Vaccino anti-Covid, Italia in prima fila con 130 milioni. Telefonata Conte-Gates
L’Italia avrà un ruolo di primo piano nella ricerca per il nuovo vaccino anti Covid 19. Questo non tanto per l’impegno finanziario del nostro Paese alle varie fondazioni e centri di ricerca che stanno mettendo a punto il vaccino – complessivamente tra i 130 e i 140 milioni di euro – ma per il ruolo che giocherà l’Italia a partire dal prossimo anno quando assumerà per la prima volta la presidenza del G20.
Tutti gli occhi sono puntati sul nostro Paese perché, nel caso in cui la pandemia dovesse investire anche Paesi in via di sviluppo che non hanno a disposizione sistemi sanitari efficienti sarà necessaria una rapida risposta globale proprio dai Paesi membri del G20. Di questo il premier Giuseppe Conte ha parlato nelle ultime ore con partner europei come la cancelliera tedesca, Angela Merkel e il presidente francese Emmanuel Macron. Loro, insieme alla premier norvegese Erna Solberg, alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e con il presidente del Consiglio Ue Charles Michel hanno firmato con Conte un “patto per il vaccino”.
Patto europeo per rimettere in salute il pianeta
I leader e i vertici delle istituzioni europee ritengono che «sostenendo insieme la scienza e la solidarietà oggi, getteremo le basi per una maggiore unità domani». Secondo quanto scritto nell’appello «la posta in gioco è alta per tutti: nessuno è immune, nessuno può sconfiggere il virus da solo e nessuno sarà davvero al sicuro finché non lo saremo tutti, in ogni Paese. Dobbiamo riunire le menti più brillanti e più preparate del mondo per trovare i vaccini e le terapie necessari per rimettere in salute il pianeta».
«Stiamo concretizzando l’impegno dei leader del G20 a fornire una risposta coordinata al virus su larga scala – annunciano i leader Ue – sosteniamo l’appello all’azione dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Abbiamo inaugurato di recente l’acceleratore Access to Covid-19 Tools (Act), una piattaforma di cooperazione globale che intende dare impulso e potenziare la ricerca, lo sviluppo, l’accesso e la distribuzione equa del vaccino e di altri strumenti diagnostici e terapeutici in grado di salvare vite». L’obiettivo è quello di raccogliere lunedì 4 maggio, in occasione di una conferenza dei donatori online, una somma iniziale di 7,5 miliardi di euro per sopperire alla carenza globale di finanziamenti che emerge dalle stime del Global preparedness monitoring board (Gpmb).
Telefonata di mezz’ora da Conte e Bill Gates
In vista dell’appuntamento di lunedì il premier Conte ha ricevuto sabato sera una telefonata dal fondatore di Microsoft Bill Gates. In mezz’ora di colloquio Gates ha avuto parole di apprezzamento per le eccellenze della ricerca italiana sui vaccini e ha ringraziato il nostro Paese per il contributo finanziario alle sue fondazioni. Gates e Conte hanno concordato sul fatto che la cooperazione globale nella lotta al coronavirus di cui la “Pledging Conference” del 4 maggio promossa dalla Commissione europea – di cui l’Italia è co-host – rappresenta un primo importante step. Conte ha ribadito l’intenzione italiana di «tenere ben in evidenza queste tematiche nell’agenda del G20 del 2021, di cui il nostro Paese assicurerà la Presidenza», elemento questo sostenuto da Bill Gates anche nella prospettiva di fornire adeguata tutela a quei Paesi in via di sviluppo che dovessero risultare colpiti dalla pandemia e meno attrezzati a farvi fronte. Conte e Gates si sono congedati impegnando a tenersi in stretto contatto nel corso delle prossime settimane.
Un vaccino che sia un bene pubblico del 21°secolo
Quanto ai fondi che l’iniziativa dei donatori europei punta a raccogliere saranno destinati a finanziare una cooperazione globale senza precedenti che coinvolgerà scienziati e autorità di normazione, industria e governi, organizzazioni internazionali, fondazioni e operatori sanitari. Si va dai finanziamenti all’Oms alle organizzazioni come la fondazione Bill e Melinda Gates e il Wellcome Trust. «Ogni euro raccolto – assicurano i leader Ue – sarà convogliato principalmente tramite organizzazioni sanitarie mondiali riconosciute come Cepi, Gavi, l’Alleanza per il vaccino e tramite il Fondo mondiale e Unitaid, per sviluppare e distribuire il più rapidamente possibile e a più persone, possibili gli strumenti diagnostici, le terapie e i vaccini che aiuteranno il mondo a superare la pandemia. Se riusciamo a sviluppare un vaccino prodotto dal mondo per il mondo, questo vaccino sarà un bene pubblico globale unico del 21º secolo. Insieme ai nostri partner, ci impegniamo a renderlo disponibile e accessibile a tutti».
Fonte: Il sole 24 ore
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