Il 27 gennaio ricorre la celebrazione della Giornata della Memoria
Ricordare quanto la Storia dovrebbe, anzi deve, aver insegnato.
La Giornata della memoria ricorda alle generazioni di ieri, di oggi e di domani, non solo gli orribili crimini commessi dal regime nazista, e le sue tragiche conseguenze, ma anche la sordità, la cecità, l’incapacità di riconoscerne il pericolo in tempo forse utile. Almeno per le proprie coscienze…
Ricordare le terribili discriminazioni cui furono costretti ebrei, zingari, dissidenti politici, disabili, omosessuali…per la loro condizione di appartenenza sociale, politica, sanitaria, dovrebbe essere monito chiaro e indelebile, e oggi indifferibile, affinché l’uomo non compia ancora lo stesso orribile, quanto “banale male”.
Quante sono le assonanze che quel contesto storico rievoca nella realtà che oggi terribilmente si ripresenta? Come se nulla fosse allora accaduto. Come se a nulla fosse servito il sacrificio e l’orrore, la pena e la miseria, la guerra e la devastazione.
Come se tutti avessero, appunto, perso la memoria. Dimenticato.
Oggi come allora lavoratori e studenti vengono allontanati dalle loro attività a causa di una scelta che non ha più nulla di libero. Oggi come allora cittadini comuni non hanno più accesso a servizi pubblici di cura, assistenza, trasporto, cultura, educazione a causa dell’odioso discrimine voluto, studiato e agito certo da un governo che ha perso il senso del rispetto per ogni diritto umano fondamentale, costituzionale e sovranazionale. Ma concesso, accettato, quando non approvato e condiviso, da una parte di popolazione che non riesce più a distinguere le categorie del giusto e dello sbagliato, del sano e del malato. Una popolazione che pare avere, appunto, dimenticato.
Onorare quella memoria deve significare oggi, ancora e ancor di più, invitare ognuno di noi a non ricommettere lo stesso errore fatale, a ripercorrere con lucidità e senza distrazioni, quella pagina di storia e le sue implicazioni, ad evitare che le discriminazioni di allora ritornino più subdole, più sordide, ma con immutata e tagliente efficacia.
“Vietato l’ingresso ai ragni e ai visigoti” potrebbe diventare il veicolo sagace e ironico, da proporre a esercenti e negozianti di ogni genere e tipo. A condizione che la parafrasi genuinamente provocatoria venga corredata dalla chiusura…
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