Il decreto è stato approvato in consiglio dei ministri. I cittadini stranieri potranno essere allontanati “per motivi di ordine pubblico e sicurezza dello Stato”. Stop alle domande di asilo “dilatorie” e più tutele per le donne. Meloni: “Con le nuove regole non sarà più possibile mentire sull’età reale”
Il governo vara una nuova stretta sull’immigrazione. Il decreto approvato in consiglio dei ministri prevede espulsioni più facili, più controlli sui visti di ingresso e la verifica dell’età dei minori non accompagnati. Il provvedimento interviene in materia di “soggetti pericolosi”, ha detto il ministro dell’Interno Piantedosi in conferenza stampa, stabilendo che i così detti soggetti “lungo soggiornanti”, ovvero titolari un permesso di soggiorno illimitato in quanto in Italia da più di 5 anni, possano essere espulsi con decisione del ministero dell’Interno “per motivi di ordine pubblico e sicurezza dello Stato”. Le espulsioni potranno avvenire, su decisione del prefetto, anche per “gravi motivi di pubblica sicurezza”, possibilità che secondo quanto ha spiegato Piantedosi finora era estesa solo ai cittadini “non lungo soggiornanti”. L’espulsione scatterà anche per chi è destinatario “di una misura di sicurezza disposta dall’autorità giudiziaria per pericolosità sociale”.
Più controlli sui visti
Saranno inoltre potenziati i controlli sui visti. “Viene previsto – ha detto il ministro – che un contingente di 20 unità del personale della polizia di Stato possa essere collocato presso ambasciate e consolati per potenziare l’attività di controllo sulla regolarità dei visti di ingresso. Questo ai fini di scongiurare tentativi di immigrazione illegale attraverso falsi documenti”.
Stop alle domande di asilo “pretestuose e dilatorie”
Il nuovo giro di vite deciso dal governo prevede poi che se un migrante presenta una nuova domanda di protezione internazionale durante l’esecuzione di un provvedimento di espulsione, il presidente della commissione territoriale possa valutare “preliminarmente e immediatamente l’eventuale inammissibilità della domanda”. In questo modo secondo il governo si contrasta la pratica delle domande di asilo pretestuose e dilatorie.
Anche chi ha più di 16 anni nei centri ordinari (ma solo in casi eccezionali)
Un’altra novità comunicata da Piantedosi in conferenza stampa è che “in situazioni di rilevante afflusso” se non c’è disponibilità di strutture per i minorenni, chi ha più di 16 anni potrà essere accolto su decisione del prefetto anche in centri ordinari. Ma solo in “via provvisoria e per non più di 90 giorni”.
I controlli sull’età dei minori
Le espulsioni non scatteranno solo per “gravi motivi di sicurezza”. Anche i migranti che mentono sull’età potranno essere allontanati dal suolo nazionale. Verranno poi previsti, sempre in condizioni di forte afflusso, accertamenti stringenti al fine di verificare l’età del migranti che dichiarano di essere minori, anche attraverso rilievi antropometrici e anche radiografici (raggi X). Viene inoltre stabilito che la procedura di accertamento dell’età debba concludersi entro 60 giorni. In questo modo, questo almeno è l’auspicio dell’esecutivo, dovrebbe venire meno la possibilità del migrante di autodichiarare la minore età.
Palazzo Chigi ha comunque bollato come fake news le indiscrezioni secondo cui con il decreto sarebbe abrogata la presunzione di minore età nei casi di dubbio. La norma resta invariata, ha fatto sapere il governo con una nota diramata nel pomeriggio. Viene soltanto “eccezionalmente accelerata, in presenza di flussi particolarmente ingenti, la procedura di accertamento, effettuata sotto controllo di garanzia dell’Autorità giudiziaria competente”. Non è dunque “prevista alcuna inversione dell’onere della prova circa l’età del minore” si legge nella nota di Palazzo Chigi. Nel decreto, ha detto Piantedosi, c’è “un intervento in tema di identificazione di minori stranieri non accompagnati” senza ”derogare alle tutele che competono”, anche ”in conformità al diritto dell’Ue per i minori”.
Più tutele per le donne migranti, limiti alla capienza dei centri di accoglienza
Il provvedimento stabilisce anche dei limiti alle deroghe sulla capienza dei centri di accoglienza per evitare il ripetersi di episodi di sovraffollamento come quelli visti di recente a Lampedusa. Rispetto alle bozze circolate nelle scorse ore il decreto appare comunque confermato nel grosso del suo impianto. Nella nuova versione non c’è però traccia dell’articolo che prevedeva l’intervento della guardia costiera negli hotspot in caso di arrivi consistenti e ravvicinati.
Pianteodosi ha anche smentito la notizia secondo cui sarebbe stato eliminato il diritto alla protezione delle donne in gravidanza. Il diritto di accedere al sistema di accoglienza e integrazione (Sai) è stato invece esteso a tutte le donne migranti e non solo a quelle incinte (come avveniva finora).
Il decreto prevede inoltre un incremento di 400 unità del personale delle forze armate dell’operazione “Strade sicure”, dal primo ottobre al 31 dicembre 2023. Nonché 5 milioni di euro per l’anno 2023 e 20 milioni di euro dal 2024 fino al 2030 per interventi a favore della polizia di stato e dei vigili del fuoco.
“Rendiamo più veloci le espulsioni degli immigrati irregolari pericolosi” ha commentato sui social la presidente del consiglio Giorgia Meloni. “Introduciamo la piena tutela per tutte le donne e manteniamo quella per i minori ma con le nuove regole non sarà più possibile mentire sull’età reale”.
Si allontana l’ipotesi di una missione navale dell’Ue
Intanto giovedì a Bruxelles è prevista una riunione del consiglio affari interni proprio per fare il punto sull’emergenza sbarchi. Nel Coreper, il comitato dei rappresentanti permanenti presso l’Ue, “finora non ci sono stati dibattiti in concreto” sulla possibilità di istituire una missione navale europea nel Mediterraneo Centrale per tentare di ridurre i flussi migratori dal Nordafrica. A dirlo, citato dall’Adnkronos, è un alto funzionario Ue alla vigilia del summit.
Nel Mediterraneo Centrale, osserva la fonte, “ci sono già state operazioni navali nel passato. Un’operazione navale “comporta vantaggi e svantaggi”, nota, “dipende da come si fa e dal momento in cui si fa”. È questo che “bisogna valutare” prima di, eventualmente, procedere. Anche l’idea di istituire una zona Sar, Search And Rescue (ricerca e soccorso), per la Tunisia, sul modello di quella libica, “è una proposta”, ma “come sappiamo, può essere rischiosa. Per ora – conclude il funzionario confermando le indiscrezioni raccolte da EuropaToday – non abbiamo avuto discussioni su cose così concrete nel Coreper”.
Fonte: https://www.today.it/attualita/decreto-migranti-governo-meloni-novita.html
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