra lo ha accolto tra gli abbracci del governo Starmer, e i media Occidentali si sono esibiti nel loro solito esercizio di propaganda nel quale il carnefice diventa vittima e viceversa.
Non ha però funzionato.
Gli europei, e soprattutto gli italiani, sono saturi di vivere in un sistema politico che ha tolto benessere economico e salute per consegnarli in uno stato di malattia o morti continue come mai si erano viste prima della vaccinazione di massa.
L’Unione europea ha difatti attuato prima un processo di spoliazione economica dell’Europa e dell’Italia smantellando tutta la ricchezza che il modello economico italiano fondato sullo Stato imprenditore e sulla dottrina sociale della Chiesa aveva portato, e infine ha finito anche con il togliere la salute fisica ai suoi abitanti.
Il tiranno non è a Mosca. E’ a Bruxelles, ed è sempre più odiato dagli europei e dagli italiani, stufi di vedere questa classe politica di mezze figure e di volgari delinquenti che fanno strame del Paese mentre si radunano nei loro salotti e si fanno complimenti a vicenda.
L’UE e la classe politica italiana solo questo sanno fare. Sono veri e propri esperti dell’onanismo reciproco, e non si fa fatica a comprendere perché ovunque gli europei ne abbiano abbastanza.
Bruxelles da sola non può sopravvivere. E’ un corpo vuoto, artificiale che esiste soltanto perché erano gli Stati Uniti a garantirne l’esistenza, e nel momento stesso in cui Washington si allontana e inizia a colpire Bruxelles con i dazi, l’Unione non ha possibilità di sopravvivere.
Sono davvero di conseguenza gli ultimi tempi per la dittatura europea, e adesso è necessario come mai prima d’ora abbattere questa congerie di sicari della finanza e delle case farmaceutiche che hanno ridotto in tale pietoso stato l’Europa e che ne opprimono i popoli.
Washington, Mosca e il mondo multipolare sono determinati a mettere fine alla storia di questo decadente potere.
Bruxelles oggi è sola. E’ l’ultimo debolissimo appiglio geopolitico di ciò che restava del potere globalista.
L’UE ha deciso comunque di rintanarsi nel suo bunker in una paradossale rivisitazione dell’epilogo della seconda guerra mondiale che vedeva marciare su Berlino le truppe americane e sovietiche prima che queste dessero il colpo di grazia al nazismo.
La storia ci ha incredibilmente riportato indietro al 1945 con l’eccezione che allora quella catena di eventi diede vita all’età degli imperi ed era governata dalle forze del caos internazionale, mentre questa è dominata da uomini di Stato fedeli alla propria nazione e ostili a qualsiasi idea di impero globale.
Il crepuscolo dell’Unione europea è ormai diventato tramonto.
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