di Cesare Sacchetti
Un caldo pomeriggio d’estate, la folla allegra radunata sul prato della cittadina di Butler, in Pennsylvania, laddove nel 2020 si consumò un massiccio broglio elettorale ai danni di Donald Trump.
Il clima sembrava festante e sereno, e nulla lasciava presagire quello che sarebbe accaduto di lì a poco quando Trump aveva iniziato a parlare ai sostenitori che si erano radunati per ascoltarlo.
Si sentono degli spari riecheggiare nell’aria, almeno 3, e si vede Trump che si porta la mano all’orecchio destro, sanguinante.
Il servizio segreto che avrebbe dovuto impedire tutto questo agisce con grave ritardo e sale sul palco per fare da scudo a Donald Trump gridandogli “duck”, ovvero “abbassati”.
Trump si china a terra con l’orecchio destro sanguinante e si sentono altri spari diretti contro il cecchino, tale Thomas Matthew Crooks, un 21enne che avrebbe sparato con un fucile AR-15 contro il candidato dei repubblicani alle presidenziali di novembre.
Passano alcuni minuti, e Trump si rialza ancora sanguinante ma alza il pugno verso la folla gridando “fight” ovvero “combattete” a dimostrazione che nemmeno sotto le circostanze più estreme si arrende ed è disposto a dare la vita per il suo Paese.
Impossibile pensare che tale tentativo di omicidio possa aver avuto luogo senza che la macchina del servizio segreto si accorgesse di nulla. Ci sono testimoni che riferiscono di aver visto il cecchino pronto a sparare e di aver provato ad avvisare la polizia locale, ma questa invece avrebbe fatto spallucce e lasciato l’attentatore lì dove si trovava.
Ora stanno emergendo dei resoconti sull’attentato in base ai quali gli uomini del servizio segreto avrebbero visto in anticipo l’attentatore, e ciò appare perfettamente logico considerata la loro posizione, ma qualcuno avrebbe dato ai cecchini addetti alla sicurezza presidenziale di non aprire il fuoco.
Il profilo dì un’agenzia stampa indipendente riporta l’indiscrezione sull’ordine di non sparare contro l’attentatore
Sarà necessaria una approndita inchiesta per risalire alla verità, ma non dubitiamo che Trump agirà presto ed efficacemente per scoprire chi nella catena di comando lo ha tradito.
Nelle ore successive intanto si è messa in moto la macchina della disinformazione che noi abbiamo ribattezzato più volte “falsa controinformazione” che già più volte in passato si è resa protagonista di non pochi depistaggi quali quello più famigerato di Draghi “sovranista” redento, oppure l’altro filone che fabbrica in continuazione montature a sfondo terroristico per far credere alle persone che la farsa pandemica non sarebbe mai finita.
Assieme a questi poi c’è un terzo filone, ovvero quello di liquidare Trump come “sionista” nonostante questi abbia separato la sua politica estera da quella di Israele assieme a quello di definire i BRICS e il mondo multipolare come parte del mondialismo.
Lo scopo comune è sempre quello di chiudere i lettori in una gabbia permanente e far credere che anche i patrioti che nei vari Paesi del mondo si stanno opponendo a questo satanico progetto della governance mondiale siano tutti parte dello stesso gioco.
Si vogliono tagliare le gambe a chi cerca una speranza o una via d’uscita e anche in questa occasione i vari mestatori e falsari si sono messi all’opera con la loro campagna di bugie.
Poco importa che Trump abbia perso un pezzo d’orecchio e poco importa che si sia salvato per un vero e proprio miracolo, soltanto perché ha mosso la testa all’ultimo momento in una mossa che pensiamo noi sia stata veramente accompagnata dalla Divina Provvidenza che ieri sera gli ha salvato la vita.
Si vuole far credere addirittura che Trump voglia svignarsela dopo 8 anni nei quali ha dato tutto al suo Paese e ha rinunciato ad una quiete vita da pensionato tra le spiagge della Florida, sacrificando anche il tempo libero con la sua famiglia.
La guerra del mondialismo contro Donald Trump
Quanto accaduto ieri in Pennsylvania non è che la catena di una lunga serie di attentati che non è iniziata in questi giorni.
E’ iniziata nello stesso momento nel quale Trump annunciò di voler correre per le presidenziali americane nel 2016, sconvolgendo tutti gli equilibri e le decisioni prese al chiuso delle stanze del circolo del Council on Foreign Relations, che dagli anni’20 ha deciso tutti i presidenti degli Stati Uniti per conto della famiglia Rockefeller e delle altre “grandi” famiglie del mondialismo, così come si sconvolti gli stessi equilibri che vedono gli stessi poteri radunarsi ogni anno tra i boschi californiani del Bohemian Grove e decidere il destino dell’America e del mondo intero.
Trump ha messo fine alla continuità dello stato profondo americano. Trump ha ripreso in mano il filo della storia che era stato spezzato quel 23 novembre del 1963 a Dallas, quando John Fitzgerald Kennedy fu giustiziato pubblicamente a Dallas.
E non si può vedere una sorta di passaggio del testimone tra i due presidenti. La vera storia dell’omicidio Kennedy è narrata nel libro di Michael Piper dal titolo “Il legame mancante” nel quale si narrano i durissimi contrasti tra la presidenza Kennedy e la lobby israeliana.
JFK non aveva suscitato le ire dello stato profondo di Washington per la sua intenzione di volersi ritirare dal Vietnam ma per quella di separare la politica estera americana da quella israeliana ed opporsi alla realizzazione dell’impianto nucleare nello stato ebraico.
Kennedy non voleva che Israele diventasse una potenza nucleare e temeva che la leadership di questo stato animata dalla folle volontà imperialista di estendere i confini di Israele per giungere alla nascita della Grande Israele avrebbe trascinato l’America e il mondo intero in una terza guerra mondiale annunciata con un secolo d’anticipo nella corrispondenza tra Albert Pike e Giuseppe Mazzini, due figure tra le più influenti della massoneria mondiale.
Kennedy voleva restituire all’America la sua sovranità esattamente come vuole fare Trump e se si guarda il percorso della politica estera del secondo si vedrà che in nessun modo, e sottolineano quest’ultima espressione, questa abbia fatto gli interessi dello stato ebraico.
Trump ha suscitato le ire di Israele attraverso la decisione di ritirarsi dal Medio Oriente e la decisione di riconoscere Gerusalemme come capitale dello stato ebraico non è stata accompagnata da un trasferimento definitivo ed ultimo della sede diplomatica americana nella città contesa, che è stata la città dalla quale iniziò la storia del cristianesimo rifiutato dagli ebrei dell’epoca.
Trump voleva chiudere il cerchio e la sua strategia è stata alquanto abile e astuta attraverso delle dichiarazioni di stima nei riguardi di Israele che poi sono state un vero e proprio non sequitur per ciò che riguarda la politica estera, in nessun modo compatibile con gli interessi dello stato ebraico.
Occorreva rimuovere quest’uomo dalla Casa Bianca. Occorreva scatenargli contro ogni possibile mezzo per rovesciarlo ed è iniziata una lunga serie di golpe e di attentati alla sua vita che sono puntualmente falliti.
Il primo golpe fu il famigerato Spygate nel qual sono coinvolti Renzi e Obama. L’ultimo, l’Italiagate, dove è coinvolto l’intera classe politica italiana assieme ovviamente allo stato profondo americano.
Gli attentati sono stati numerosi. C’è stato il cecchino che sparò contro un elicottero di Trump. C’è stato un drone che stava per colpire il suo aereo e ce n’è stato un altro drone che ha sparato contro la finestra della sua camera a Mar-a-Lago, ma questa notizia non ha ma raggiunto però le pagine dei quotidiani internazionali come altri tentativi di assassioni contro il presidente.
C’è stato il più grande e coordinato sforzo eversivo che si sia mai visto non solo nei riguardi di un presidente degli Stati Uniti, ma contro ogni capo di Stato in qualsiasi parte del mondo.
Ogni tentativo è fallito. Ogni tentativo di ripristinare il precedente status quo è stato sventato da Trump, e l’ultimo della serie, l’attentato di ieri, stavolta forse è stato sventato dalla mano divina perché il servizio di sicurezza di Trump non ha chiaramente fatto il suo lavoro, e la polizia locale quando è stata avvertita dai testimoni e dal pubblico della presenza di un cecchino appostato, non ha fatto nulla e ha lasciato che l’aspirante assassino sparasse il suo colpo prima che il servizio segreto lo uccidesse, guardandosi bene dal prenderlo vivo e interrogarlo.
Il probabile repulisti di Trump in arrivo
Se questa uccisione dell’assassino è per nascondere le trame che gli hanno consentito di sparare a Trump, allora crediamo che gli eversori avranno un brusco risveglio perché il presidente riuscirà probabilmente a scoprire tutto grazie agli uomini della intelligence militare che lo assistono.
Se ci sono altri traditori o infiltrati, verranno smascherati e questa è l’occasione ideale per Trump per fare una definitiva e accurata pulizia di coloro che fanno parte della sicurezza presidenziale.
I democratici e i loro burattinai hanno avuto la loro occasione e adesso non ne avranno più.
Impossibile sostituire Biden, poiché chiaramente non è il partito democratico americano ad avere in mano il pallino dell’amministrazione presidenziale, non da adesso però, ma dal 2021 almeno, quando il vero e proprio passaggio di consegne tra le due amministrazioni non si verificò mai per le ragioni delle quali abbiamo parlato in precedenza.
Adesso saranno mesi infuocati perché la cavalcata di Trump verso il ritorno ufficiale alla Casa Bianca si annuncia ancora più trionfale.
Si preannuncia una vera e propria ondata rossa, come il colore del partito repubblicano americano.
In Italia, la situazione di generale dismissione dell’intero sistema politico concepito con l’infame armistizio di Cassibile si farà ancora più acuta e intensa.
Nonostante le ipocrite dichiarazioni di rito dei vari politici dei partiti della disgraziatissima Seconda Repubblica, tutti volevano in cuor loro che Donald Trump fosse ucciso.
Era l’ultima spiaggia per poter salvare il sistema politico italiano che affonda tra faide interne e feroci guerre intestine in seno alle logge massoniche che sono accompagnate da una interminabile serie di “suicidi” estremamente anomali.
Non ci sarà più alcuna possibilità ora. Adesso il cerchio, se già non è chiuso, lo sarà ancora di più e sarà del tutto blindato.
Il processo storico che è iniziato con la fine della farsa pandemica non si arresterà, ma proseguirà ancora più inesorabile verso il suo traguardo ultimo.
Non c’è possibilità alcuna di riesumare il tanto voluto Nuovo Ordine Mondiale.
Si giungerà al definitivo smantellamento di tale disegno massonico totalitario attraverso il ritorno ufficiale di Donald Trump alla Casa Bianca.
Occorrerà essere pronti ad una situazione rovente di generale instabilità politica e di dismissione degli attuali partiti già attraversati da pesanti contrasti interni.
Ieri la mano della storia ha impedito che questo percorso fosse interrotto.
I vari incappucciati e appartenenti alle sette sataniche che governano le democrazie liberali dovranno prima o poi farsene una ragione.
E’ finita, e qualsiasi tentativo di non voler accettare questo verdetto non è altro che una sorta di accanimento terapeutico per provare a tenere in vita il morto cerebrale del mondialismo e della sua folle ambizione di dominare il mondo e di cancellare le nazioni.
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