La scuola italiana è un parcheggio. Con Draghi lo diventa all’ennesima potenza.
Se escludiamo alcune rare eccezioni, siamo fermi a un modello educativo ottocentesco. Conoscenza e valori vengono trasmessi con un sistema immobile, statalista, centralizzato, privo di vita.
Al massimo la scuola fa leva sulla buona volontà degli insegnanti e dei genitori, quando c’è. Con il genio personale dei ragazzi, di solito, ci si incarta il pesce e il merito resta un miraggio. Ma sono fatti risaputi di un sistema in agonia non solo nei modelli educativi, anche nelle strutture. Nel 2020-2021 l’associazione Cittadinanza Attiva ha segnalato 35 crolli di pezzi di edifici, svelando che il 54% degli istituti sono privi di un certificato di agibilità, con 17.000 aule in sovraffollamento. Dal 2013 al 2017 l’associazione ha catalogato ben 156 crolli, con un bilancio di 24 feriti.
Forse in linea con questo brillante affresco l’1 giugno scorso, il ministero dell’Istruzione ha approvato un’Ordinanza che stabilisce la promozione degli studenti ucraini frequentanti la scuola italiana anche se risultassero insufficienti a fine anno. Avete capito bene: il ministero dell’Istruzione del governo Draghi ha deciso di promuovere e ammettere agli anni scolastici successivi gli studenti ucraini (esonerandoli dagli esami di Stato) anche se risultassero insufficienti.
Oltre 27 mila studenti ucraini nelle scuole italiane
Allo scoppio della guerra, a febbraio, 27.323 studenti ucraini sono stati accolti nelle nostre scuole statali e paritarie. Ora, è normale che non conoscano la lingua italiana, non riescano ad apprendere le materie insegnate, che siano in grande difficoltà. Siamo in una situazione di emergenza. Ma quando si sceglie una strada simile, si predispongono mezzi e strutture per mettere le persone, i ragazzi, in condizioni di integrarsi, di apprendere e si adottano interventi speciali per tentare di interagire davvero. A meno che non si intenda la scuola come un parcheggio.
“Del doman non v’è certezza”, diceva un grande politico del Rinascimento. Nel caso la guerra prolungasse la sua durata e questi profughi restassero in Italia il governo Draghi avrebbe creato un vero “capolavoro”.
“Da noi è impossibile una cosa del genere”, mi hanno risposto degli amici americani ai quali ho raccontato dell’Ordinanza del ministero. Non capivano. Mi hanno letteralmente subissato di domande. E quando hanno compreso che in Italia il titolo di studio ha un valore mi hanno chiesto se eravamo deficienti. In un sistema non meritocratico come il nostro, in questo modo, creiamo solo manodopera poco istruita e a basso costo in competizione con gli stessi ragazzi italiani. D’altronde è difficile riescano ad integrarsi in così poco tempo. Ma si potevano fare altre scelte con meccanismi di volutazione differenti.
E gli altri studenti immigrati?
Sei un ragazzo ucraino: perché devi studiare? Capire la lingua? La cultura? Integrarti nel luogo d’accoglienza? Faticare? Se ti daranno la promozione comunque! Se per le classi inferiori è normale la promozione automatica risulta almeno diseducativo per gli istituti superiori.
E cosa ne penseranno i tanti ragazzi immigrati, ma di nazionalità non ucraina, che comunque affrontano le stesse difficoltà con lingua italiana? Un ottimo messaggio a ridosso degli attuali esami di maturità.
Se l’università italiana è per molti un parcheggio anche le scuole superiori sembrano allinearsi sulla stessa strada.
L’Ordinanza spiega che i 27.323 ragazzi ucraini sono distribuiti nelle classi di ogni ordine e grado e in tutte le Regioni, “con punte del 21% in Lombardia, 12% in Emilia Romagna e 10% in Campania”.
“Il CSPI (Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, ndr), infine, auspica”, scrive l’Ordinanza, “che per l’avvio del prossimo anno scolastico sia prevista la presenza di alfabetizzatori e mediatori linguistico-culturali che possano supportare le istituzioni scolastiche interessate a realizzare, nel corso dell’anno scolastico 2022/23, tutte le attività idonee a sostenere gli alunni e gli studenti nel raggiungimento degli obiettivi definiti nei Piani di apprendimento individualizzato, previsti dagli artt. 2, comma 6, e 3, comma 5, dello schema di Ordinanza”.
Grazie per l’auspicio. Vista l’aria che tira non resta che augurare buona fortuna, ma soprattutto ai ragazzi italiani.
Fonte: Byoblu
Siamo entusiasti di comunicarvi la partnership tra Oggi Notizie e cazzeggiando, un social libero da CENSURE, Intelligenza Artificiale, e algoritmi di controllo. Con il nuovo social cazzeggiando hai la possibilità di pubblicare tu stesso notizie e argomenti di tuo interesse, aprire gruppi pubblici o privati e interagire con tutti gli iscritti attraverso una chat in tempo reale. Cazzeggiando preserva e promuove la possibilità di esprimersi e condividere opinioni, incoraggiando una discussione rispettosa e civile tra gli utenti.
Cazzeggiando non solo è totalmente gratuito, ma chi volesse sostenere il progetto sottoscrivendo un abbonamento avrà la possibilità di GUADAGNARE invitando amici ad iscriversi e monetizzare tramite i contenuti che pubblicherà