Preoccupazione in Occidente, Africa e Russia per il colpo di stato che ha destituito il presidente Mohamed Bazoum e portato al potere il generale Abdourahmane Tiani. Il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov: “Chiediamo il ripristino dello stato di diritto nel paese il prima possibile”
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a proposito del golpe militare che in Niger ha destituito il presidente Mohamed Bazoum e portato al potere il generale Abdourahmane Tiani, ha sottolineato che «si segue minuto per minuto l’evoluzione in Niger. Al momento sono poco meno di 100 gli italiani civili presenti nel paese africano, e poi altri 400 militari che fanno parte di un contingente ma non si trovano nella capitale. Sono tutti in sicurezza, La nostra ambasciata li ha contattati uno per uno: sono stati tutti invitati a rimanere nelle loro abitazioni. Adesso bisogna vedere cosa accadrà. Noi privilegiamo una soluzione diplomatica. Dipende però da come si muoveranno i Paesi dell’Africa occidentale che potrebbero decidere per un intervento militare», ha proseguito il vicepremier. «Mercoledì si riuniranno i capi di Stato maggiore e intanto c’è un ultimatum di 7 giorni ai golpisti. Noi ci auguriamo che si possa ristabilire un ordine democratico senza interventi militari».
Parole che però per il momento sembrano destinate a cadere nel vuoto, se è vero che ieri sono stati arrestati quattro ministri e il leader del partito presidenziale. La crisi nel paese africano alimenta la tensione internazionale, perché domenica c’è stato un tentativo di assalto all’ambasciata francese che ha indotto il presidente Emmanuel Macron ad avvertire che la Francia difenderà con forza i suoi interessi nazionali e a sospendere qualsiasi tipo di cooperazione e di sostegno al bilancio nigerino.
Anche l’Ue ha congelato la cooperazione in progetti legati all’energia, alle infrastrutture e al settore minerario. «L’Unione Europea ribadisce i suoi chiarissimi appelli alla piena e completa restaurazione, senza indugio, dell’ordine costituzionale. Chiediamo l’urgente liberazione del presidente Bazoum e della sua famiglia», ha sottolineato Josep Borrell, alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera. Anche l’Ua, Unione africana, si schiera contro la giunta golpista che mercoledì ha preso il potere in Niger. Il Consiglio di sicurezza dell’Ua ha concesso ai militari del Niger 15 giorni per «ritornare immediatamente e incondizionatamente nelle loro caserme e ripristinare l’ordine costituzionale». Mentre il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, dopo il sostegno dell’armata Wagner ai militari, ha dichiarato che la Russia segue con preoccupazione gli sviluppi della situazione in Niger: «La situazione è fonte di grande preoccupazione Chiediamo il ripristino dello stato di diritto nel paese il prima possibile, chiediamo moderazione a tutte le parti in modo che non causi vittime»
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