“Chiusura? Golpe contro il Sud”: commercianti e albergatori chiedono i danni
La diffusione del contenuto dei verbali desecretati del Comitato tecnico scientifico rischia adesso di avere conseguenze per le scelte del governo. Le associazioni di molte categorie, soprattutto operanti nel Meridione d’Italia – come scrive il quotidiano “Il Mattino” – sarebbero pronte a chiedere i danni allo Stato per le macroscopiche perdite subite.
Patrizia Di Dio, presidente Confcommercio Palermo e vice presidente nazionale di Federmoda Italia è sbigottita. «È stato un colpo di stato – dice – e non ne capiamo le ragioni». Chiederemo con forza che i danni per un territorio come il nostro vengano risarciti, che emerga la responsabilità per avere fatto sprofondare la Sicilia in una drammatica e insanabile emergenza economica e sociale». Non è escluso che anche altri settori, come il commercio e il turismo, possano fare altrettanto un po’ in tutte le regioni del Sud dove il lockdown non sarebbe stato necessario.
Cosa succedeva a Roma inizio Giugno Art.: roma.corriere.it/
Coronavirus Roma, resta chiuso il 90% degli hotel, persi 100 milioni al mese
Giuseppe Roscioli (Federalberghi Roma): impossibile lavorare per 3-4 camere. Il Massimo D’ Azeglio di via Cavour resiste: «Dal 1875 non abbiamo mai chiuso, nemmeno durante le due guerre mondiali. E ce la faremo anche questa volta»
L’hotel Massimo D’Azeglio in via Cavour è sempre stato aperto: «Non abbiamo mai chiuso un giorno dal 1875 – spiega Massimo Bettoja – neppure durante le guerre mondiali. Quindi abbiamo deciso di andare avanti sia pure con il personale ridotto, lavorando al massimo con una trentina di camere». Ma l’hotel vicino a Termini è una vera eccezione nel panorama romano, dove, come ricorda il presidente di Federalberghi Roma, Giuseppe Roscioli, il 90% degli hotel è chiuso per mancanza di clienti e la perdita è di almeno 100 milioni al mese. «Io stesso – spiega Roscioli – non riapro nessuno di quelli chiusi. Ne ho tenuti attivi due e uno penso di chiuderlo: non si può lavorare con tre o quattro camere occupate. E molti albergatori – aggiunge – non pensano per nulla di riaprire, a eccezione di quelli a conduzione familiare». Pesano i problemi delle regole di sicurezza contro il virus? «All’inizio ci siamo “autoregolamentati” – risponde Roscioli -, noi le sanificazioni le abbiamo sempre fatte. Sono cambiate poche cose: la colazione non più a buffet ma al tavolo, con un aggravio di costi non indifferente di personale, i vetri davanti al desk e una persona alla volta in ascensore. Il vero problema però non è questo, ma la mancanza di segnali di ripresa: io ipotizzo di riaprire tutto non prima di marzo dell’anno prossimo. Se poi la cassa integrazione finisce, saremo costretti a licenziare qualche decina di migliaia di persone».
CARTA PREPAGATA NON PIGNORABILE
E ieri anche il presidente nazionale di Federalbeghi, Bernabò Bocca, ha lanciato un allarme sul «peso insostenibile degli affitti»: secondo uno studio di Ernst & Young è emersa la necessità di cooperazione tra proprietari e affittuari di immobili. È chiuso, tra gli altri, anche un albergo simbolo di Roma come l’Hassler a Trinità dei Monti, dove ha soggiornato anche Audrey Hepburn: «Non ho ancora deciso quando riaprirò – dice il titolare Roberto Wirth -. È un po’ come giocare a carte, aspettiamo. Ci siamo comunque preparati con un check in velocissimo: i clienti mandano i documenti prima e un’applicazione aprirà la porta delle stanze». Il primo giugno intanto Wirth riaprirà Il Palazzetto, che ha quattro stanze, e il 2 giugno sarà la volta del suo vicino, la Rocco Forte House con le sue splendide cinque suites, vista Scalinata; il 19 giugno infine toccherà al De Russie, altro hotel Rocco Forte: «Mai come quest’anno – osserva – sento il valore e la gioia nell’avviare la stagione estiva. Voglio lanciare un messaggio di speranza e di ottimismo». Luca Virgilio, general manager dell’Eden, dice di essere orientato ad aprire il primo luglio con i due ristoranti, La Terrazza e Il Giardino: «Abbiamo lanciato anche un’iniziativa speciale – racconta -, la formula “staycation, la vacanza ideale è dietro l’angolo!”. Un soggiorno nella propria città è un modo per riscoprirla, vivendo il relax e il piacere di un viaggio senza lo stress e la preoccupazione di lunghi spostamenti».
Antonella De Gregorio, due hotel di charme in centro, ha chiuso il Mozart ed ha tenuto aperto il Vivaldi, che ha nove stanze: «Lavoriamo con due o tre camere – spiega – e i prezzi non sono quelli di maggio, ma di bassa stagione. L’abbiamo fatto più “per cortesia” che per altro. Il Mozart lo riapriremo quando potremo». «Accettiamo prenotazioni dal primo luglio – dice Barbara Ricci dell’Adriano, dietro il Parlamento – e poi vedremo come evolve la situazione, perché l’80% della nostra clientela è straniero e il 20% corporate». Walter Pecoraro del Cosmopolita, a pochi passi da piazza Venezia, racconta che segue «ogni giorno le prenotazioni. E sono due a giugno, due a luglio e tre in agosto: in queste condizioni non si può aprire».
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