Le morti improvvise ormai sono diventate una routine, i media si limitano a dare le notizie, facendo finta che sia tutto nella norma
MONTEBELLUNA (TREVISO) – È mancato nella città di Vancouver dov’era console generale d’Italia, Marco Nobili, classe 1966, nato a Montebelluna e cresciuto a Oderzo. Dopo studi impegnativi, sempre seguiti con costanza e tanto impegno, Nobili aveva intrapreso la carriera diplomatica. Aveva lavorato come vice ambasciatore a Khartoum in Sudan (Africa), poi ancora come console in Croazia, Stati Uniti, Argentina, Svizzera. Aveva quattro lauree, l’ultima in Relazioni Internazionali, conseguita nel ottenendo il 110 e lode con una tesi intitolata “La policy Analysis applicata al caso della richiesta di maggiore autonomia per le regioni italiane, con particolare riferimento alla Regione del Veneto”; l’introduzione era stata curata dal presidente Luca Zaia. Nel settembre dello scorso anno era stato nominato console generale d’Italia a Vancouver, nello stato della British Columbia in Canada.
LA STORIA
Nobili era stato anche a Detroit, «proprio negli anni in cui la Fiat acquisiva la Chrysler: l’attività del consolato italiano era cruciale a tale proposito, ho diverse foto di Marco insieme a Sergio Marchionne» ricorda Federico Mattiuzzi della società sportiva che gestisce la piscina di Oderzo e amico di lunga data di Nobili.A Oderzo, dove Nobili era cresciuto, lo ricordano in tanti: da giovane era stato infatti un provetto nuotatore nonché istruttore dell’Arca Nuoto e per un periodo aveva anche svolto il lavoro di vigile urbano mentre continuava a studiare per intraprendere la carriera diplomatica.
IL RICORDO
«Malgrado la lontananza eravamo rimasti in stretto contatto, un’amicizia iniziata quando, a 21 anni, era stato istruttore di nuoto per noi di Arca – racconta Mattiuzzi – . Siamo stati informati della sua morte direttamente da contatti in Canada, non riuscivamo a crederci. Abbiamo così telefonato alla famiglia della moglie che è di Caorle ed abbiamo avuto la conferma di questa triste realtà. A quanto sappiamo ad essergli fatale è stato un malore improvviso». «Lo ricordo come un uomo dall’intelligenza brillante, che ha lavorato tanto, facendo sacrifici per arrivare lontano» chiude commosso Mattiuzzi. Il diplomatico lascia la moglie, due figli, la sorella Luisa
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