Ecco cosa succede con l’ordinanza del Ministro della salute del 28 aprile 2023 e con l’arbitrio di una delega concessa a soggetti singoli e direttori sanitari che impongono a loro piacimento prestazioni personali e trattamenti sanitari obbligatori ai pazienti per accedere alle cure o ai visitatori per accedere ai luoghi di cura per visitare i propri congiunti ricoverati in lungodegenza o ospitati nelle RSA o hospice
Non comprendiamo cosa ci sia da chiarire o capire per il Dr. Nico Liberato, segretario Generale del comitato nazionale Difesa Minori, che auspica un “chiarimento regolamentare”.
Ma quale chiarimento❓
Quanto accaduto alla povera donna non operata per essersi rifiutata di sottoporsi al tampone anticovid è chiarissimo, è REATO, non serve alcun “chiarimento” per condotte illecite, quindi invece di continuare a fare i cerchiobottisti, si intervenisse a denunciare il Direttore Sanitario dell’Ospedale di Pescara nell’articolo alla Procura della Repubblica per violenza privata, omissione di atti dovuti, interruzione di pubblico servizio e lesioni.
Chi ha l’obbligo di denuncia o di referto ha il dovere di segnalare l’episodio all’A.G., così come il Sostituto Procuratore della Repubblica competente sul territorio ha il dovere di verificare eventuali reati procedibili d’ufficio, mentre la sventurata cittadina che ha subito questo scempio può denunciare sporgendo una querela.
Non è necessario aprire una tavola rotonda, il diritto alle cure non è rimesso alla benevolenza del D.S. o alla concessione dell’Assessore alla sanità, non si deve chiedere il permesso a nessuno per tutelarlo, e nemmeno si deve passare per chi addolcisce abusi di questo tipo.
È un fatto gravissimo aver negato le cure dovute a una persona che non ha voluto sottoporsi ad un trattamento sanitario imposto da un atto amministrativo.
Cara cittadina, se vuole e può, vada dai Carabinieri e denunci quanto le hanno fatto.
Se poi il garante Dr. Nico Liberato vuol veramente rendersi utile, accompagni la cittadina dai Carabinieri a sporgere la denuncia-querela.
Pescara. Rifiuta di farsi il tampone per il Covid e le viene negata una prestazione chirurgica all’ospedale di Pescaa: a riferire quanto accaduto ieri a una donna è Nico Liberato, segretario Generale del comitato nazionale Difesa Minori.
“Siamo basiti dal ripetersi di tante incomprensioni, chiediamo un intervento rapido e risolutivo dell’assessore alla Sanità Nicoletta Verì e del Governatore Marco Marsilio, perché vengano risolte queste criticità anche attraverso un chiarimento regolamentare”, afferma Liberati, che aggiunge: “Neppure ai tempi del greenpass il paziente era vincolato per l’accesso alla prestazione dal possesso del tampone”
Secondo Liberati, alla donna “è stato detto che il rifiuto al tampone corrispondeva l’impossibilità ad effettuare l’operazione chirurgica e non basta al pagamento immediato di tutte le prestazioni preliminari l’operazione. Trattandosi della Unità Operativa Complessa Otorinolaringoiatria del Dottor Claudio Donadio Caporale, chiediamo – conclude – se queste richieste derivino da un preciso orientamento normativo ovvero se non rappresentino una eccessiva discrezionalità e persino una forzatura, che, per quanto ci riguarda non possono e non deve essere consentite, proprio per tutelare il buon nome della sanità abruzzese”.
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