Sono ore di assoluto riserbo da parte della sala stampa vaticana per ciò che riguarda la salute di Bergoglio e ci si trincera ancora dietro le rituali espressioni di “notte tranquilla”, tanto che qualcuno ha giustamente pensato alle stesse identiche parole utilizzate dall’ufficio stampa di Berlusconi ai tempi del suo ricovero al San Raffaele lo scorso aprile del 2023.
Nei tempi della ipocrita comunicazione moderna si cerca di disinnescare tutte quelle potenziali situazioni di imbarazzo o di criticità per l’establishment attraverso formule linguistiche che non cambiano di certo la realtà della situazione, ma semmai non fanno altro che amplificarne gli effetti una volta che queste inevitabilmente emergono alla luce.
Non sembra essere di eccezione la situazione di Francesco nella quale il circolo di Santa Marta usa le consuete espressioni di rito per poi però tradirsi subito dopo quando è costretto a dire che il quadro del pontefice è “complesso” tanto che già dallo scorso lunedì alcune fonti vaticane affermano che in realtà Bergoglio sarebbe in fin di vita.
Nella tarda serata di ieri, un’altra fonte vaticana riferisce che Francesco è gravemente peggiorato.
Sono ore di riflessione e di profonda attesa per tutti, perché in ballo c’è molto di più del destino di questo papa che così tanto si è prodigato per trasformare la Chiesa Cattolica in una moderna ONG sorosiana.
In ballo c’è il futuro della Chiesa e di questa istituzione che presto saprà se sarà ancora costretta a seguire il cammino apostatico degli ultimi 67 anni, oppure se finalmente uscirà da questa gabbia di errori e di eresie che ogni singolo pontefice ha promanato dopo la morte del compianto Pio XII.
Il culmine, com’è noto, dell’apostasia è stato il Concilio Vaticano II che ha edificato una specie di contro chiesa devota al culto dei diritti umani e aperta a qualsiasi falsa fede tranne che a quella autentica cattolica sulla quale questa istituzione fu fondata da Cristo.
Il viaggio dell’apostasia però è ben più antico degli ultimi decenni e si commetterebbe un errore nel pensare che il Vaticano II sia stato l’inizio dell’attuale controchiesa, quando questo non è stato altro che in realtà l’emersione di un lungo processo di infiltrazione.
Le menti dell’infiltrazione sono in realtà quelle dell’Alta Vendita. L’Alta Vendita è una sorta di massoneria privilegiata nata nella prima metà dell’800.
Essa costituisce uno di quei piani superiori delle logge massoniche riservati soltanto a pochissimi eletti.
La Chiesa nel secolo XIX iniziò indagini approfondite su questa insidiosa società segreta e i pontefici preoccupati della sua influenza e potenza diedero mandato a vari sacerdoti di studiarla approfonditamente per mettere in guardia i futuri papi sulla pericolosità di questa.
L’Alta Vendita: la supermassoneria contro la Chiesa
Lo fece, ad esempio, Pio IX quando commissionò al giornalista francese Cretineau-Joly un’opera sulle società segrete intintolata “La Chiesa Romana di fronte alla rivoluzione” nella quale si spiegava appunto cosa fosse l’Alta Vendita.
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Pio IX
Il singolare nome fu scelto perché i massoni pensavano che uno dei modi migliori per potersi infiltrare e non farsi riconoscere fosse quello di indossare i panni di ricchi commercianti che giravano l’Europa per poter vendere le proprie merci, e da qui viene il nome appunto Alta Vendita.
Attorno a questa società segreta c’è stato per lungo tempo un’aura di mistero fino a quando appunto Pio IX e il suo successore Leone XIII, pubblicarono i documenti che erano venuti in loro possesso sui piani di questa società massonica.
Il documento segreto intitolato “Istruzioni Permanenti dell’Alta Vendita” mostra il piano di infiltrazione che i signori della massoneria avevano già in mente nella prima metà dell’800.
Nelle pagine di questo scritto si afferma chiaramente che non c’era alcuna possibilità di successo per la libera muratoria se prima questa non fosse riuscita ad avere la meglio sul suo tradizionale nemico, la Chiesa Cattolica.
I capi dell’Alta Vendita spiegano nel dettaglio i loro piani che prevedevano una infiltrazione della Chiesa per far si che questa passasse da istituzione cattolica a cattolica liberale, come è divenuta oggi grazie alla incessante opera della quinta colonna penetrata dentro le Mura Vaticane.
I massoni si espressero così al riguardo.
“Il nostro scopo finale è quello di Voltaire e della Rivoluzione Francese , la distruzione fiale del Cattolicesimo, e persino dell’idea cristiana.
Il Papa, chiunque egli sia, non aderirà mai alle società segrete; sta alle società segrete intraprendere il primo passo verso la Chiesa, con il fine di conquistare entrambi. Il compito che ci proponiamo non è il lavoro di un giorno, di un mese, o di un anno; potrebbe durare diversi anni, forse un secolo; ma nelle nostre fila il soldato muore e la battaglia prosegue: Non intendiamo vincere i Papi alla nostra causa, farli neofiti dei nostri principi, propagatori delle nostre idee. Questo sarebbe un sogno ridicolo; e se gli eventi prendessero una certa piega, se i cardinali o i prelati, ad esempio, di loro libera iniziativa o a sorpresa, dovessero entrare a conoscenza dei nostri segreti, questo non sarebbe un incentivo per desiderare la loro elevazione al soglio di Pietro. Quella elevazione ci porterebbe alla rovina. La sola ambizione li porterebbe all’apostasia, i requisiti del potere li porterebbe a sacrificarci. Quello che chiediamo, e quello che dovremmo cercare e attendere, come gli ebrei aspettano il Messia, è un Papa in linea con i nostri bisogni. Con quello marceremo sicuramente verso l’assalto della Chiesa molto di più di quello che farebbero i nostri fratelli in Francia e di tutto l’oro dell’Inghilterra. Volete sapere la ragione di tutto questo? E’ perché con questo, per colpire la solida roccia sulla quale Dio ha costruito la Sua Chiesa, non avremo più bisogno di durezza annibaliana, o polvere da sparo, o delle nostre armi. Abbiamo il piccolo dito del successore di Pietro coinvolto nel piano, e questo piccolo dito è buono, per questa crociata, come tutti gli Urbano II e i San Bernardo della Cristianità.”
La storia sembra aver preso una piega molto più “rosea” per i vertici della massoneria tanto che questi, come si vede, scrivevano nell’1800 che non si aspettavano certo di vedere un giorno sul soglio pontificio un papa che fosse pienamente schierato con loro, e si “accontentavano” di una Chiesa composta in larga parte da cardinali e sacerdoti liberali che riuscissero in qualche modo a influenzare il papa, anche se questi non avesse fatto parto di società segrete e della libera muratoria.
Traspariva quasi un timore da parte dei massoni che il pontefice fosse massone, perché questi temevano che una volta sedutosi sul soglio di Pietro, allora il massone avrebbe dovuto venire meno al suo ruolo di infiltrato e in qualche modo adeguarsi al suo supremo incarico fino a lasciare indietro i vecchi fratelli muratori.
Non sono andate così le cose. La marcia dell’apostasia che era già partita allora ha portato uomini iniziati alla libera muratoria sul soglio pontificio e i casi più clamorosi sono certamente quelli di Roncalli e Montini, sui quali c’è un’ampia varietà di fonti, massoniche e cattoliche, che testimonia la loro iniziazione presso le logge massoniche, senza dimenticare il presente – non per molto tempo ancora forse – papa Francesco che risulta affiliato invece ad una paramassoneria come quella del Rotary, fatto che un tempo sarebbe costato la scomunica persino ai sacerdoti, figuriamoci ad un pontefice.
L’apostasia però va sempre vista non con gli occhi della mera logica del potere politico ma con quelli della teologia, altrimenti si dimentica la natura divina della Chiesa che ha permesso a costoro di infestare la casa di Dio.
L’eresia è stata permessa dalla Provvidenza in quella che era una prova annunciata più volte dalle profezie mariane, e solo e soltanto questa “concessione” ha permesso ai vari massoni di salire sulla barca di Pietro.
I pontefici contro l’infiltrazione massonica
I pontefici però in quel tempo erano ancora veramente difensori della fede e non suoi nemici, e fecero tutto ciò che era in loro potere per denunciare i piani contro la Chiesa.
Leone XIII è stato probabilmente il più abile nel denunciare la natura luciferiana della massoneria tanto da scrivere una perfetta enciclica sul tema, Humanum Genus del 1884, che ancora oggi rimane un perfetto vademecum per comprendere la vera identità della libera muratoria.
Il pontefice successore di Pio IX aveva anche avuto modo di leggere l’opera di monsignor Dillon, La massoneria del Grande Oriente smascherata, che conteneva gli scritti dell’Alta Vendita e talmente forte fu l’impressione che questa suscitò nel papa che Leone XIII decise di tradurla in italiano a sue spese.
Non da meno fu un altro grande papa come Pio X, eletto pontefice nel 1903 e che fu tra i più fermi nel reprimere l’insidia del modernismo.
Pio X scrisse nella sua mirabile enciclica Pascendi quella che può essere definita la più lucida e attuale opera contro il modernismo e contro il liberalismo che da sempre si propone di scristianizzare la società cattolica per erigere al suo posto una società illuminista e secolarizzata, nella quale tutto è relativizzato e la linea tra bene e male viene di fatto spostata a piacimento dalla sensibilità del singolo individuo, in omaggio all’impianto della filosofia kantiana.
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Pio X
L’intuizione più acuta di Pio X è stata quella di individuare la genesi del modernismo nella rivoluzione protestante di Martin Lutero, in quanto questa ha partorito una teologia che di cristiano ha ben poco e che rimette la salvezza elusivamente nelle mani di Dio annullando così il valore delle opere di bene compiute dall’uomo nel corso della sua vita.
Il libero arbitrio di conseguenza non esiste più e viene seminato così il seme della rivoluzione che porta all’illuminismo dell’1700, nel quale si avanza verso il passo successivo e si considera nemico il cristianesimo tutto e la Chiesa che si frappongono sulla strada della massoneria e del suo governo mondiale.
Nonostante la fermezza e la sapienza di questo papa, i modernisti però riuscirono comunque a scampare alla sua scure scegliendo di adottare un profilo ancora più basso ed eversivo per evitare di essere individuati ed allontanati dai seminari.
Lo stesso Pio X disse che la bestia si era rifugiata sotto terra, e che sarebbe riemersa in un secondo momento come effettivamente accadde.
Gli anni’20 sono anni molto turbolenti in Europa e nel cuore del continente, in particolare in Germania, si inizia ad avere un assaggio della società che vuole instaurare la massoneria tramite la repubblica di Weimar, nella quale erano state sdoganate la pedofilia e l’omosessualità attraverso la famigerata opera della scuola di Francoforte, composta in larga parta da filosofi ebrei, e dal medico pedofilo, anch’egli di origine ebraica, Magnus Hirschfeld, il primo a praticare interventi di “cambio di sesso” nella sua clinica degli orrori.
A Roma, il nemico non era ancora penetrato a fondo e la barca di Pietro era ancora guidata con fermezza e sapienza.
Sul soglio pontificio c’era Pio XI e arrivano verso di lui pressioni per far sì che questi indicesse un concilio attraverso il quale si sarebbe dovuta aprire la Chiesa Cattolica al mondo moderno, e fare in modo che la prima assomigliasse sempre di più al secondo.
IL 23 maggio del 1923, il pontefice discusse proprio di questa evenienza con i suoi cardinali in un incontro presenziato da ben 30 porporati che misero in guardia il papa da intraprendere una simile strada.
A prendere la parola, tra gli altri, fu il cardinal Boggiani che disse al Santo Padre che se si fosse aperto un concilio si sarebbe aperta la porta a tendenze incompatibili con la Chiesa Cattolica, e a fargli eco fu in quell’occasione il cardinal Billot che dichiarò che se un tale concilio fosse stato aperto allora esso avrebbe potuto facilmente essere manovrato da coloro che sono i “peggiori nemici della Chiesa, i modernisti, che si stanno già preparando, come certe indicazioni suggeriscono, a portare avanti la rivoluzione nella Chiesa, un nuovo 1789.”
La Chiesa era, come si vede, ancora vigile all’epoca ma i modernisti che San Pio X aveva respinto erano ancora lì, pronti a lanciare il loro attacco 35 anni dopo, quando la Chiesa perse l’ultimo pontefice che esercitava la funzione del katehon, Pio XII, e respingeva gli attacchi di coloro che volevano “modernizzare la Chiesa”.
Il Concilio Vaticano e la falsa chiesa annunciata da Canon Roca
Sul soglio di Pietro sale Angelo Roncalli dopo un conclave nel quale sono abbondate le irregolarità e le minacce di morte contro il cardinal Siri che era stato regolarmente eletto, ma che fu costretto a rinunciare per le pesanti intimidazioni contro di lui e la sua famiglia.
Roncalli scelse il nome di un antipapa del Basso Medioevo, Giovanni XXIII, quasi a voler far sapere che la sua elezione non era stata regolare, e fece tutto quello che i suoi predecessori non volevano fare.
Indisse quel concilio nel 1962 che trasformò la Chiesa nella istituzione liberale che si vede ora.
Il cardinal Billot disse, come visto, che se ciò fosse avvenuto allora si sarebbe consumata una sorta di rivoluzione francese nella Chiesa, e uno degli artefici del Vaticano II, il cardinale belga Suenens, scelse proprio questa espressione per descrivere il tipo di processo che era in atto nella Chiesa.
Al posto di parole come tradizione e difesa della fede giunsero espressioni come uguaglianza delle religioni, diritti umani e dialogo con i “fratelli maggiori”, e non deve destare sorpresa se, ancora oggi, il mondo ebraico vuole difendere la falsa chiesa del Concilio ad ogni costo, poiché questa è una espressione del liberalismo e del culto dei diritti umani che tanto piace al talmudismo.
Senza il liberalismo, non ci sarebbe stata la scristianizzazione, e oggi non dovrebbe essere difficile comprendere che tale filosofia politica ha rivestito il ruolo di cavallo di Troia della massoneria e dell’ebraismo che volevano far perdere all’Europa la sua identità cristiana, riuscendoci purtroppo sotto diversi aspetti.
Uno dei vescovi che prese parte al Concilio e ne intuì sin da subito il pericolo fu, tra gli altri, il prelato tedesco Rudolf Graber che nella sua opera intitolata “Attanasio e la Chiesa del nostro tempo” narra come nel secolo XIX un prete scomunicato di nome Canon Roca, dedito all’occultismo, “predisse” come la Chiesa un giorno sarebbe diventata una sorta di istituzione socialista nella quale Cristo veste i panni di profeta della collettivizzazione della proprietà e gli apostoli più che seguire i dettami del Vangelo sembrano seguire quelli del Capitale di Karl Marx.
Roca in pratica può considerarsi una sorta di antesignano della futura teologia della liberazione che prenderà piede dopo il Vaticano II e che oggi trova il suo più “degno” rappresentante proprio in papa Francesco che è il pontefice della falce e martello, il pontefice degli immigrati irregolari, delle divinità pagane, della massoneria ebraica del B’nai B’rith, degli abortisti come Emma Bonino e di tutti coloro che hanno in odio la vera ed autentica Chiesa Cattolica.
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Il problema dell’ora presente, come direbbe il sacerdote francese Delassus, è ben più antico e ha almeno due secoli di storia e di paziente infiltrazione ai danni della Chiesa.
Francesco è il risultato di un cammino lungo 200 anni.
E oggi con la sua salute appesa ad un filo si è in attesa di sapere se dopo il suo pontificato tale calvario che dura, per ciò che riguarda i pontefici, dal 1958 in poi è destinato a durare ancora un po’ oppure se ci sarà finalmente l’attesa e annunciata liberazione della Chiesa.
A giudicare dalle reazioni dei vari seguaci di Bergoglio, verrebbe più da pensare alla seconda opzione.
Jorge Mario Bergoglio è il simbolo di questo intera sistema, l’ultimo assieme alla debole e isolata Unione europea.
Non sorprende che coloro che gli abbiano consentito di salire sul soglio di Pietro siano oggi così atterriti dalla sua fine.
Il Nuovo Ordine Mondiale potrebbe perdere presto la Chiesa Cattolica, e quando questo accadrà la sua sconfitta sarà tremenda e definitiva.