Voti comprati per 50 euro, trovato un database con duemila nomi. Secondo l’accusa sarebbero state condizionate le elezioni comunali di Triggiano e Grumo Appula
ARI. Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, «ha accettato le dimissioni dall’assessore ai Trasporti, Anita Maurodinoia». Lo comunica in una breve nota la Regione. Maurodinoia è indagata nell’inchiesta per voto di scambio che oggi ha portato a 10 ordinanze di custodia cautelare. Tra gli arrestati, ai domiciliari, c’è anche suo marito, Sandro Cataldo. L’assessora regionale dimissionaria ha rassegnato le sue dimissioni anche dagli organismi del Partito Democratico.
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L’inchiesta, voti venduti per 50 euro
Un’associazione finalizzata alla corruzione elettorale avrebbe permesso di comprare voti, anche al prezzo di 50 euro l’uno, alle elezioni amministrative del 20 e 21 settembre 2020 nel comune di Grumo Appula, e del 3 e 4 ottobre 2021 nel comune di Triggiano, in provincia di Bari. È quanto accertato dall’indagine che ha portato all’esecuzione di 10 misure cautelari. Agli arresti domiciliari anche il sindaco di Triggiano, Antonio Donatelli, e Sandro Cataldo, marito dell’assessora regionale ai Trasporti, Anita Maurodinoia, e referente del movimento «Sud al centro». Nei confronti della Maurodinoia è stata eseguita una perquisizione.
Dei dieci indaganti, uno è finito in carcere, sette ai domiciliari
Dei dieci indaganti, uno è finito in carcere, sette ai domiciliari. Notificati anche due divieti di dimora nel Comune di Triggiano. Secondo l’indagine della procura di Bari, condotta dai carabinieri, in entrambe le tornate elettorali sarebbero state orientate le preferenze di voto di numerosi elettori, attraverso il pagamento di denaro ed altre utilità. In particolare, Cataldo, referente del movimento politico Sud al Centro, avrebbe acquistato voti per le elezioni nel Comune di Triggiano nel 2021.
I nomi degli arrestati
Oltre a Cataldo e al sindaco Donatelli sono stati destinatari dell’ordinanza di arresti domiciliari sono il consigliere municipale di Bari Armando De Francesco, Giovanni Lavacca, Alberto Leo Perrelli, Piergiorgio Andrea Perrelli e Vito Perrelli, vicesindaco di Triggiano. In carcere, come detto, l’assessore alla Sicurezza di Grumo Nicola Lella. Divieto di dimora per Gaetana Lanotte e Francesco Donatelli, figlio del sindaco. Le misure cautelari chieste dalla Procura erano state 15, gli indagati sono in tutto 72, tra loro anche numerosi elettori.
Il sistema applicato anche alle Regionali
L’indagine ha permesso inoltre di accertare che un sistema analogo era già stato applicato l’anno precedente, nel settembre 2020, durante le elezioni di Grumo Appula. In quel caso, il risultato da raggiungere sarebbe stata la rielezione dell’allora assessore alla Sicurezza e alla Polizia municipale, il 33enne Nicola Lella, destinatario del provvedimento di custodia cautelare in carcere. Lella, nell’agosto 2021, era stato arrestato dai carabinieri che lo avevano sorpreso mentre riceveva una tangente da 5mila euro da un imprenditore. Nel 2020 fu eletto con la lista civica “Impegno per Grumo”, a sostegno del sindaco Michele Antonio Minenna.
Tale sistema sarebbe stato rodato per le elezioni comunali di Grumo del settembre 2020, che si svolsero insieme alle regionali. L’obiettivo della presunta associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale – secondo le ipotesi della Procura – era di fare eleggere Anita Maurodinoia al Consiglio regionale e Nicola Lella e Giuseppe Fiore nel Consiglio comunale di Grumo.
Gip: “Esistenza di un sistema politico clientelare”
«Le dinamiche inerenti gli illeciti elettorali a Bari trovano riscontro effettivamente nelle indagini di altri procedimenti penali inerenti diverse tornate elettorali e in diversi territori (Bari, Ceglie del Campo, Grumo Appula) a conferma dell’esistenza di un sistema politico clientelare e di una macchina organizzativa che si attiva con modalità illecite in ogni competizione elettorale». È un passaggio dell’ordinanza firmata dal gip Paola Angela De Santis, che oggi ha portato all’esecuzione di dieci misure cautelari nel Barese per corruzione elettorale. Nell’ordinanza vengono riportati stralci delle accuse della Procura di Bari, secondo i pm esiste «un sistema escogitato da Sandro Cataldo», marito della dimissionaria assessora regionale Anita Maurodinoia, indagata, «per controllare l’effettivo esercizio del voto in favore del suo partito politico« Sud al Centro e «della moglie Anita Maurodinoia, in particolare mediante formule di voto da imporre agli elettori».
Il sindaco di Bari Decaro: “La nuova inchiesta sul voto di scambio non mi sorprende”
«Rispetto al voto di scambio, è una questione che non mi sorprende. Per primo, durante le ultime elezioni, ho fatto delle denunce circostanziate, ne ho fatte tre. Due di quelle erano per persone che votavano per me, per liste legate al mio nome». Lo ha detto il sindaco di Bari, Antonio Decaro, a margine del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza riferendosi alla nuova inchiesta sul voto di scambio che stamattina ha portato all’arresto del marito dell’assessora regionale ai Trasporti, Anita Maurodinoia, (Pd) che risulta indagata e si è dimessa. «L’inquinamento del voto – ha aggiunto Decaro – la corruzione, la compravendita del voto ci sono e sono cose che dobbiamo attenzionare tutti». «Come ho detto più volte – ha detto – va alzato il livello di guardia, vanno aumentati gli anticorpi, lo devono fare tutte le forze politiche a cominciare da chi amministra. Su questa nuova inchiesta, aspetto di capire l’evoluzione delle indagini e degli arresti di stamattina
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