Gli stracci, assieme alle squadre, ai grembiuli, e ai compassi, stanno volando da un pezzo nella libera muratoria italiana e sta diventando sempre più difficile decifrare il futuro dei fratelli muratori italiani.
Le obbedienze massoniche italiane hanno fatto riferimento, sin dalla loro comparsa tra il XVII e XVIII secolo, a Londra, la capitale della massoneria mondiale e in seguito agli Stati Uniti d’America, l’altro grande Paese di riferimento della libera muratoria internazionale.
La massoneria non nasce difatti come un fenomeno cattolico e latino, ma come uno prettamente Nord-Europeo in quanto il mondo massonico ha sin dal principio mostrato una vera e propria affinità elettiva con la filosofia che governa le logge massoniche.
A rivelare bene questa relazione speciale è stato, tra gli altri, il compianto cardinal Caro y Rodriguez che nella sua opera “La massoneria smascherata” spiega come il protestante sia già di per sé un mezzo massone, e tutto deriva dal fatto che la teologia luterana e calvinista di cristiano ha ben poco, oltre il nome.
Il protestantesimo infatti priva di ogni responsabilità individuale l’uomo la cui salvezza non dipende più dalle opere di bene che questo compie, ma da una volontà divina prestabilita, e soltanto questo singolo precetto chiaramente spoglia l’individuo della facoltà del libero arbitrio.
E’ per tale ragione che Lutero amava dire “pecca fortiter” proprio perché nella sua visione il peccato commesso dall’uomo quasi passava in secondo piano rispetto alla teoria delle predestinazione, e di conseguenza si è consegnata al protestante una patente per commettere nefandezze varie nell’illusione che ci si possa salvare lo stesso solo perché Dio lo ha già stabilito in anticipo.
Il protestante si rende già nella sua forma mentis un candidato ideale per entrare nella massoneria e non deve sorprendere quindi che il fenomeno massonico abbia conosciuto particolare fortuna nel mondo anglosassone per poi estendersi a tutta l’Europa continentale che ha sempre avuto come riferimento le obbedienze inglesi e americane.
Le varie correnti della massoneria italiana ancora oggi si azzuffano per avere il primato di essere le sole ed esclusive rappresentanti di Londra, e il conflitto non è mai stato così incerto come lo è ora.
Lo scisma tra GOI e GLRI: la guerra per essere il rappresentante di Londra
Negli articoli precedenti si era avuto modo di affrontare la grave frattura in seno al GOI sulla quale si tornerà in seguito, ma prima di dedicarsi a tale questione è interessante prendere in esame l’altro storico conflitto che c’è in seno alla massoneria italiana per essere l’unica ed esclusiva rappresentante della libera muratoria internazionale in Italia.
Le origini di questa faida risalgono al 1993 quando l’allora Gran maestro del Grande Oriente d’Italia, Giuliano Di Bernardo, decide di dimettersi nell’aprile di quell’anno dal suo incarico per fondare una sua loggia massonica, la Gran Loggia Regolare d’Italia, che oggi vanta circa 2000 iscritti, ben lontana dai 23mila membri del GOI.

L’ex Gran maestro del GOI, Giuliano Di Bernardo
Le ragioni del dissidio non sono mai state veramente chiarite, ma come spesso, o sempre, accade in seno nelle logge questi conflitti non sono il risultato di due visioni diverse della massoneria, ma piuttosto il risultato di feroci scontri di potere interni su chi deve occupare una posizione prioritaria rispetto ad un altro.
Va ricordato infatti che la massoneria per sua natura è tutta universale, il fine è unico e le parti che la compongono quando si combattono è esclusivamente per i vari conflitti di potere.
Forse è stato proprio uno di questi conflitti con il GOI a spingere Di Bernardo negli ultimi tempi della sua guida di questa loggia a collaborare con il magistrato Agostino Cordova che stava indagando in quegli anni sulle cosiddette superlogge.
Le superlogge possono essere definite il vero piano superiore della libera muratoria.
Sono quei livelli riservati della massoneria alla quale accedono i veri potenti di questa organizzazione e sono coloro che guidano questa società segreta senza che gli altri iniziati nemmeno sappiano della loro esistenza.
Nella massoneria i veri burattinai non sono conosciuti dagli apprendisti che si trovano in fondo alla piramide, ma soltanto da quelli che sono alla sommità di questa organizzazione.
Un piano superiore della massoneria è quello, ad esempio, della loggia dell’Alta Vendita alla quale appartenevano pochissimi iscritti, non più di 40, e tra i questi c’erano membri della famiglia dei famigerati banchieri Rothschild, costantemente al vertice delle massonerie e delle varie società segrete.
Cordova, com’è noto, non riuscì ad arrivare a quel livello perché il sistema si mise in moto per sfilargli l’inchiesta e parcheggiarla nelle stanze della procura di Roma che, come sua abitudine, archivia su gentile richiesta dei vari potenti che gestiscono tale sistema.
Di Bernardo, che non ha mai nascosto la sua profonda avversione alla Chiesa Cattolica, sbatte in quel momento la porta del GOI e fonda la sua loggia, la citata GLRI, e da allora c’è una sorta di contesa irrisolta su chi è riconosciuto da Londra e Washington e chi invece non lo è.
Il Sole 24 Ore, quotidiano attento e forse preoccupato da tale marasma, ha scritto comunque un interessante articolo dal titolo “Logge contro logge: scontro totale nella massoneria” nel quale si ricostruiscono le fasi salienti di tale contenzioso.
Dopo il citato scisma con il Grande Oriente d’Italia e la fondazione della sua Gran Loggia Regolare d’Italia, Di Bernardo, probabilmente grazie ai suoi buoni uffici è riuscito a soffiare al GOI il riconoscimento da parte della United Grande Lodge of England, ovvero quella che può essere considerata non solo la più importante loggia massonica inglese, ma la centrale stessa della massoneria mondiale, considerata la lunga lista di affiliazioni all’UGLE, quali quelle, ad esempio, della Grande Loge Nationale Française, della Gran Loggia di Spagna e della Grande Loggia dello stato di Israele.
A dare un’idea ancora più esaustiva dell’importanza assoluta di questa loggia è il fatto che essa sia presieduta da un membro della famiglia Windsor come il principe Eduardo di Kent, che ha recentemente perduto suo genero, Tom Kingston, in circostanze mai chiarite.

Il principe Eduardo di Kent, uno dei capi della massoneria mondiale
Al GOI non è andato giù il fatto di aver perduto il primato del riconoscimento londinese, ed ecco che nel 2015, il suo gran segretario del tempo, Michele Pietrangeli, scrive alla loggia del principe per chiedere di riavere l’affiliazione perduta accettando anche la possibilità di averla in coabitazione con la GLRI.
“Anche in Italia pertanto nulla osterebbe a che la Ugle decida di restituire al Goi il riconoscimento, pur essendo presente sul territorio la Gran Loggia regolare d’Italia (che è già in possesso del riconoscimento da parte della medesima Ugle), a condizione che siano d’accordo nel condividere il territorio, circostanza, peraltro, già esistente de facto, visto che tutti siamo al corrente della circostanza che esiste un’altra realtà massonica sul territorio italiano e, segnatamente, la Glri. La Giunta, pertanto, preso atto di quanto innanzi ed in considerazione di quanto già espresso con la delibera del 7 febbraio 2015 ribadisce che nulla osta alla condivisione del territorio con la Glri. “
La loggia fondata dal Gran maestro Di Bernardo nel 2015 comunica a Londra di non volerne sapere e ribadisce l’intenzione di non voler condividere l’affiliazione e la distribuzione sul territorio con i nemici del GOI, ma nel 2023 sono i massoni inglesi che di loro iniziativa scrivono a Fabio Venzi, successore di Di Bernardo e nuovo Gran maestro della Gran Loggia Regolare, per informarlo che Londra aveva deciso di procedere di sua sponte al riconoscimento del Grande Oriente, senza cercare il consenso della GLRI nell’interesse stesso della centrale della massoneria inglese che evidentemente già allora aveva fiutato la situazione di potenziale disgregazione della massoneria italiana.
La guerra dentro il Grande Oriente d’Italia
Soltanto un anno dopo infatti si apre un altro conflitto all’interno dello stesso Grande Oriente d’Italia, quando all’indomani delle elezioni per la carica di Gran maestro partono vive contestazioni da parte della lista di Leo Taroni che si era aggiudicata in un primo momento la contesa, fino al successivo ribaltone stabilito dalla commissione elettorale del GOI che aveva giudicato non valide le schede in favore di Taroni, in quanto non era stato rimosso il tagliando antifrode su di esse.
Gli uomini di Taroni però non si sono dati per vinti ed è iniziata così la guerra delle carte bollate.
Il Gran maestro mancato decide di rivolgersi alla giustizia civile nonostante le direttive della stessa massoneria vietino di rivolgersi ai tribunali ordinari, poiché se sorge un contrasto all’interno delle logge, le regole massoniche prevedono che esso debba risolversi tra i liberi muratori, i quali sono chiamati ad obbedire alle direttive superiori anche qualora queste violino le leggi dello Stato.
Non ci vuole molto a comprendere da tali “regole” che la distinzione tra massonerie regolari e massonerie deviate è del tutto fittizia e speciosa, dato che la stessa premessa iniziale della massoneria ufficiale pone la sua “legge” al di sopra di quella dello Stato.
Il corpo tutto della massoneria è evidentemente deviato, ma ciò non fa comodo dirlo nei salottini dei media e della politica che continuano a ripetere la favola della P2 come loggia deviata quando essa era in realtà appoggiata dallo stesso GOI che riconosceva, tra le altre cose, una succursale della loggia presieduta da Licio Gelli a Bologna.
Taroni è riuscito comunque per il momento ad avere la meglio in tribunale e, ad oggi, la massoneria del GOI si trova in una condizione inedita.
Non è più ufficialmente nelle mani del suo Gran maestro, ma in quelle del tribunale di Roma che di fatto ad oggi ha commissariato l’organizzazione in attesa di capire se dovranno esserci nuove elezioni oppure se Taroni si può considerare già da ora il capo del GOI.
Il prossimo 17 marzo ci sarà un’udienza presso il tribunale di Roma che dovrebbe aiutare a comprendere meglio quale sarà il prossimo capitolo della faida massonica italiana, ma intanto a Taroni sono già arrivate le minacce di morte nel pieno stile della libera muratoria che sotto le varie ipocrite parole illuministi e liberali quali “fratellanza” e “uguaglianza”, nasconde in realtà un sanguinolento magma fatto di tremendi omicidi rituali nei confronti di quei massoni che hanno violato le regole, come capitato, ad esempio, a William Morgan, ucciso dai suoi ex “fratelli” perché ad un passo dal rivelare i vari segreti delle logge oppure a Clotilde Bersone, addirittura crocefissa nella loggia massonica dove fu iniziata.
La faida, già feroce e virulenta, ha però un risvolto ancora più problematico per il Grande Oriente d’Italia.
Taroni infatti appartiene al rito scozzese antico e accettato (RSSA), particolarmente importante perché ancora oggi è il principale rito di riferimento di tutte le massonerie mondiali.
Il rito scozzese è la principale formula esoterica della massoneria, ispirato largamente alla struttura religiosa del talmudismo, e venne fondato nel 1801 a Charleston, negli Stati Uniti, laddove fu istituito il consiglio supremo al quale rispondevano e rispondono tutte le varie sezioni nel mondo che facevano capo a questa corrente della massoneria.
Negli anni a venire la fondazione del rito scozzese sale al potere di questa loggia nel 1859 uno dei massoni più potenti del mondo, Albert Pike, che oltre ad essere il capo di tale rito fondò un altro livello superiore segreto, il cosiddetto rito palladiano, nel quale c’erano personaggi come Giuseppe Mazzini, sostituito dopo la sua morte dal suo discepolo, Adriano Lemmi che tra intrighi e imbrogli di vario tipo riuscirà a diventare non solo il capo della massoneria italiana, ma anche di quella mondiale dopo la morte di Pike e grazie soprattutto al decisivo appoggio della massoneria ebraica del B’nai B’rith.
Il rito scozzese antico e accettato non è comunque nuovo ad attriti e divisioni con il GOI.
Dopo lo scisma della massoneria italiana che avvenne ai primi del’900 i due corpi restarono infatti separati fino alla successiva ricomposizione del dopoguerra, ma oggi il divorzio definitivo sembra nuovamente essere alle porte.
Taroni e i suoi sono determinati a non fare passi indietro e oltre ad aver già incamerato una prima vittoria giudiziaria hanno anche dalla loro il fatto che il RSSA è quello che consente di salire ai gradi, quelli visibili e ufficiali, più alti della massoneria fino al 33° grado, e i massoni che appartengono a questo rito hanno certamente un’influenza maggiore rispetto agli altri.
Mentre il GOI e il RSSA sono impegnati in questa loro guerra fratricida, la Grande Loggia Regolare d’Italia attende le sorti del conflitto nella speranza forse di portare dalla propria parte i 4mila iscritti del rito scozzese e infliggere così un altro duro colpo ai fratelli muratori del Grande Oriente d’Italia.
La massoneria italiana si trova potenzialmente di fronte dunque ad un altro possibile scisma poiché qualsiasi cosa deciderà il tribunale di Roma, uno dei due contendenti non riconoscerà con ogni probabilità la vittoria dell’altro, e la divisione del GOI in due parti sembra molto probabile.
La libera muratoria in Italia potrebbe così andare incontro ad uno scenario del tutto inedito, ovvero una potenziale divisione in tre tronconi, ovvero i due eventuali pezzi del Grande Oriente e la Grande Loggia Regolare.
La faida per avere lo scettro di ciò che resta della massoneria italiana diventerebbe ancora più acuta di quella già in corso d’opera.
Londra di fronte a questa guerra “fratricida” può fare molto poco perché essa stessa è indebolita.
La massoneria nasce esplicitamente per uno scopo. Marciare verso la costituzione della repubblica universale ponendo mattone dopo mattone, da qui l’appellativo di muratori, sull’edificio di questo governo mondiale.
Anche Di Bernardo non lasciò molto spazio ai dubbi quando disse qual era il fine massonico riservato all’umanità.
L’ex Gran maestro del GOI descrive chiaramente lo stadio finale del piano della libera muratoria nel suo libro “Il futuro di Homo Sapiens”.
“ll pianeta globalizzato sarà governato da un solo uomo e da un Consiglio di saggi. […] L’Uno e il Consiglio di saggi deterranno il potere assoluto. Di conseguenza, non avranno bisogno di altri poteri per governare il mondo. Il potere assoluto dell’Uno farà di lui un dio. I poteri attribuiti nel passato alla divinità ora appartengono a lui. Con una differenza fondamentale. Il dio delle religioni (principalmente monoteiste) era un’entità potente, ma inventata. Con i suoi attributi, egli non interveniva nella storia dell’uomo. L’Uno-dio, viceversa, è un essere concreto, che opera nella storia, decidendo il destino degli uomini. Non tutti gli uomini saranno dèi, ma solo una ristretta cerchia. Sarà abissale il distacco tra gli uomini-dèi e gli uomini-uomini»
I liberi muratori lavorano alacremente da tre secoli a questo.
Aspirano ad una dittatura di massoni “illuminati” presieduta da questa figura di uomo-dio che assomiglia molto all’Anticristo annunciato nelle Sacre Scritture.
In fin dei conti, questa è non è altro che una perfetta manifestazione della filosofia luciferiana che anima la massoneria e che nel corso di tutta la sua esistenza non ha fatto altro che lavorare per la fine della Chiesa Cattolica, la grande nemica che impedisce l’avvento del cosiddetto “uno – dio” e della sua tirannia mondiale fondata sulla religione teosofica globale.
Una volta andato in fumo tale “sogno” però e una volta svanito il ruolo di guardiano di tale (dis) ordine da parte dell’anglosfera, che sta perdendo tutto il suo potere dopo il ritorno ufficiale di Donald Trump e la liquidazione dell’impero americano, è evidente che ogni singola loggia affiliata alla UGLE è già virtualmente orfana perché la “grande madre” inglese sta morendo e la dinastia reale dei Windsor che ne garantiva il potere sta progressivamente sparendo.
Si è giunti nella fase del vuoto massonico nel quale ognuno andrà per la propria strada e ognuno cercherà di salvare la pelle in questa sorta di Caporetto mondiale della massoneria.
I massoni italiani dovranno lottare per avere i forzieri del GOI che custodiscono un patrimonio di 300 milioni di euro nella speranza di prendere il bottino e mettersi al riparo da questa buriana che sta spazzando via non solo tutti gli equilibri politici usciti dalla seconda guerra mondiale, ma anche, sotto certi aspetti, quelli usciti dalla stessa rivoluzione francese, se si prende in considerazione il fatto che Stati Uniti e Russia stanno condannando apertamente la secolarizzazione e invocano la necessità di mettere tra i capisaldi della nazione i riferimenti alla cristianità.
Nei prossimi mesi si assisterà quindi ai prossimi capitoli di questa guerra intestina che dalla aule dei tribunali passerà con ogni probabilità alla manifestazione di altre strane morti per “suicidio”, come quelle già avvenute negli altri mesi.
La storia della massoneria si chiude com’era iniziata. Nel sangue.
Siamo entusiasti di comunicarvi la partnership tra Oggi Notizie e Anime Libere, un social libero da CENSURE, Intelligenza Artificiale, e algoritmi di controllo. Con il nuovo social Anime Libere hai la possibilità di pubblicare tu stesso notizie e argomenti di tuo interesse, aprire gruppi pubblici o privati e interagire con tutti gli iscritti attraverso una chat in tempo reale. Anime Libere preserva e promuove la possibilità di esprimersi e condividere opinioni, incoraggiando una discussione rispettosa e civile tra gli utenti.
Anime Libere non solo è totalmente gratuito, ma chi volesse sostenere il progetto sottoscrivendo un abbonamento avrà la possibilità di GUADAGNARE invitando amici ad iscriversi e monetizzare tramite i contenuti che pubblicherà