di Cesare Sacchetti
L’immagine che ci è stata trasmessa del mafioso nel corso dei decenni è una folkloristica veicolata principalmente dalla solita ideologia liberal-progressista attraverso la cinematografia occupata da tempo da tali circoli “intellettuali”.
Siamo stati abituati ad immaginare il mafioso come un uomo con la coppola in testa, con la lupara in mano e che parla in stretto dialetto siciliano.
Questo è il mafioso che ha trasmesso la cinematografia e la letteratura dove raramente si esce da tale stereotipo.
La mafia però per essere compresa davvero non può prescindere da un’analisi che si interessi del vero potere che gestisce tale associazione a delinquere.
E il potere vero che governa la mafia si chiama massoneria. La storia dei rapporti tra mafia e massoneria è una di quelle scabrose che non viene mai raccontata realmente e fino in fondo dalla storiografia liberale.
Quest’ultima è invece tutta intenta a farci credere che il mafioso sia sostanzialmente quello che abbiamo accennato prima e che non esistono altre forze di gran lunghe più potenti che governano questa associazione dietro le quinte.
Ciò deriva dalla esigenza del liberalismo di proteggere il “buon nome” della massoneria descritta ancora ipocritamente come null’altro che un’associazione filantropica di buontemponi che non fanno alcun male, e quando ciò capita si tratta solamente di alcune mele marce ostili alla causa dei grembiulini.
Questa raffigurazione è ovviamente falsa perché la massoneria, tutta e non solamente alcune sue parti, si è sempre servita della mafia per raggiungere i suoi scopi.
Questo occorreva già nel XIX secolo quando nasceva il movimento risorgimentale che sulla carta dichiarava di voler unificare l’Italia ma che in realtà nutriva aspirazioni che andavano molto oltre la causa dell’Italia Unita.
Lo scopo vero del movimento risorgimentale era infatti quello di colpire la Chiesa Cattolica considerata il massimo nemico dalla massoneria sin dai suoi esordi.
Nonostante ciò che dichiarano i massoni, la massoneria non è affatto neutrale nei confronti delle religioni, soprattutto di quella cristiana.
La massoneria pretende di apparire come un’associazione in grado di riunire uomini di diversi fedi ma tutta la sua simbologia e i suoi reali scopi non sono null’altro che l’esternazione di una religione anti-cristica di chiaro stampo luciferiano.
Ciò ovviamente non viene rilevato agli adepti che si trovano a scalare i primi gradini della società perché altrimenti la vera natura della massoneria desterebbe troppo allarme tra i suoi seguaci.
A dirlo non è la letteratura cattolica ma gli stessi massoni quali Albert Pike ed ex massoni quali Domenico Margiotta che hanno rivelato come solamente i massoni di grado più elevato, quelli vicini al 33°, vengono messi al corrente del fatto che il dio della massoneria definito come Grande Architetto dell’Universo non è null’altro che Lucifero.
E’ tale culto luciferiano che aderivano gli uomini più importati del Risorgimento quali Giuseppe Mazzini, mente creatrice del rito palladiano, e Giuseppe Garibaldi, Grande Ierofante della loggia Mizraim, che sarà poi la stessa loggia alla quale aderirà nel XX secoli un altro famigerato seguace della religione luciferiana, quale Aleister Crowley.
Quando la massoneria decide di conquistare il Meridione e di abbattere l’allora Regno delle Due Sicilie si serve appunto dell’aiuto della mafia.
Sin dai primi istanti i massoni e i camorristi locali assoldati sono stati del tutto decisivi per consentire alle camicie rosse di conquistare la Calabria, la Sicilia e la Campania.
Non è affatto azzardare affermato che l’impresa risorgimentale massonica senza il decisivo apporto della mafia sarebbe stata probabilmente destinata al fallimento.
La massoneria governa la mafia
La mafia quindi come si vede sin dai suoi primi istanti di vita ha goduto della protezione massonica.
Ciò che vediamo oggi con le varie associazioni mafiose che gestiscono il traffico di stupefacenti, lo sfruttamento della prostituzione e il traffico di esseri umani non è altro che il risultato dello scellerato patto che è stato costituito tra mafia e massoneria ai tempi del Risorgimento.
La mafia non è un fenomeno mafioso, ma massonico perché i suoi appartenenti sono tutti iscritti alla massoneria.
Quando il pentito di mafia Maurizio Avola iniziò a collaborare con la giustizia negli anni 90 fece proprio queste rilevazioni.
I capimafia, quelli che vediamo nelle pagine dei quotidiani descritti come i “capi” della mafia, sono tutti iscritti alle logge.
Toto Riina detto U’ Curtu, era iscritto alla massoneria stando a quanto riferisce Avola, così come lo era Nitto Santapaola.
Se attingiamo dalle recenti cronache che riguardano la cattura e la successiva morte di Matteo Messina Denaro vediamo che la musica non cambia. Scopriamo che è stato il potere della massoneria a garantire al capomafia una latitanza durata trent’anni trascorsa non in qualche remoto luogo del pianeta, ma a casa sua, nel trapanese.
Sono state le logge massoniche a consentire a Messina Denaro di restare a piede libero. Sono loro dunque il vero Stato che ormai è ridotto a mero simulacro giuridico proprio per il potere dei grembiulini.
Non si sta parlando però solamente della massoneria coperta o irregolare ma anche di quella ufficiale e riconosciuta dal Grande Oriente d’Italia che pratica il rito scozzese.
Qui esiste un equivoco di fondo veicolato, a volte in buonafede, da alcuni storici, magistrati e giornalisti volto a far credere che il problema sia solamente la massoneria clandestina e non quella ufficiale.
La distinzione è del tutto fuorviante perché la massoneria ufficiale non è una associazione pubblica e trasparente come viene erroneamente dichiarato.
Si pensi a questo proposito che ancora oggi le logge autorizzate si rifiutano di divulgare i nomi dei loro iscritti e tantomeno le decisioni che vengono prese nel seno della massoneria.
La definizione quindi di “pubblico” contrasta con la natura stessa di questa società che resta quella della assoluta segretezza.
Il mondo esterno non deve sapere chi sono i partecipanti iscritti alle logge né tantomeno lo debbono sapere i massoni di rango inferiore.
Solamente gli iniziati che arrivano al vertice dell’organizzazione vengono messi al corrente dei veri scopi della massoneria che, come dichiarato dagli stessi massoni ed ex di alto rango, non sono altro che l’infiltrazione delle istituzioni e la fine dello Stato nazionale.
La massoneria ispira a quella che viene definita dai suoi stessi membri come “Repubblica universale” nella quale non c’è più la religione di Dio come fondamento morale della società ma piuttosto quella del dio massonico Lucifero.
Sin da quando è nata, la massoneria ha dichiarato guerra al cristianesimo in ogni sede e con ogni mezzo. L’idea della società secolare che si spoglia della sua eredità cristiana per abbracciare invece una identità laicista e ateista è alla base dell’illuminismo propalato dai suoi filosofi massoni, quali Voltaire e Rousseau.
Tutto il mondo moderno di cui nostro malgrado respiriamo i miasmi ogni giorno è permeato da questo pensiero che non ha altro scopo che quello di annientare l’identità cristiana dell’Italia e dell’Europa.
L’errata distinzione tra massoneria ufficiale e coperta
Quando si afferma pertanto che occorre mettere al bando solamente la massoneria coperta si commette un errore madornale che consente alle logge di proseguire indisturbate la loro attività eversiva.
È lo stesso errore che commise Tina Anselmi, storica presidente della commissione d’inchiesta sulla loggia P2, quando affermava in una intervista a Repubblica del 1992 che la Costituzione riconosce il diritto alla libertà di associazione.
La massoneria però non è un circolo bocciofilo. Quando i suoi iniziati si infiltrano in ogni ganglo delle istituzioni ne cambiano l’agenda e i fini. Quando i giornalisti, i magistrati, i politici e gli accademici sono in larga parte massoni non si ha più uno Stato inteso come concetto giuridico che dispone dell’uso della forza e della capacità di fare le leggi. Si ha soltanto una riduzione dello Stato a circolo massonico che persegue i suoi scopi e i suoi interessi incompatibili con quelli del bene comune.
Coloro che non sono massoni, ad esempio, sono scartati dai vari concorsi per ascendere ai vertici dello Stato così come coloro che non fanno parte di questa società segreta difficilmente possono fare carriera in magistratura, corpo profondamente contaminato dall’infiltrazione massonica, o in politica.
La società che ha creato la Costituzione liberal-democratica del 1948 è una dominata dalla massoneria sotto ogni aspetto.
E’ dominata dal pensiero massonico sin dai primi articoli della Carta in quanto i padri costituenti non si sono ispirati alla tradizione cattolica e greco-romana per scrivere il documento.
Si sono ispirati al filone liberal-progressista che ha stabilito che una civiltà millenaria come l’Italia sia fondata sul lavoro come una qualsiasi repubblica social-marxista nella quale tra l’altro il lavoro non c’è nemmeno più perché esso è stato annientato dal credo neoliberale che domina il mondo economico moderno.
A tessere le lodi della Costituzione sono, non sorprendentemente, anche gli stessi massoni che ricordano come diversi padri costituenti erano iscritti al Grande Oriente d’Italia.
L’inchiesta del procuratore Cordova sulla massoneria
Un altro magistrato, Agostino Cordova, provò a indagare sulla massoneria già 30 anni orsono.
Cordova era il procuratore della Repubblica a Palmi che nel 1992 aveva scoperto assieme al sostituto Francesco Neri nei computer della massoneria, e di importanti logge riconosciute a livello internazionale, la presenza di archivi segreti dove c’erano delle logge coperte ed iscritti di nomi eccellenti.
Si parlava di importanti esponenti politici, del mondo della finanza e della magistratura. È quel grumo di potere che oggi viene definito con l’espressione “stato profondo” per descrivere tutto quel sottobosco di gruppi segreti che controllano la macchina statale e la utilizzano per i loro scopi di natura chiaramente eversiva.
L’inchiesta stava arrivando ai vertici del Grande Oriente d’Italia, la loggia più importante d’Italia, prima che questa non venisse uccisa negli anni successivi dalla solita famigerata procura di Roma che non a caso si era guadagnata già allora l’appellativo di “porto delle nebbie” laddove ogni inchiesta scomoda si smarrisce e viene prontamente archiviata dai magistrati romani.
Quando l’inchiesta partì il sostituto Neri fece però una dichiarazione che voleva mettere in rilievo, auspicabilmente in buonafede, quell’errore di fondo che era alla base della stessa analisi della Anselmi.
Neri si espresse contro l’idea che la massoneria fosse “tutta un qualcosa di illegale. Voglio sottolineare che siamo in democrazia e l’associazionismo è una delle espressioni più alte della libertà individuale.”
Anche qui ci si chiede come si possa definire come semplice “associazionismo” una società che non rivela i suoi scopi al mondo esterno e agli iniziati inferiori e che fa un aperto traffico di influenze arrivando a gestire per conto proprio la cosa pubblica e le nomine dei vertici dello Stato.
Ciò che va affrontato è il nodo che sta alla base della natura di questa società eversiva. Non può esistere piena sovranità dello Stato e non può esistere la difesa degli interessi pubblici laddove c’è un’organizzazione che si infiltra nello Stato e ne governa la sua politica.
Che alcune logge siano coperte è una conseguenza del fatto che si consenta ad altre logge pubbliche di esistere e di coprire con la chiara complicità delle seconde i nomi degli iscritti più potenti.
È tutto pienamente in linea con la segretezza e il carattere eversivo di questa associazione.
La compartimentalizzazione è ciò che governa questa società segreta. I segreti vengono rivelati solo ad un manipolo di “eletti” e spesso gli iniziati dei primi gradi non sanno nemmeno chi sono i veri signori della loggia come spiegò mirabilmente il cardinale cileno Caro Rodriguez nella sua opera “Massoneria smacherata”.
L’unica cura per risolvere questa infezione che ha contaminato ogni parte dello Stato è quella che fu adottata nel 1925, quando l’allora governo fascista decise di mettere fuori legge la massoneria.
La massoneria è l’organizzazione più antifascista che esista e non si fa fatica a comprenderne le ragioni visto che il fascismo fu praticamente l’unico che decise di affrontare la questione massonica nell’unica maniera nella quale la si poteva affrontare.
Quella dello scioglimento delle logge. E qui si ritorna dunque al problema iniziale che era stato affrontato in questa analisi.
La mafia non può essere sconfitta se prima non si sconfigge la massoneria.
La massoneria è il livello superiore che gestisce la mafia.
La vera antimafia si chiama antimassoneria.
Fonte: https://www.lacrunadellago.net/il-vero-potere-che-governa-la-mafia-si-chiama-massoneria/
Siamo entusiasti di comunicarvi la partnership tra Oggi Notizie e cazzeggiando, un social libero da CENSURE, Intelligenza Artificiale, e algoritmi di controllo. Con il nuovo social cazzeggiando hai la possibilità di pubblicare tu stesso notizie e argomenti di tuo interesse, aprire gruppi pubblici o privati e interagire con tutti gli iscritti attraverso una chat in tempo reale. Cazzeggiando preserva e promuove la possibilità di esprimersi e condividere opinioni, incoraggiando una discussione rispettosa e civile tra gli utenti.
Cazzeggiando non solo è totalmente gratuito, ma chi volesse sostenere il progetto sottoscrivendo un abbonamento avrà la possibilità di GUADAGNARE invitando amici ad iscriversi e monetizzare tramite i contenuti che pubblicherà