È morto Silvio Berlusconi. L’ex presidente del Consiglio italiano e fondatore di Forza Italia aveva 86 anni.
Berlusconi, che ha impresso un segno importante nella storia politica e imprenditoriale del Paese, negli ultimi tempi aveva sofferto di gravi problemi di salute. Lascia cinque figli e la compagna Marta Fascina.
I problemi di salute negli ultimi mesi
Berlusconi era stato molto male, entrando e uscendo dall’ospedale San Raffaele di Milano. Ai primi di aprile 2023 l’ingresso in terapia intensiva a causa di una forma di leucemia mielomonocitica cronica e di un’infezione polmonare.
L’ex presidente del Consiglio iniziò un ciclo di chemioterapia ma dopo dodici giorni di terapia intensiva fu trasferito in un reparto di degenza ordinaria.
Berlusconi rilasciò prima un videomessaggio dall’ospedale mostrandosi in giacca e cravatta per poi venire dimesso dall’ospedale il 19 maggio 2023 dopo 45 giorni di ricovero. Poi, il 9 giugno, il ritorno al San Raffaele.
Una carriera tra politica, tv e calcio
Nato a Milano il 29 settembre 1936, Silvio Berlusconi ha lasciato il segno in settori molto importanti del Paese.
Nel mondo imprenditoriale, il suo nome è legato a quello di Mediaset, secondo polo televisivo dopo la Rai.
In politica, oltre a essere stato la figura più popolare del centrodestra a partire dalla metà degli anni Novanta, è stato capo del governo per tre volte.
Infine, il calcio: in particolare, con l’acquisizione nel 1986 del Milan che, sotto la sua gestione, ha vinto prestigiosi trofei nazionali ed internazionali.
Imprenditoria e sport, i due settori del primo Berlusconi si sono inevitabilmente intrecciati con la politica: proprio con un discorso in televisione nel 1994 annunciò la sua “discesa in campo” (un termine calcistico).
I programmi nel piccolo schermo di Mediaset che hanno cambiato la cultura del Paese (per molti in peggio) e i colpi di calciomercato (spesso alla vigilia delle elezioni) sono stati il mezzo per alimentare il consenso politico.
Dall’altra parte, c’erano i suoi detrattori che gli hanno lanciato accuse di vario genere: da quelle su finanziamenti opachi per cominciare l’attività imprenditoriale, allo spazio che le sue reti televisive hanno conquistato negli anni Ottanta, passando a quelle su conflitto d’interesse e leggi ad personam, fino a dichiarazioni pubbliche controverse e scandali sessuali.
Berlusconi vs “i comunisti”
La figura di Silvio Berlusconi è stata abbastanza divisiva nella politica italiana. Nel pieno della sua carriera, da esponente di Forza Italia prima e del governo in seguito, aveva infatti preso forma un bipolarismo che, per certi versi, è scemato proprio con il suo declino e dalla perdita progressiva di voti di Forza Italia negli ultimi anni.
Dalla discesa in campo, in una metà giocava la sua squadra (che riuniva i “berluscones”, i post-missini della destra e gli scomodi leghisti) in cui Berlusconi era il capitano, cioè il grande capo e federatore della coalizione.
Nell’altra meta campo, il fronte degli anti-berlusconiani: l’astio nei confronti del fondatore di Forza Italia riunì per diversi anni ideali politici decisamente differenti (dalla sinistra più radicale, ai liberali, fino ai grillini), estendendosi anche all’estero.
Per il Cavaliere (onorificenza durata dal 1977 al 2014, quando fu condannato per frode fiscale nel processo Mediaset) erano tutti semplicemente “comunisti”, distorcendo il senso di quell’ideologia.
L’intrattenitore prima dell’imprenditore
Prima del politico, però, c’è stato il Silvio Berlusconi imprenditore. Anzi, intrattenitore: da giovane svolgeva infatti questo compito, cantando sulle navi da crociera insieme a Fedele Confalonieri (amici dall’età di 12 anni, si lanciarono insieme nell’avventura Mediaset).
Da qui, forse, l’ammirazione per il cantante Mariano Apicella, con il quale un Berlusconi abbronzato e con la bandana in testa si esibiva nelle notti d’estate in Sardegna.
Oltre all’intrattenimento, Berlusconi fu anche venditore porta a porta di scope elettriche. Questi mestieri gli sono stati utili per la carriera politica dove, in Italia, conta soprattutto saper essere uomini di marketing, vendendo sogni e promesse, anche senza mantenerli.
Berlusconi contribuì a trasformare la politica in televendita e reality show. Chi è venuto dopo di lui (su tutti Matteo Renzi) è stata solo un’imitazione poco riuscita.
La tv per vendere un modello di uomo italiano
I programmi Mediaset sono stati la chiave della sua ascesa. Facendo qualche piccolo esempio riguardo l’impatto culturale, il reality Grande fratello rappresentava il sogno dell’uomo comune a caccia del successo. Berlusconi inviava questo messaggio al suo elettore-tipo: “Anche tu puoi diventare ricco e famoso come me”.
Il talk Uomini e donne, invece, mette in scena il tronista-playboy circondato da belle donne e che si diverte nelle sue mille storie “amorose”: un altro ruolo interpretato nelle note cene eleganti di Arcore con le “olgettine” alla corte del Cavaliere, che si servivano del suo potere per fare carriera.
Questo punto debole di Berlusconi rovinò allo stesso tempo la sua immagine, quando gli scandali sessuali vennero alla luce, ma il cambio culturale impresso con le sue trasmissioni televisive gli valse un enorme consenso nell’elettorato medio italiano, che lo votava per i motivi citati e “perché è simpatico”, divertendosi con le sue barzellette da intrattenitore.
Il Berlusconi politico
Ma chi fu veramente il Berlusconi politico, cioè il ruolo che ricorderemo maggiormente? In carriera interpretò diverse parti: nel 1994 si presentò nelle case degli italiani con un videomessaggio in cui interpretava l’uomo nuovo in grado di dare una svolta all’Italia: “È il Paese che amo”, annunciò di fronte alla telecamera, lasciando intendere che lo avrebbe reso brillante come accaduto con le sue aziende.
Berlusconi contribuì a personalizzare la politica e a utilizzarla per i suoi scopi, solitamente con i cosiddetti “Lodi”, spesso giudicati incostituzionali, che lo avvantaggiavano o gli evitavano guai giudiziari.
Fu polemico con l’Unione europea, come nel 2003, quando nel Parlamento di Strasburgo definì “kapò” il tedesco Martin Schulz che lo accusava di conflitto d’interessi.
Nell’epoca più matura, si trasformò invece in vecchio saggio a difesa dei valori europeisti, moderando gli irrequieti alleati Salvini e Meloni.
La guerra giudiziaria
Nel 2022 credette seriamente di riuscire a diventare Presidente della Repubblica, cioè non solo il rappresentante di tutti gli italiani (quindi anche dei “comunisti”) ma anche garante della Costituzione e a capo del Consiglio superiore di quella magistratura con cui si scontrò più volte, denunciando la politicizzazione delle “toghe rosse”.
Da quanto emerso in questi anni (pensiamo al caso Palamara), il mondo della magistratura non si è mostrato di certo pulito ed è possibile che Berlusconi sia entrato nel mirino in quanto nemico, così come è possibile il suo potere sociale ed economico abbia fatto dissolvere nel nulla diversi procedimenti.
Tra accuse fiscali, di corruzione, di mafia e via dicendo, i procedimenti giudiziari sono stati 36. L’unica condanna è arrivata nel processo Mediaset per frode fiscale e lo fece decadere da senatore per la legge Severino, con la pena scontata in modo alternativo ai servizi sociali. Tanti altri procedimenti si sono conclusi con prescrizione, archiviazione e amnistie.
La politica estera di Berlusconi
Silvio Berlusconi, tessera della P2 numero 1816, si è forse distinto maggiormente in politica estera piuttosto che in quella nazionale, cercando di intrattenere buone relazioni non solo con gli Stati Uniti ma anche con leader molto discussi come il russo Vladimir Putin e il libico Muammar Gheddafi.
Era il 28 maggio 2002 quando, in veste di presidente del Consiglio, fu regista di una stretta di mano tra lo statunitense George Bush e Putin nel corso di un incontro a Pratica di Mare, vicino Roma.
Berlusconi non rinnegò mai l’amicizia con il presidente della Federazione Russa, nemmeno dopo l’operazione militare in Ucraina del 2022.
Fecero discutere, infatti, le sue dichiarazioni nei confronti del presidente Volodymyr Zelensky, con i membri di Forza Italia che aggiustarono il tiro non tanto per convinzione ma per evitare una crisi diplomatica tra Italia e Ucraina.
Alcuni leader europei, però, scaricarono Berlusconi e addirittura lo derisero. Come Angela Merkel e Nicolas Sarkozy che si guardarono in faccia con un sorriso quando la stampa chiese loro se avessero fiducia nei confronti dell’ex presidente del Consiglio.
Le vicende controverse che avevano visto coinvolto Berlusconi lo avevano ormai delegittimato agli occhi dell’opinione pubblica.
Forse il suo definitivo declino avvenne in quegli anni, ovvero il 2011, quando l’élite finanziaria aveva ormai deciso di far cadere il governo guidato dal Cavaliere per imporre il tecnocrate europeista Mario Monti.
Le vecchie passioni e gli interrogativi nei titoli di coda
Nell’ultima fase, quando la tv era ormai superata dai social, cominciò il declino. Berlusconi non si rassegnò mai, provando a rimanere giovane come un tempo, fra un volto di cera, nuovi trapianti di capelli e una fidanzata più giovane di 50 anni da baciare nella tribuna dello stadio Brianteo di Monza.
Potrà essere ricordato con questa immagine Silvio Berlusconi. Una donna di giovane età rispetto a lui ad accompagnarlo, insieme a una nuova avventura nel mondo del calcio con il vecchio amico Adriano Galliani.
Un’altra passione per sentirsi vivo come quando nel 1963 allenava l’Edilnord e proseguita da presidente del Milan, quando voleva imporre ai suoi allenatori chi schierare in campo, consigliando come praticare il “bel giuoco”.
Estetica e personalizzazione, caratteristiche presenti anche nella politica di Berlusconi, che chiunque citerà certamente nei decenni successivi, giudicandola al contempo in modi decisamente differenti tra “berlusconiani” e quelli che lui definirebbe ancora “comunisti”.
Adesso si aprono degli interrogativi sul futuro del centrodestra. La morte di Berlusconi sancisce certamente anche la fine di Forza Italia. Cosa accadrà, invece, nella coalizione che l’ex presidente del Consiglio ha guidato per anni?
La corsa per tenerlo in piedi a tutti i costi, anche nell’ultimo periodo segnato da problemi di salute, è un chiaro indizio di come l’assenza della sua figura muterà inevitabilmente gli equilibri politici del centrodestra.
Servizio di Byoblu
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