di Dex Heartwood, Massimo Selis, Salvatore Torregrossa
Le luci di Atlantide è ormai una realtà. Tutti gli artisti messi in contatto tra loro “a distanza” durante un periodo storico tra i più strani e “violenti” mai visti o conosciuti. Serpeggia la voglia di fare. E di fare a modo nostro. Senza le regole del buonismo imperante. Senza l’orchitico politicamente corretto. Senza regole liberticide giustificate per vie sanitarie. Su questo siamo tutti d’accordo. Almeno noi. Ma confidiamo di diventare sempre di più.
E lo sfizio è proprio quello di trovare i modi più belli per far riflettere. E il più semplice è quello di far sorridere. Usare l’ironia per fare riflettere… castigat ridendo mores…
Così dopo il primo lavoro, l’inno-manifesto We shall overcome rielaborata in chiave soul-jazz, ecco che il collettivo di “artisti liberi” esce con un nuovo progetto, spiazzando forse molti; ma è in questo che si nasconde la Vita che dobbiamo riprenderci: meravigliarci per meravigliare. Un cortometraggio pensato per tutti, adulti e bambini assieme, che punta sull’ironia, ma senza essere plateale e spicciolo. Che “gioca”, prendendo in giro gli oggetti che in questo anno e mezzo abbiamo imparato a conoscere bene, ma che per troppi sono divenuti addirittura “sacri”. Uno sguardo rovesciato, quello dei topolini del corto rispetto a quello degli uomini. Uno sguardo, forse, più acuto e puro. E anche la tecnica utilizzata è forse per molti una sorpresa che però ben si adattava a ciò che volevamo esprimere. Forma e contenuto devono sempre camminare assieme.
L’animazione in Stop-Motion è una tecnica immediata. Si utilizzano cose reali e inanimate. Questi pupazzi, oggetti e materiali di diversa natura, con il tocco dell’uomo, prendono vita. È il tentativo di infondere loro una parte di anima, di far nascere un’emozione con uno sguardo, di creare un’atmosfera animando gli sfondi, come le fronde degli alberi. Una buona parte del tempo nella pre-produzione viene impiegata nella selezione dei materiali e nella costruzione dei set e personaggi cercando di fare delle scelte in funzione anche del tipo di personaggio che si vuole realizzare, e in funzione dei movimenti che potrebbe fare in scena.
Topolimpiadi è stata avventura lunga tre mesi di intenso lavoro fatto di continui scambi reciproci per avere un video a budget zero ma di alta qualità. Abbiamo deciso di utilizzare materiali semplici per la realizzazione del set, come del prato sintetico, casetta di cartone, una piccola staccionata in legno. Poiché gli oggetti di scena, come mascherine, tamponi, gel per le mani ecc. sono in scala 1:1, abbiamo adattato il resto degli elementi a questi oggetti. Tre mesi di fatica, ripensamenti, tentativi, errori, intuizioni. L’arte passa sempre dall’artigianalità, come ci ricorda la tradizione.
E nel mentre che maturavano le immagini, si iniziava a pensare alla colonna sonora. Visto il video splendido di questi sorci…scusate, topini… è stato semplice pensare a come descrivere con la musica assieme alle immagini quelli che sono semplici azioni ma cariche, stracolme di significati. Ironicamente, appunto… con un’arma estremamente affilata perché potesse raggiungere semplicemente le persone senza infingimenti.
E sembra proprio di esserci riusciti. Anche perché i bimbi che hanno visto Topolimpiadi hanno subito riso e contemporaneamente hanno cominciato a fare le domande giuste. Per noi il vero successo è questo. Arrivando a loro, ci siamo assicurati di poter arrivare a tutti, nonostante gli eventuali punti di resistenza degli adulti.
Fidatevi… è solo l’inizio! Qui il link per vedere il cortometraggio di animazione Topolimpiadi: https://www.youtube.com/watch?v=0ioyHKWOSS8
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