Continua il pressing sulle banche perché adeguino gli interessi pagati ai depositanti alle nuove condizioni monetarie. Per effetto dei rialzi dei tassi decisi dalla Banca centrale europea gli interessi che i debitori pagano su mutui e prestiti sono infatti saliti proporzionalmente nell’ultimo anno. Viceversa i cosiddetti interessi passivi si stanno adeguando molto più lentamente. Grazie a questa disallineamento gli istituti di credito hanno registrato un sensibile incremento di ricavi ed utili. Il cosiddetto margine di intermediazione (ossia la differenza tra interessi pagati e incassati) rappresenta in media circa i due terzi degli incassi di una banca, davanti a commissioni e proventi da trading. “Il governo, tenendo conto del contesto internazionale dei mercati finanziari, guarda con attenzione alle iniziative che il settore bancario porrà in essere per attenuare la divergenza tra l’aumento del margine di interesse sui crediti erogati e quello sui rendimenti dei conti correnti, al fine di garantire condizioni più vantaggiose, oserei dire più eque sulle famiglie”, ha detto ieri il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti al Senato. Lo stesso ministro nei giorni scorsi aveva vagamente prospettato l’ipotesi di un prelievo sugli extra profitti bancari. “Il governo resta vigile sull’impatto che le condizioni di finanziamento restrittive stanno avendo o possono produrre, sul mercato delle abitazioni e sul risparmio delle famiglie”, ha aggiunto Giorgetti.
“Non abbiamo alternative. L’unico strumento che abbiamo per affrontare l’inflazione troppo alta sono i tassi di interesse. Ma se questi aumentano, i depositi e i risparmi dei cittadini dovrebbero essere remunerati di più. C’è bisogno di un dialogo tra banche e clientela”, aveva detto qualche giorno fa la presidente della Bce, Christine Lagarde, al Tg1. Un messaggio rafforzato giovedì dalle parole pronunciate al Parlamento europeo del vicepresidente della banca centrale Louis De Guindos. Le banche “dovranno iniziare a dedicare molta più attenzione alla questione della liquidità e dovranno mantenere i depositi riducendo il divario tra i tassi e il rendimenti dei depositi corrisposto dagli istituti”, ha detto De Guindos citando l’esempio di quanto accaduto nell’ultimo mese negli Stati Uniti dove le banche più piccole sono state colpite da un deflusso di fondi anche a causa dei bassi interessi pagati ai depositanti. “C’è tanta liquidità e questo fa sì che le banche non devono farsi concorrenza, ma la situazione sta cambiando”, ha affermato il banchiere centrale. “Quanto avvenuto nel caso delle banche regionali americane” ha mostrato “la rapidità con cui può verificarsi una corsa agli sportelli nel mondo digitale, con il ruolo importantissimo dei social media. La combinazione di questi due fattori può davvero svuotare rapidamente le casse di una banca”, ha concluso.
Qualcosa, seppur molto lentamente, inizia a muoversi. Il presidente dell’Associazione bancaria italiana Antonio Patuelli ripete il leitmotiv del settore: “Bisogna distinguere il conto corrente che è uno strumento di servizio, dal conto deposito. Se si vogliono fare rendere i quattrini bisogna metterli in un conto di deposito”. Va notato che anche i tassi offerti dai conti deposito, ossia quelli che vincolano la disponibilità del denaro per un determinato periodo, rimangono al di sotto dell’inflazione dunque sono negativi in termini reali. Il tasso praticato sui nuovi depositi a durata prestabilita a marzo, secondo i dati dell’Abi, si attestava al 2,65%, rispetto allo 0,06% di marzo 2022. Qualche istituto, tra cui i due big Unicredit ed Intesa Sanpaolo, ha però iniziato però a ridurre i canoni a carico dei correntisti. Ieri intanto il governatore della banca centrale olandese e membro del consiglio direttivo Klaas Knot, ha avvisato che la Bce continuerà ad alzare i tassi almeno fino a luglio e quando raggiungerà il picco dovrebbero rimanere a quel livello per un periodo consistente. Knot ha definito “troppo ottimistiche” le previsioni del mercato su un taglio dei tassi, perché la Bce vede ancora “un’inflazione di fondo più insistente delle attese”.
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