Nemmeno il tempo di mettere il piede in terra di Romagna che il generale, Francesco Paolo Figliuolo, neo commissario alla ricostruzione dopo l’alluvione che a inizio maggio ha colpito l’Emilia Romagna e parte di Marche e Toscana, si ritrova da stamane a dover fare i conti con una vera e propria selva di problematiche. Tra le tante c’è anche quello emersa nelle scorse ore che riguarda il lunghissimo documento già inviato dalla Regione al Dipartimento della Protezione civile per chiedere i fondi per coprire i costi degli interventi di grande urgenza legati all’alluvione. I vertici della Regione Emilia Romagna han calcolato si tratti di una somma di 1,9 miliardi di euro. E questo solo per gli interventi di prima emergenza. Ora il documento è al vaglio del governo che, con grande accuratezza, sta controllando caso per caso tutti gli interventi su cui serve metter mano. Ma pare che l’elenco arrivato alla Protezione civile contenga, anche problematiche che poco hanno a che fare con la recente alluvione. Certamente si tratta di problematiche da risolvere prima o dopo, ma che – a detta di chi in queste ore sta leggendo le carte non hanno un nesso diretto con l’ondata di pioggia riversatasi sulla maggior parte della regione all’inizio del mese di maggio.
TUTTO FERMO
Sono diverse opere, strutture e infrastrutture che coinvolgono buona parte della regione. Da Bologna, a Cesena passando per Forlì ma anche centri più piccoli che a ben guardare poco hanno a che fare con quello che è accaduto solo qualche mese fa sul territorio dove tutto è, purtroppo, anche a causa delle condizioni meteo non ottimali, ancora pressoché fermo. «Per quel che riguarda il Comune di Cesena erano già state fatte contestazioni al sindaco, Enzo Lattuca che, già nel primo invio di documentazione, aveva inserito (così come ha fatto nel secondo quello della conta dei danni, ndr) le infiltrazioni alla Biblioteca Malatestiana, oppure gli inteventi sul torrente Cesuola per cui ha chiesto danni per 15 milioni» spiega a Libero l’onorevole di FdI, Alice Bonguerrieri, «ma sappiamo che le problematiche di quel corso erano preesistenti visto che sul Cesuola era già stato firmato un accordo di programma in cui serviva della manutenzione. Stessa cosa ha fatto anche per altri immobili storici ma anche delle abitazioni dell’Erp i cui danni non sono legati certo all’alluvione, ma semplicemente a una cattiva manutenzione».
CONDANNA
Per questo la parlamentare di Cesena condanna duramente l’atteggiamento del primo cittadino visto che «davanti a una simile criticità servirebbe un atteggiamento responsabile anche da parte degli enti locali: credo che di fronte a questa tragedia non c’è proprio il tempo materiale per poter continuare a fare battaglie politiche che servono davvero a poco». E chi vuole in ogni modo evitare di far diventare l’alluvione dell’Emilia Romagna uno scontro partitico è il presidente di Confagricoltura ER, Marcello Bonvicini che lancia un grido d’appello: «L’agricoltura non può più attendere: serve una legge speciale, un iter legislativo straordinario per garantire gli indennizzi» spiega, aggiungendo che «il decreto Alluvioni non basta visto che lasciano fuori almeno il 30% del territorio colpito». Per questo Bonvicini sollecita modifiche al testo del Decreto, l’ampliamento dell’area delimitata e l’allungamento della durata delle agevolazioni previste. Poi per il numero uno di Confagricoltura occorrerebbe riscostruire strutture e infrastrutture varie anche valutando l’ipotesi di metter mano al Pnrr. «C’è molta esasperazione sia da parte degli agricoltori sia dei cittadini che chiedono acconti per far fronte alle spese, che in parte hanno già anticipato. Più passa il tempo» afferma il presidente, «più i problemi si acuiscono per chi abita e lavora nei luoghi alluvionati». E se la sospensione delle rate dei mutui e delle altre pendenze fiscali aiuta non poco, chiosa Bonvicini, sarebbe proficuo allungare la sospensione fino a dicembre. La parola ora passa al generale Figliuolo.
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