Sui vaccini l’Istituto Superiore di Sanità si dà la zappa sui piedi
Lo dicevano nel 2021, eppure quante persone sono corse con la paura di contagiarsi?
Franco Bechis 31 marzo 2021
La raccomandazione campeggia sulla home page dell’Istituto superiore di Sanità guidato da Silvio Brusaferro nelle faq sul vaccino. E diventa un bel problema per Mario Draghi e il suo proposito di obbligare tutto il personale sanitario alla vaccinazione, con sanzioni severe. Perché alla domanda se dopo essere stato vaccinato anche con due dosi si può tornare in tutto o in parte a una vita normale, la risposta è categorica: “No”. Brusaferro spiega che “una persona vaccinata con una o due dosi deve continuare a osservare tutte le misure di prevenzione quali il distanziamento fisico, l’uso delle mascherine e l’igiene delle mani”.
E va bene, nulla cambia. Perché? E’ la spiegazione dell’Iss a mettere nei guai Draghi: “Poiché non è ancora noto se la vaccinazione sia efficace anche nella prevenzione dell’acquisizione dell’infezione e/o della sua trasmissione ad altre persone. Questo ancor più alla luce dell’attuale situazione epidemiologica che vede la comparsa e la circolazione di nuove varianti virali, che appaiono più diffusive rispetto al virus circolante nella prima fase della pandemia e per le quali la protezione vaccinale potrebbe essere inferiore a quella esercitata rispetto al ceppo virale originario”.
Varianti a parte se l’istituto che vigila sulla salute italiana ha il dubbio che un vaccinato possa ancora essere portatore- sintomatico o asintomatico- del virus, è chiaro che viene meno la motivazione principale dell’obbligo vaccinale: anche i pazienti a contatto con un vaccinato potrebbero prendersi il virus come quelli a contatto con un non vaccinato. Per potere stabilire l’obbligo l’Iss dovrebbe dire il contrario: che è sicuro che un vaccinato non sia più vettore del virus. Altrimenti l’obbligo e ancora di più le sanzioni per chi non lo rispetta, sarebbero non solo del tutto incostituzionali. Ma anche illogiche.
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