La nota sottoscritta anche dai sindaci: “Grazie, ma le strade sono fragili e potreste involontariamente intralciare la Protezione civile”
Ravenna, 27 maggio 2023 – Tanti sono arrivati anche da fuori provincia: pieni di entusiasmo, pronti a lavorare. E la loro dedizione ha ridato speranza a tanti in questi giorni lugubri post alluvione. Ma il territorio è fragile e la situazione, nelle zone più colpite dall’emergenza, ancora caotica. E così il prefetto Castrese De Rosa e i sindaci del territorio ieri hanno rivolto un appello agli ’angeli del fango’, in cui chiede loro di non mettersi in movimento per raggiungere le zone alluvionate.
Un territorio dimenticato: “Qui c’è fango ovunque e siamo senza acqua”
“Pur esprimendo il più sincero apprezzamento per il grande sentimento di solidarietà che sta animando tantissimi volontari ’angeli del fango’ che si stanno attivando per raggiungere le zone maggiormente colpite dall’alluvione, soprattutto nel fine settimana – si legge nella nota della Prefettura –, il prefetto di Ravenna Castrese De Rosa e tutti i sindaci della provincia rivolgono un accorato appello a non mettersi in movimento in questi giorni nei quali sono ancora all’opera moltissimi uomini e mezzi della Protezione civile, che potrebbero essere, seppure involontariamente, intralciati nel loro operato, con conseguente pregiudizio del buon esito delle attività in corso e anche a tutela della loro incolumità e di quella degli altri”.
La Prefettura poi parla della viabilità provinciale, “seriamente compromessa dagli eventi alluvionali e non in grado di poter sopportare l’intenso volume di traffico che in questi giorni sta interessando tutte le arterie, in quanto numerosi mezzi di soccorso e d’opera sono impegnati nei lavori di ripristino delle rotture arginali e delle infrastrutture primarie e secondarie danneggiate”.
La Prefettura, quindi, suggerisce ai volontari di aspettare: “Tutte le istituzioni del Ravennate esprimono il loro più sentito ringraziamento a chiunque si stia attivando per dare una mano, sottolineando che ci sarà tempo e modo per tutti di offrire il proprio supporto nel momento e nelle modalità più opportuni”.
Un territorio dimenticato: “Qui c’è fango ovunque e siamo senza acqua”
La rabbia dei residenti di via Muraglione, nelle campagne fra Boncellino e Bagnacavallo “Passano i mezzi diretti verso l’argine ma nessuno si ferma a chiedere se abbiamo bisogno”
Ravenna, 27 maggio 2023 – Sono delusi, arrabbiati e con la sensazione di “essere presi per i fondelli” in questa infinita alluvione. “Scrivilo pure – insistono –. I residenti di via Muraglione nelle campagne fra Boncellino e Bagnacavallo, dove il Lamone ha rotto gli argini il 3 maggio e poi la settimana scorsa, continuano a lottare contro il fango che si è impossessato di abitazioni, coltivazioni, strade, auto. Fino a un metro e mezzo, due, in alcuni punti. Un incubo, reso ancora più pesante dalla mancanza di acqua, in alcune abitazioni, le poche che continuano a essere abitate, e dal timore delle incursioni degli sciacalli che l’altra sera, in una delle case, hanno tagliato la catena messa a protezione e abbandonato il palanchino per scassinare qualche infisso, forse perché sorpresi.
E il prefetto ferma gli ‘angeli del fango’: bravi ma basta
Su via Muraglione si affacciano un ventina di case per un totale di una sessantina di residenti. “Se ne sono andate 25 auto e un camper – spiega Tiziana Solaroli, eletta portavoce del gruppo di residenti che reclamano il diritto di essere considerati –. Ormai da un mese viviamo appoggiati da amici e parenti. Siamo stati abbandonati senza acqua e senza luce. Alla prima ondata nessuno ci ha avvisati. Un vicino ha suonato il campanello alle 6 e mezza del mattino mentre ancora dormivano per avvertirci. In pochi minuti ci siamo trovati con l’acqua alle caviglie”. Poi la fuga, il tentativo di tornare alla normalità dopo la prima rottura degli argini e la seconda ondata, peggiore della prima. Molti dei residenti sono stati tratti in salvo con i gommoni. “La sindaca è passata l’altro ieri – continua – ma prima non era nessuno a vedere come stiamo. L’unico che è intervenuto è stato l’ex comandante dei vigili urbani, Roberto Faccani”
Ora, tutti loro vivono nel terrore che un evento del genere possa ricapitare. “Con tutto il fango che ancora c’è anche un semplice acquazzone potrebbe creare problemi. I fossi sono tutti pieni di melma. Abbiamo saputo che già anni fa, il consiglio di zona di Boncellino aveva deliberato un intervento di sistemazione degli argini, ma nulla è stato fatto – sottolinea Tiziana –. Nel letto del Lamone c’era una foresta, gli animali hanno fatto le tane. Via Muraglione, agli occhi di tutti è ora come una via fantasma. Passano tutti i mezzi diretti verso l’argine ma non uno che si fermi a chiedere se abbiamo bisogno”.
Il comitato di via Muraglione ha delle richieste precise. “Vogliamo tornare nelle nostre case in modo dignitoso e a costo zero – sottolinea Tiziana –. Al momento c’è ancora talmente tanto fango che ogni giorno che trascorriamo qua cercando di pulire sembra sia passato inutilmente. Il legno delle porte si è gonfiato e non si chiudono, i muri si sono spostati. Poi, chi lo toglie il fango dalle piante? Tutti noi abbiamo poderi. Per quest’anno il raccolto è andato. Significa non guadagnare nulla e spendere soltanto”. Poi, un’altra cosa, forse la più importante. “Vogliamo stare tranquilli. Non vogliamo svegliarci ancora con l’acqua al collo. Gli argini sono ancora bassi – conclude –. Se arriva un’altra ondata, andiamo sotto ancora”.
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