Le quote di finanziamento del Recovery Fund “non sono state negoziate dai capi di governo”, rivela il commissario Ue, facendo infuriare i pentastellati
Giuseppe Conte s’era appuntato la medaglia sul petto, intenstandosi in toto l’operazione Recovery Fun. “Il mio governo è andato in Europa e ha portato a casa 209 miliardi di euro“, aveva ripetuto anche di recente l’ex premier, usando quell’argomento per pungolare Giorgia Meloni in Aula. A distanza di quattro anni si scopre però che l’ammontare di quei sussidi sarebbe stato ricavato grazie a un algoritmo messo a punto da due alti funzionari di Bruxelles. Alla faccia delle estenuanti trattative attribuite al capo grillino, che presentò se stesso come il deus ex machina calato tra i burocrati e i falchi dell’Ue. A rilevare il retroscena è il commissario europeo Paolo Gentiloni.
Le quote di finanziamento assegnate ai diversi Paesi – ha spiegato Gentiloni in un’intervista – “non sono state negoziate dai capi di governo. Sono state ricavate da un algoritmo che è stato tra l’altro ideato e definito da due direttori generali (entrambi olandesi). C’è un pò di retorica italiana sul fatto che abbiamo conquistato un sacco di soldi. Non è vero“. Parole che risuonano come una smentita rispetto all’eccessiva prosopopea che accompagnò l’ottenimento di quei fondi e che Conte tradusse subito in chiave politica. “La nostra richiesta, la convinzione che abbiamo nutrito in questi mesi, la visione, la determinazione con cui abbiamo perseguito questo obiettivo sono state premiate“, disse infatti l’allora premier, interpretando quel risultato come la riprova di una particolare compattezza del suo governo.
“Ho portato a casa 209 miliardi di euro”. Ecco l’ultima balla di Giuseppi
Ora le rivelazioni di Gentiloni smorzano quella narrazione. L’Italia è il settimo Paese in termini di rapporto tra soldi ricevuti e Pil, ha infatti chiarito l’ex segretario Pd, spiegando che “ci sono altri che in termini relativi hanno portato a casa molto di più, dalla Spagna alla Croazia. Sempre grazie all’algoritmo“. La formula digitale in questione si basava su criteri come il numero delle vittime da Covid-19 e i danni provocati all’economia dalla crisi pandemica, ha sottolineato ancora Gentiloni nel colloquio con Paolo Valentino.
Incalzato in una successiva occasione sul medesimo argomento, l’ex segretario Pd ha provato a raddrizzare il tiro rispetto alle sue iniziali affermazioni, che nel frattempo avevano innescato le ire dei Cinque Stelle. “È verissimo che il governo italiano ha dato un contributo fondamentale sul fatto che si arrivasse al Next Generation Ue, c’è stato un negoziato feroce, durato mesi. Poi ci fu la lunghissima riunione in cui sicuramente l’ex premier Giuseppe Conte ha svolto un ruolo importante, così come l’attuale sindaco di Roma Roberto Gualtieri, allora ministro dell’Economia“, ha rettificato Gentiloni, aggiungendo che “invece la suddivisione delle risorse fu proposta della Commissione, i governi inserirono solo i conguagli, dopo due anni che furono generosi con alcuni paesi e neutrali per l’Italia“.
Le precisazioni non sono però bastate a fermare la reazione adirata dei pentastellati, che hanno reagito con stizza a quella “lesa maestà” nei confronti del loro leader. In una nota, la deputata e vicepresidente del M5s, Chiara Appendino, ha parlato di “florilegio di amenità” e ha rilanciato: “senza la battaglia del governo Conte nel 2020, oggi non avremmo avuto la prima emissione di debito comune europeo, ossia la prima espressione di vera solidarietà europea“. Poi l’immancabile attacco all’attuale esecutivo: “Il nuovo Patto di stabilità europeo, con la sua micidiale austerità e le sue ovvie conseguenze lacrime e sangue per gli italiani, rappresenta un fallimento sia per il Governo di Centrodestra, sia per lo stesso commissario Gentiloni“.
Ma le iniziali ricostruzioni di Gentiloni confermano quanto il forzista Roberto Pella, membro della commissione bilancio della Camera, aveva già raccontato a ilGiornale.it nelle scorse settimane, chiarendo meglio le dinamiche che portarono alla distrubuzione dei sussidi tra i vari Paesi, al di là del ruolo che Conte ebbe in qualità di presidente del consiglio. “Se questi fondi sono arrivati è perché era il Paese più colpito dalla pandemia ed è stato il più aiutato“, aveva spiegato l’esponente azzurro.
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