“Abbiamo vincolato i bonus edilizi alle performances termiche ma non all’antincendio” spiega a Today.it Davide Luraschi, docente di ingegneria della sicurezza: “Materiali combustibili nel cappotto termico. È la stessa legge ad averlo permesso”.
Il governo Meloni lo sta smantellando sempre più e il Superbonus è destinato a finire per come lo abbiamo conosciuto, eppure le discussioni sul tema sono destinate a durare. Sappiamo già che il peso dell’incentivo per ristrutturare casa graverà sui conti pubblici anche nei prossimi anni, ma c’è un’altra questione che potrebbe tenere banco: la sicurezza. Nello specifico, incendi disastrosi in alcuni edifici hanno attirato l’attenzione sui materiali usati nelle ristrutturazioni che potrebbero aver contribuito alla propagazione delle fiamme. Il problema è che potremmo aver riempito le nostre case di materiali combustibili.
I bonus edilizi degli ultimi anni hanno reso più conveniente ristrutturare casa, ma c’è un timore: che il risparmio abbia soppiantato la qualità. Ne abbiamo già scritto in passato, per sottolineare problemi imprevisti e potenziali incidenti causati da lavori per installare il cappotto termico realizzati non a regola d’arte. Ora, per comprendere meglio i rischi Today.it ne ha parlato con Davide Luraschi, presidente del collegio ingegneri e architetti di Milano e docente di ingegneria della sicurezza antincendio al politecnico di Milano.
“Le nostre case più efficienti ma meno sicure”
I bonus edilizi, bonus facciate e Superbonus su tutti, sono nati per migliorare l’antico e poco efficiente parco immobiliare italiano, ma lo scopo è stato raggiunto solo in minima parte: per ristrutturare il 3 per cento degli edifici esistenti i conti dello Stato sono stati danneggiati e l’effetto durerà a lungo.
I cantieri si sono comunque moltiplicati, ma un numero così alto di lavori può aver fatto perdere di vista la qualità, aumentando i rischi: “Certamente questi bonus hanno contribuito a risvegliare un settore che, anche a causa della pandemia, era congelato, migliorando da un punto di vista dell’efficienza termica il patrimonio edilizio – ha detto a Today.it Davide Luraschi -. Di contro, oltre ai temi attuali e dibattuti come quello sulla difficoltà del reperimento dei fondi economici necessari, è opportuno sottolineare come ci si è totalmente dimenticati di affiancare, al tema del risparmio, quello sulla sicurezza”.
Le conseguenze sono potenzialmente disastrose: “Abbiamo vincolato i bonus alle performances termiche ma non all’antincendio – fa notare Luraschi, docente di ingegneria della sicurezza antincendio -. È questo è un aspetto piuttosto grave. Per cui, il rischio concreto è proprio quello di aver contribuito a rendere le nostre case più efficienti ma forse meno sicure”.
Ora, l’attenzione si sposta sui materiali usati nel cappotto termico, tra gli interventi più realizzati col Superbonus e soluzione fondamentale per migliorare nettamente la classe energetica di un edificio, definita da Enea “la più efficace per isolare bene un edificio”. Potremmo aver installato soluzioni combustibili nelle nostre case e per Luraschi è la stessa legge ad averlo permesso.
Per la legge si può usare ma il materiale brucia
Alcuni fatti di cronaca hanno attirato l’attenzione sui materiali usati per isolare gli edifici, come l’incendio di Colli Aniene in cui erano in corso lavori di ristrutturazione del Superbonus, o quello alla Torre dei Moro a Milano che ha anche ispirato un aggiornamento della normativa. Ma per Luraschi, nominato tra i periti proprio per l’incendio di Milano, non basta.
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