Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, mercoledì 2 novembre, ha respinto la richiesta della Russia di istituire una commissione per indagare sulle sue accuse secondo cui l’Ucraina e gli Stati Uniti stanno svolgendo attività “biologiche militari” in violazione con la convenzione che vieta l’utilizzo di armi biologiche. La Russia ha incassato il solo sostegno della Cina mentre Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia si sono opposti, e le altre 10 nazioni non permanenti che compongono il Consiglio di Sicurezza si sono astenute (Albania, Brasile, Gabon, Ghana, India, Irlanda, Kenya, Messico, Norvegia, Emirati Arabi Uniti). Nessun esperto indipendente avrà quindi la possibilità di verificare se accuse tanto gravi siano o meno veritiere.
La scorsa settimana, la Russia ha consegnato ai membri del Consiglio un documento di 310 pagine con cui si sosteneva le accuse di attività biologica non consentita svolta in Ucraina con il sostegno del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. Il documento includeva una denuncia ufficiale al Consiglio di Sicurezza, sulla base dell’articolo VI della convenzione sulle armi biologiche del 1972, e una bozza di risoluzione che autorizzava il Consiglio di Sicurezza a istituire una commissione composta dai 15 membri del Consiglio per indagare sulle affermazioni della Russia.
L’ambasciatrice statunitense Linda Thomas-Greenfield ha definito la questione come una «colossale perdita di tempo». La diplomatica USA ha poi affermato che questa è solo un’azione che fa parte di una «campagna di disinformazione» di Mosca per coprire le malefatte che compie e le perdite che ha su territorio ucraino. «Gli Stati Uniti non hanno un programma di armi biologiche. Non ci sono laboratori ucraini di armi biologiche supportati dagli Stati Uniti», ha poi concluso Thomas-Greenfield.
L’ambasciatore russo alle Nazioni Unite, Vassily Nebenzia, aveva accusato gli Stati Uniti di condurre in Ucraina un lavoro con agenti patogeni mortali tra cui colera, peste, antrace e influenza e che non potevano essere giustificati con il pretesto della salute pubblica. Nebenzia ha detto che il documento portato dalla Russia in visione al Consiglio di Sicurezza era l’insieme delle prove recuperate dalle autorità russe, il quale suggerirebbe un’applicazione militare degli agenti patogeni. Tra le prove portate da Nebenzia anche il sequestro di droni in grado di trasportare fino a venti litri di liquido e con sistema di irrorazione.
Certamente viene da chiedersi perché non voler nemmeno indagare sulle accuse russe, molto gravi, che i Paesi occidentali definiscono assurde? Una indagine ONU che avesse certificato che le accuse di Mosca sono menzognere avrebbe fornito certamente per gli USA un modo per sbugiardare quella che bollano come propaganda. Tuttavia da Washington hanno preferito porre il veto sulla questione. Questo nonostante sia provata, e ammessa dagli stessi Stati Uniti, l‘esistenza di laboratori biologici in Ucraina, verso i quali una operazione di trasparenza sarebbe stata certamente opportuna. Considerando anche il fatto che sulle attività condotte in questi laboratori esistono da tempo alcune domande a tutt’oggi rimaste senza risposta.
[di Michele Manfrin]
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