Dall’inizio della presunta pandemia da COVID19 sono emerse numerose criticità: dal punto di vista statistico, sanitario e costituzionale. La maggior parte delle falle legislative ha portato a numerosi successi in sede legale se non altro costringendo i giudici ad occuparsene, anche per le evidenti carenze scientifiche alla base dei ripetuti e schizofrenici DPCM emanati sia dal governo Conte che dall’attuale governo Draghi.
Una gestione fallimentare, oggi sotto la lente d’ingrandimento anche della Procura di Bergamo che ha aperto un’inchiesta sulla gestione del Covid nella Bergamasca, nel corso della prima ondata di un anno fa. Tra gli indagati per false informazioni rese ai pm sul piano pandemico anche il direttore aggiunto dell’Oms ed ex direttore generale della Prevenzione al Ministero della Salute, Ranieri Guerra.
Nel mentre continuano ad essere negate e contrastate le terapie domiciliari e preventive, comprovate su migliaia di casi, e ad essere favoriti protocolli che sempre più si stanno dimostrando vera causa dell’emergenza: vigile attesa, lockdown, isolamento, limitazione delle libertà individuali e blocco di molte attività produttive e di servizi, obbligo di vaccini sperimentali, non efficaci (per ammissione delle aziende produttrici e delle stesse autorità sanitarie italiane) e non sicuri. Ma soprattutto contrari a qualsiasi diritto e etica: Diritto naturale alla vita e alla libertà, dichiarazione di Oviedo, Carta dei Diritti umani, carta di Norimberga, Costituzione italiana, codice deontologico dei medici, giuramento di Ippocrate…
Sono sempre più numerose le denuncia dell’uso strumentale del principio della tutela della salute pubblica tramite l’obbligo di legge, per scardinare il diritto fondamentale tutelato dall’art. 32 della Costituzione con argomenti infondati scientificamente.