Quando Kiko Arguello ha compiuto 80 anni lo scorso 9 gennaio del 2019, ha persino avuto l”onore” di ricevere gli auguri di Jorge Mario Bergoglio, come si fa in omaggio a quei personaggi che porterebbero lustro alla Chiesa Cattolica, ma il problema è che di cattolico nella chiesa presente c’è davvero molto poco.
Gli omaggi a Kiko Arguello sono una conseguenza di un problema apostatico del quale si dirà meglio in seguito, ma intanto è importante soffermarsi un istante sulla sua figura.
Arguello Wirtz, un cognome che a detta di alcuni tradisce qualche origine ebraica, è il fondatore di uno dei movimenti “cattolici” più noti del secolo scorso, ovvero il celebre, o famigerato, cammino neocatecumanale.
L’esperienza del cammino nascerebbe dalla imprescindibile esigenza da parte di questo pittore spagnolo di ripercorrere sulla carta le orme dei francescani e di abbracciare la povertà come stile di vita.
Arguello nei primi anni’60 passa molto tempo nei quartieri poveri di Madrid, originario della Castiglia, e la sua comunità sembra arricchirsi di tutti quei diseredati che sulla carta il buon cattolico dovrebbe cercare di aiutare e mettere sulla retta via.
La retta via cattolica non è però quella di Arguello. Il fondatore carismatico dei neocatecumenali ha elaborato una sua particolarissima teologia nella quale il cattolicesimo è praticamente sparito, sostituito invece da quello che appare chiaramente essere una religione o setta di ispirazione ebraica e protestante.
Qualche tempo addietro, a fare una anamnesi corretta del cammino fu, tra gli altri, monsignor Schneider, attuale vescovo di Astana, che ha avuto a che fare con la setta arguelliana e li ha definiti come un cavallo di Troia nel seno della chiesa che professa appunto un culto che richiama la teologia luterana e quella ebraica.
Nel cammino, la messa cattolica e il significato intimo e profondo del sacrificio dell’eucaristia agli occhi dei neocatecumenali assume le sembianze di un rito pagano, e allora ecco che la messa dei neocatumenali è più simile ad una cena del ricordo, del tutto in linea con l’impostazione luterana che ha spogliato la messa del suo significato più autentico.
Non si può purtroppo fare a meno di notare su tale questione le similitudini che sussistono tra la messa partorita dal Concilio Vaticano II, l’attuale Novus Ordo, e la citata messa protestante, in quella che appare una evidente protestantizzazione della Chiesa Cattolica partorita dai “padri” conciliari.
I neocatecumenali si trovano perfettamente a loro agio in questo nuovo spirito dei tempi modernista ed ecumenico e ciò spiega la loro fortuna e la loro crescente espansione dagli anni’60 in poi.
Il Concilio è stato pensato espressamente da ambienti massonici per infiltrare la Chiesa Cattolica e cambiarne la sua reale e autentica natura cattolica, sino a trasformare la Chiesa di Cristo in un piccolo altare illuminista che al posto del messaggio evangelico professa invece quello dei diritti umani e della filosofia illuminista di Voltaire e Rousseau, i philosophes iscritti alla libera muratoria e che nutrivano un profondo odio verso il cristianesimo e la Chiesa.
I diritti umani iniziano a comparire nei testi dei padri del Concilio e anche nelle encicliche dei pontefici post-conciliari, e il cavallo di Troia neocatecumanale ha davanti a sé una vera e propria prateria per potersi infiltrare e fare tutti quei danni che ha fatto alle anime dalla sua nascita.
La falsa teologia di Kiko Arguello
Arguello elabora una falsa teologia che é intrisa dello spirito del protestantesimo, della massoneria e dell’ebraismo.
Si arriva ad affermare che soltanto la Chiesa dei primi 4 secoli sarebbe stata quella autentica, mentre da Costantino in poi e dal suo editto di Milano, attraverso il quale l’imperatore romano riconoscerà la religione cristiana, sarebbe a suo dire nata una falsa chiesa che sarebbe durata per molti secoli fino al Vaticano II, momento di “illuminazione” assoluta della storia della Chiesa.
Kiko si considera proprio così. Il pittore spagnolo si considera una sorta di “illuminato” venuto per restituire alla Chiesa la purezza perduta che soltanto il Concilio poteva donare, quando nella realtà dei fatti tale falsa teologia capovolge completamente causa ed effetto, e mistifica la storia della Chiesa Cattolica.
In tutti i secoli precedenti il Concilio Vaticano II, la Chiesa è sempre stata un baluardo di civiltà e il pilastro cristiano attorno al quale ha prosperato la civiltà italiana ed europea.
La massoneria sin dalla sua esistenza ha dichiarato guerra a questa istituzione, in quanto essa incarna il katechon di paolina memoria, e ha il compito specifico di impedire e contenere la manifestazione della Bestia, ovvero del dominio di Satana sul mondo intero.
E’ una missione santa che spiega anche perché la Chiesa sia praticamente una delle poche istituzioni, se non l’unica, che esiste ancora da 2000 anni in quanto la sua fondazione non è di natura terrena, ma divina e il suo creatore è Cristo stesso.
Il cammino neocatecumenale da “brava” setta di natura protestante però, come si accennava sopra, capovolge interamente questa storia e considera corrotta la vera Chiesa Cattolica e “pura” invece quella sorta dopo il Concilio, nella quale si sono abbracciate ogni genere di eresie che nulla hanno a che vedere con il cattolicesimo.
L’iniziale apparente afflato francescano del cammino era soltanto una ipocrita facciata per indossare una maschera di purezza sotto la quale invece si cela un mondo di vessazioni e di tormenti che non viene mai raccontato dai media, che sono sempre molto preoccupati nell’infangare pontefici come Pio XII, ma che invece nulla dicono su quei falsi profeti e su quelle sette che tanto danno hanno fatto alle persone.
Se si dà uno sguardo al sito “Osservatorio sul cammino neocatecumenale”, che in questi giorni è stranamente irraggiungibile, si troverà un vastissimo archivio di documenti sul cammino e su coloro che raccontano l’incubo vissuto quando si trovavano al suo interno.
C’è la testimonianza di Isabella, madre di 4 figli, che è stata costretta a confessare i suoi peccati pubblicamente, in una blasfema parodia della confessione cattolica, e in una palese imitazione invece dei riti della massoneria e delle società esoteriche quali Skulls & Bones, nella quale gli iniziati vengono rinchiusi dentro un feretro e costretti a raccontare tutti i loro più intimi segreti.
Ce ne sono molte altre, che spiegano come chi si trova dentro la setta debba svuotare il suo conto corrente per dare i soldi al cammino e dare poi un decimo del suo stipendio ad essa, e, oltre a questo, gli esterni non sono affatto graditi tanto che spesso i matrimoni sono combinati tra gli stessi seguaci del cammino.
I neocatecumenali non sono stati nemmeno immuni da casi di abusi sessuali che, singolarmente, non vengono però puniti dalla gerarchia della setta né tantomeno i pontefici hanno pensato di allontanare questo movimento, ma piuttosto, come si vedrà in seguito, non hanno mancato di elogiarlo pubblicamente.
Guai poi a porsi delle domande sulla reale natura di questa setta, poiché in quello stesso istante allora i catechisti neocatecumenali invece di offrire qualche logica e sincera spiegazione alle loro pratiche molto poche cattoliche e molto invece paramassoniche, bollano immediatamente la persona come affetta da “possessione maligna” e così si cerca di mettere a tacere ogni sincero dubbio sul cammino.
Il cammino non deviazione, ma conseguenza del Concilio
Il cammino non ammette altro Dio all’infuori di Kiko, ma il loro settarismo non è altro che la conseguenza del citato appunto Vaticano II, ed in questo differiamo dall’analisi fatta da monsignor Schneider.
L’arcivescovo di Astana afferma che la teologia neocatecumenale sia il frutto di una qualche “deviazione” o erroena interpretazione da quanto stabilito dal Concilio, quando in realtà essa ne è la diretta conseguenza.
Non è forse il cammino intriso di quello stesso spirito ecumenico del quale è intriso il Vaticano II? La “sublimazione”, si fa per dire, di questo incontro dei neocatecumenali con il mondo ebraico si è avuta di recente quando Kiko Arguello ha ricevuto un dottorato honoris causa assieme ad un rabbino Shlomo Rosen, assieme al quale ribadiva la stretta vicinanza della sua setta al mondo ebraico, e subito dopo, affermava come fosse necessario salvare la famiglia “giudaico-cristiana”.
Kiko Arguello, a destra, assieme al rabbino Shlomo Rosen
E’ evidente che Kiko è un figlio del Concilio e non un suo aborto, poiché il Concilio si fonda sugli stessi identici presupposti, ovvero quelli di affermare una unione di intenti tra il mondo cristiano ed ebraico che semplicemente non è in essere, dato che l’ebraismo e la sua successiva evoluzione talmudica hanno rifiutato il Cristo, mentre la Chiesa ha fondato sul Suo messaggio la sua missione cristiana.
Il talmudismo attende con ansia il suo moschiach, antitesi di Cristo, mentre il cristianesimo ha già trovato il suo messa in Gesù, che si è incarnato 2000 anni orsono.
Non c’è possibilità di sintesi a meno che non si voglia creare una nuova falsa religione che ripudi le fondamentali verità cattoliche e diventi, di conseguenza, apostatica come accaduto dopo il Concilio.
Nei secoli scorsi i pontefici emettevano dure condanne nei confronti dell’ebraismo e per la Chiesa era semplicemente inconcepibile soltanto pensare alla espressione “giudaico-cristiano” data l’avversione del talmudismo verso il cattolicesimo.
Sulle pubblicazioni cattoliche storiche quali Civiltà Cattolica, prima della infiltrazione modernista, si trova una perfetta espressione di qual è il vero pensiero cattolico al riguardo, come si può vedere nel saggio “La questione ebraica” e se ne cita un passaggio qui di seguito per mostrare quale era l’attitudine della Chiesa verso l’ebraismo.
“Ond’ è che la gran famiglia israelitica, disseminata fra le genti del globo, forma una nazione straniera nelle nazioni in cui dimora, e nemica giurata del loro ben essere; cardine appunto del talmudismo essendo l’oppressione e la spogliazione dei popoli, che a’ suoi seguaci concedono ospitale soggiorno. Per lo che S. Paolo, fino da’ suoi tempi, chiamava i giudei a Dio spiacenti ed avversi a tutti gli uomini, Deo non placent, et omnibus hominibus adversantur . Che poi il tenebroso codice del talmud prescriva, oltreché regole di una morale esecranda, l’odio a tutti gli uomini che non hanno sangue giudaico, in ispecie a‘ cristiani, e faccia lecito il depredarli e malmenarli quasi bruti nocivi, non è più uno di quei punti dottrinali che si possano mettere in controversia. Non già. il Robling, che riconosciamo anche noi per autore in parte romanzesco ed inventòre di citazioni a capriccio, ma gli studiosi più assennati e gravi della Mischna, che ne è il testo, e della Ghémara, che ne è la chiosa, non esclusi parecchi rabbini, fra i più autorevoli del tempo andato e dell’odierno, ne tolgono ogni dubbio. Basterebbe consultare l’opera di Achille Laurent, che gli ebrei hanno quasi totalmente fatta sparire, perché magistralmente svela i segreti del talmudismo applicato a sterminio della civiltà. cristiana, per fare che si persuadessero i più restii e dubitosi. Del resto noi in addietro ne abbiamo date dimostrazioni irrepugnabili, che sarebbe superfluo il ripetere al presente.”
Cosa è rimasto oggi di tale lezione nei vertici della Chiesa? Più nulla, diremmo, tanto che i pontefici post-conciliari, quali Wojtyla e Ratzinger, non hanno mancato di porgere i loro dovuti omaggi all’ebraismo con i loro ingressi in sinagoga, circostanza semplicemente inconcepibile un tempo.
Il cavallo di Troia del cammino non poteva trovare ostacolo, poiché coloro che avrebbero dovuto essere a guardia della cittadella cattolica, lo hanno fatto entrare e si sono anche premurati di ringraziarlo pubblicamente, come avvenuto il 21 settembre 2002 quando Wojtyla ricevette gli iniziatori del cammino pronunciando tali parole.
“Come non ringraziare il Signore per i frutti portati dal Cammino Neocatecumenale nei suoi oltre trent’anni di esistenza? In una società secolarizzata come la nostra, dove dilaga l’indifferenza religiosa e molte persone vivono come se Dio non ci fosse, sono in tanti ad aver bisogno di una nuova scoperta dei sacramenti dell’iniziazione cristiana; specialmente di quello del Battesimo. Il Cammino é senz’altro una delle risposte provvidenziali a questa urgente necessità. Guardiamo le vostre comunità: quante riscoperte della bellezza e della grandezza della vocazione battesimale ricevuta! Quanta generosità e zelo nell’annunzio del Vangelo di Gesù Cristo, in particolare ai più lontani! Quante vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa sorte grazie a questo itinerario di formazione cristiana!”
Gli fece eco Ratzinger il 10 gennaio del 2009 ricevendoli in Vaticano con queste parole.
“Come non benedire il Signore per i frutti spirituali che, attraverso il metodo di evangelizzazione da voi attuato, si sono potuti raccogliere in questi anni? Quante fresche energie apostoliche sono state suscitate sia tra i sacerdoti che tra i laici! Quanti uomini e donne, e quante famiglie, che si erano allontanate dalla comunità ecclesiale o avevano abbandonato la pratica della vita cristiana, attraverso l’annuncio del kerygma e l’itinerario di riscoperta del Battesimo, sono state aiutate a ritrovare la gioia della fede e l’entusiasmo della testimonianza evangelica! La recente approvazione degli Statuti del “Cammino” da parte del Pontificio Consiglio per i Laici è venuta a suggellare la stima e la benevolenza con cui la Santa Sede segue l’opera che il Signore ha suscitato attraverso i vostri Iniziatori. Il Papa, Vescovo di Roma, vi ringrazia per il generoso servizio che rendete all’evangelizzazione di questa Città e per la dedizione con cui vi prodigate per recare l’annuncio cristiano in ogni suo ambiente. Grazie a tutti voi.”
Non sapevano forse Wojtyla e Ratzinger della reale natura della setta neocatecumenale e della sua vera identità ebraica e protestante?
Benedetto XVI assieme a Kiko Arguello
Lo sapevano perfettamente, ma evidentemente come i loro predecessori, Roncalli e Montini, e come i loro successori, Bergoglio, non avevano interesse alcuno ad espellere quel male in quanto in tutti c’era la stessa continuità modernista, ecumenica e massonica uscita dalle stanze del Concilio Vaticano II.
La Chiesa è malata perché il Vaticano II si è infiltrato a poco a poco nel suo corpo fino a contaminare ogni sua parte, e il cammino non è altro, evidentemente, che un sintomo di tale patologia.
L’unico modo per arrivare ad una guarigione completa del paziente è quella di espellere dal suo corpo l’eresia del Vaticano II.
Solo e soltanto così, spariranno tutti i sintomi e le sette massoniche, ebraiche e protestanti che hanno proliferato per 60 facendosi passare per cattolici, quando in realtà non sono stati altro che dal primo istante nemici della Chiesa e della croce.
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