“Bruno Vespa, uno dei più grandi professionisti della disinformazione“.
Si è aperto così lo scontro fra il giornalista indipendente, Matteo Gracis, e il presentatore di Porta a Porta, Bruno Vespa.
I due si sono incontrati nel vagone del treno e con la scusa di scattare una foto, Gracis si è avvicinato. L’occasione era quella di intavolare un confronto spiegherà poi Gracis, ma Vespa non è stato dello stesso avviso.
Come si vede nel video il giornalista Matteo Gracis chiede di scattare una foto insieme, e nel farlo lo definisce un “professionista della disinformazione” e prosegue, riferendosi al suo lavoro:
“Un giornalismo che è megafono della voce dei padroni“. Vespa risponde secco: “ma vada a fanc*ulo“.
I due vengono poi separati dall’addetto alla sicurezza del conduttore, ma prima di andarsene Gracis lancia un’ultima frecciata: “Questo è il suo lavoro da una vita: di propaganda delle istituzioni. Continui a fare il suo lavoro meschino”.
Poco più tardi il fondatore dell’Indipendente Matteo Gracis commenterà così l’episodio:
“… ora, è vero che l’ho disturbato. La mia contestazione però è stata educata, civile e del tutto pacifica. Senza insulti e alcun gesto aggressivo. Anzi, mi sono anche scusato per l’incursione. Ritengo giusto e importante esternare a questi soggetti, che di norma sono abituati a gente che gli chiede autografi e selfie, che invece c’è anche qualcuno che li disprezza e che non ha timori a esprimere il proprio dissenso. Per me i danni causati da pennivendoli simili sono incalcolabili. Decenni di propaganda televisiva, di giornalismo sensazionalistico, di distrazioni di massa che hanno lobotomizzato intere generazioni di italiani. Una piccola e innocua contestazione simile mi sembrava il minimo. La sua reazione è invece un categorico rifiuto, volgare fra l’altro. Incapace a qualsiasi forma di confronto”.
Sulla vicenda si è pronunciato anche Bruno Vespa che in un suo commento su X ha affermato:
“L’odiatore Matteo Gracis vorrei tornare un momento sul nostro piacevole incontro di ieri, perché ho scoperto soltanto adesso che la tua ignoranza professionale è così abissale da non sapere che il Capo dello Stato non ha alcuna competenza sul segreto di stato e invece tu, purtroppo, hai accusato pesantemente Mattarella di averlo prolungato di 8 anni su Ustica, su non si sa che cosa. Vedi Gracis la caratteristica di voi odiatori è che con il risentimento cercate di riscattare le vostre infinite frustrazioni professionali e personali. E quindi ti sei ridotto a vendere la tua misera merce sui treni come hai fatto ieri tu. Buona fortuna”.
In merito all’episodio citato Matteo Gracis, a differenza di molti colleghi, si era però già al tempo scusato e aveva rettificato pubblicamente:
“Ho commesso un errore. Chiedo scusa nuovamente e non per sperare in una qualche forma di clemenza ma perché è questo che va fatto quando si sbaglia. E mi scuso soprattutto con i miei lettori e il mio pubblico, per le inesattezze e le imprecisioni contenute nel mio post fallace. Ho rettificato e sono pronto ad assumermi tutte le responsabilità nonché le conseguenze delle mie azioni, qualunque esse siano”
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