“Ladro ferito dalla polizia dopo un furto ottiene 480 mila euro di indennizzo. «Ma dopo 6 anni ancora non mi sono stati versati”. La notizia, con questo eloquente titolo, viene riportata dal Corriere della Sera, edizione di Torino.
“Era il 2013 – si legge nell’articolo di Simona Lorenzetti -, mentre tentava di fuggire in auto dopo aver commesso un furto venne ferito da un colpo di pistola sparato da un agente. Undici anni più tardi nelle aule di giustizia si parla ancora di questo caso e degli strascichi civili che ne sono seguiti. La vicenda è infatti al vaglio dei giudici della Corte d’Appello: il ferito, ha chiesto un risarcimento e in primo grado gli sono stati riconosciuti 480 mila euro, ma la somma non è stata ancora versata”.
“La battaglia legale sull’indennizzo – prosegue l’approfondimento del Corriere della Sera – è il seguito di un processo penale che si è concluso con l’accertamento della responsabilità dell’agente: nel 2018, in appello, il poliziotto è stato condannato a sei mesi con la condizionale. Non solo, la sentenza stabilì anche una provvisionale di 50 mila euro (come acconto sul risarcimento complessivo da richiedere in sede civile) che otto anni fa è stata regolarmente pagata. Poi è stata la volta della causa civile, che in un primo momento era stata avviata a Roma. Ma il tribunale capitolino ha dichiarato la propria incompetenza territoriale rinviando la vertenza ad altro distretto”.
«Sono undici anni – afferma l’avvocato che assiste il ferito – che proponiamo alle controparti una transazione. Finora senza esito. C’è da chiedersi se questo atteggiamento di chiusura sia conveniente per lo Stato o se, al contrario, non comporti un onere ulteriore». Ora il giudice istruttore ha formalmente invitato le parti a trovare un accordo e a «coltivare il tentativo di conciliazione». Quindi ha aggiornato la causa a gennaio. L’uomo (anche lui condannato in sede penale) ha una invalidità dell’80% per effetto del ferimento: i suoi legali affermano che cammina con enormi difficoltà e solo con l’aiuto di stecche che gli serrano le gambe”.
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