Ho personalmente aperto il primo gruppo social dedicato agli italiani che vogliono la pace con la Russia. Siamo quasi 5000 in meno di 48 ore ma l’obiettivo è raggiungere i 100.000 aderenti per poi organizzare la prima manifestazione di piazza dove i manifestanti sventoleranno insieme la bandiera dell’Italia e la bandiera della Russia. Paese con il quale intendiamo ripristinare i rapporti. Non riteniamo accettabile, infatti, chiudere i rapporti con chi è stato il nostro principale e affidabile fornitore di gas. Non vogliamo chiudere i rapporti con chi è venuto ad investire e spendere nel nostro paese; con chi ci ha fornito un mercato di sbocco per le nostre merci. Con chi per primo ci ha aiutato durante la pandemia e con chi ha sempre avuto un rapporto leale con il nostro paese, soprattutto con alcuni dei nostri presidenti del consiglio. Non vogliamo chiudere i rapporti con chi nel 2020 prometteva tariffe più basse per le forniture di gas per rendere più competitive le aziende italiane. Non vogliamo essere co-belligeranti contro chi ci ha sempre trattato con rispetto. Riteniamo che la Russia vada integrata in Europa e non isolata. Per il bene dell’Europa. Per contro-bilanciare lo strapotere statunitense nel vecchio continente.
Abbiamo studiato a fondo e pubblicato una inchiesta di 500 pagine utilizzando solo fonti occidentali ufficiali e autorevoli che dimostrano come Putin abbia fatto di tutto per scongiurare l’operazione speciale in Ucraina. Mettendo in guardia l’Occidente a partire dalla Conferenza di pace del 2007 ma è stato volontariamente ignorato. La mia inchiesta indipendente dimostra che al presidente russo non è stata lasciata altra scelta se non quella di agire per mettere in sicurezza la propria nazione. Lì dove quella sicurezza era stata tragicamente messa in discussione a partire dagli eventi del 2014 con le ingerenze statunitensi in Ucraina ed il loro utilizzo dei governi fantoccio di Kiev in funzione antirussa.
Noi non intendiamo più renderci co-belligeranti contro chi ha difeso i propri cittadini e la sicurezza della propria nazione. Non vogliamo pagare le spese di una guerra indotta per gli interessi statunitensi in Ucraina, utilizzata per una guerra per procura in funzione anti russa. Quello in atto è chiaramente uno scontro tra USA e Russia, considerato dagli statunitensi il primo indispensabile round di un futuro scontro tra USA e Cina. Noi siamo per la pace. Ripudiamo la guerra. E di tutto questo non vogliamo renderci complici e non vogliamo pagarne le spese. Siamo per la pace come tanti, è vero. Ma il nostro gruppo – a differenza degli altri che inneggiano (giustamente) alla fine della guerra tra Russia e Ucraina – ha un valore aggiunto: quello di pretendere anche la pace tra Russia e Italia. Abbiamo smesso di temere di essere per questo definiti putiniani. E lo diciamo a chiare lettere: non consideriamo Putin un nostro nemico, né un nemico dell’Italia, né un nemico dell’Europa. E non intendiamo più trattarlo come tale.
Ci conteremo. E lo faremo nelle piazze. La nostra non vuole essere una manifestazione anti-governativa, nonostante non accettiamo nulla di quanto sta facendo il governo sul fronte internazionale, dall’invio di armi, alle sanzioni. E condanniamo fermamente il sostegno dato ai governanti di Kiev. Il nostro sostegno è al popolo ucraino. Ostaggio e vittima del suo stesso governo.
Riteniamo invece che una grossa mobilitazione di piazza a favore della pace con la Russia possa ritornare utile al governo stesso. Sappiamo che il nostro premier è pienamente consapevole di quanto la Russia sia stata provocata negli anni, fino al punto di non ritorno. La Meloni lo ha dichiarato chiaramente in passato, in più occasioni ed in maniera molto energica. Sappiamo anche che la premier italiana è pienamente consapevole di quanto sia una follia autolesionistica per l’Italia, adottare sanzioni contro la Russia. Lo ha spiegato lei stessa in parlamento, quando poteva farlo. Lorenzo Fontana, presidente della Camera del suo governo, nel 2017 si rendeva protagonista di una coraggiosa interrogazione al parlamento europeo, mostrando le prove del golpe del 2014 in Ucraina contro Yanukovich in funzione anti russa da parte della coalizione filo-occidentale.
Al governo sanno già tutto. Non dobbiamo insegnargli nulla. Ma a quanto pare non possono muovere un dito. Non possono fare altrimenti. Ostaggio come sono degli apparati USA. Non hanno avuto coraggio e schiena dritta per dire di NO al colonizzatore a stelle e strisce. Se però la Meloni si ritrovasse il popolo in piazza a sostegno della pace con la Russia, avrebbe a quel punto un forte alibi per cambiare la linea di governo, imputando quella scelta a questioni da lei indipendenti. Costretta dal volere del popolo.
Ed io, allora, è a quel popolo che faccio appello.
Rendiamoci per una volta protagonisti del futuro della nostra nazione. Tagliamo i fili che collegano burattinaio e burattino. Facciamo scelte coraggiose. Scegliamo la pace. Oggi l’azione più coraggiosa e rivoluzionaria che si possa fare. Scegliamo la pace con chi in pace voleva stare.
Scegliamo la pace con la Russia.
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