La RETE LiberESISTENZA SARDA, Rete che alla sua formazione (2021) ha contato oltre 15.000 persone sparse in tutta la Sardegna (di 36 gruppi presenti in tutta l’isola), e che ad oggi conta 19 realtà, aderisce all’iniziativa promossa dal Comitato “In cammino per la Costituzione” di realizzare, la sera del 29 novembre, un momento di unione e riflessione nell’attesa della decisione della Consulta in merito all’obbligo vaccinale. Il 30 Novembre 2022 sarà infatti il giorno in cui la Corte Costituzionale si pronuncerà sulla legittimità o meno dell’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari, e non solo, perché la decisione avrà effetti su tutte le categorie professionali colpite dall’obbligo e anche per gli iscritti del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico che hanno fatto ricorso al Tar e per i quali è stato sospeso il giudizio in attesa proprio di questa pronuncia.
La modalità, condivisa dalla maggioranza del gruppo Operativo della RETE SARDA, sarà di un incontro silenzioso intervallato solo dalla lettura di questo comunicato e dalla lettura della seconda parte dell’art. 32 della Costituzione Italiana “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.
L’adesione della RETE SARDA a questa specifica iniziativa si inserisce in una cornice ben più ampia e trae le basi da una profonda riflessione sull’attuale situazione in cui si trovano i cittadini italiani riguardo questo particolare argomento. Quanto disposto dallo Stato Italiano in merito ad obbligo vaccinale, certificazione verde e uso di mascherine o gel, il tutto appoggiato dalla maggioranza degli organi di stampa, sono la dimostrazione di come sia stata di fatto istituzionizzata da disumanità nel nostro paese.
L’obbligatorietà vaccinale è passata come il ricatto “se non ti vaccini (o presenti il tampone pagato a tue spese) non puoi lavorare!”. In molti hanno ceduto e molti di questi hanno poi avuto danni o sono deceduti per malori improvvisi, dopo essersi sottoposti ai sieri. Come gruppi sardi siamo vicini alle loro famiglie e in questo momento vogliamo stringerli in un simbolico abbraccio.
Chi non ha ceduto ed è andato incontro a radiazioni o sospensioni (in diverse categorie in cui è stato imposto questo ricatto) oggi ha la possibilità di tornare al lavoro. L’attuale Ministro della Salute Orazio Schillaci in una recente intervista ha dichiarato che, per il personale sanitario sospeso, la modalità del loro reintegro sarà a discrezione delle direzioni sanitarie “Diranno loro qual è il posto migliore dove impiegarli. Alcuni di questi medici, inoltre, magari hanno fatto due somministrazioni. Non tutti sono persone che non hanno ricevuto nemmeno una sola dose. Ho letto anche qualche polemica su quello che questi medici andranno a fare. Saranno le singole direzioni sanitarie a deciderlo, valutando il posto migliore dove i medici reintegrati potranno andare a lavorare”. A queste dichiarazioni non ci risulta sia seguito alcun provvedimento e ancor meno niente in merito è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Le dichiarazioni del Ministro della Salute Italiano hanno chiaramente avuto già delle conseguenze nelle varie Asl di tutta Italia.
- A Sassari ad esempio, in barba ad alcuna disposizione ufficiale in merito, diversi sanitari reintegrati sono stati demansionati o gli è stato chiesto il tampone negativo al loro rientro.
- In Lombardia il neo assessore Bertolaso ha dichiarato: “Andranno a svolgere delle funzioni, ma noi dobbiamo salvaguardare i pazienti”.
- In Campania è stata inviata ai Direttori generali delle Aziende Sanitarie Locali e delle Aziende Ospedaliere, una direttiva a firma del Presidente Vincenzo De Luca, con la quale si fa obbligo di definire l’impiego del personale sanitario non vaccinato contro il virus Sars-Covid19 – in concomitanza con la disposta reintegra in servizio – tutelando la salute dei pazienti e degli operatori vaccinati. Saranno quindi messe in campo le necessarie azioni dirette a contrastare ogni ipotesi di contagio, evitando il contatto diretto del personale non vaccinato con i pazienti. De Luca aveva definito “Gravissima e irresponsabile la decisione del Governo di riammettere negli ospedali e nelle Rsa Medici No vax”.
- Pierino Di Silverio, segretario nazionale dell’Anaao Assomed, il sindacato dei medici ospedalieri maggiormente rappresentativo ha dichiarato “Non assegnare i medici e sanitari non vaccinati contro il Covid-19 e reintegrati negli ospedali, ai reparti con pazienti fragili maggiormente a rischio”.
- L’assessore alla Sanità della Regione Puglia Rocco Palese ha dichiarato che la legge che obbliga il personale sanitario a vaccinarsi anche contro il Covid “c’è e rimane in vigore”.
Questo clima di Apartheid, dall’inizio della diffusione dell’influenza da Covid-19 e mai finita di fatto sebbene sia cambiato il governo, ha normalizzato nel tempo la disumanità dello Stato Italiano che dovrebbe prendersi cura della salute psico-fisica dei propri cittadini, cosi come sono chiamati a farlo in modo diretto i primi cittadini delle Città Italiane.
Pensiamo alla sofferenza creata da uno Stato Italiano che non impone alle ASL ad esempio di permettere ai propri cari di poter visitare persone malate ricoverate nei reparti, nelle RSA o di stargli accanto in momenti di particolare sofferenza, adottando quegli accorgimenti che vengono fatto prendere al personale sanitario per entrare in contatto con pazienti in reparti Covid. Non poter visitare i propri cari che spesso sono deceduti soli e senza alcun conforto di un proprio caro non pensiamo sia lo specchio di un paese civile e umano.
Fino al 31 dicembre 2022 la Certificazione verde COVID-19 è richiesta infatto per[1]:
- la permanenza degli accompagnatori dei pazienti non affetti da COVID-19 nelle sale di attesa dei dipartimenti di emergenza e accettazione, dei reparti di pronto soccorso e dei reparti delle strutture ospedaliere, dei centri diagnostici e dei poliambulatori specialistici;
- la permanenza nelle strutture sanitarie e sociosanitarie degli accompagnatori di pazienti con disabilità gravi o di soggetti affetti da Alzheimer o altre demenze o deficit cognitivi certificati. È sempre consentito agli accompagnatori di tali soggetti prestare assistenza, anche nei reparti di degenza e di pronto soccorso, nel rispetto delle indicazioni del direttore sanitario della struttura;
- l’accesso dei visitatori ai reparti di degenza delle strutture ospedaliere, alle strutture residenziali, socioassistenziali, socio-sanitarie e hospice;
le uscite temporanee delle persone ospitate presso strutture di ospitalità e lungodegenza, residenze sanitarie assistite, hospice, strutture riabilitative e strutture residenziali per anziani, autosufficienti e non, strutture residenziali socioassistenziali e altre strutture residenziali.
Ai visitatori che hanno una Certificazione verde COVID 19 per completamento del ciclo vaccinale primario o per avvenuta guarigione oppure la certificazione di esenzione dalla vaccinazione, l’accesso alle strutture sarà consentito presentando anche una certificazione che attesti l’esito negativo di un test antigenico rapido o molecolare, eseguito nelle quarantotto ore precedenti l’accesso.
Il direttore sanitario delle strutture può adottare misure precauzionali più restrittive in relazione allo specifico contesto epidemiologico.
Come RETE LiberESISTENZA SARDA, siamo fermamente convinti che solo unendoci INSIEME nei vari territori della Sardegna, possiamo realmente far valere i nostri diritti di persone libere, nel rispetto tra l’altro dell’art. 32 della Costituzione. Dunque, grazie fin da ora a coloro che vorranno unirsi a noi, per una città e una Nazione in cui UMANITÀ e AMORE siano le parole che le nuove generazioni apprendano dall’osservazione del comportamento degli adulti, non “diffidenza” non “odio verso il prossimo”, tantomeno “discriminazione”.
Ringraziamo chiunque si voglia unire alla RETE di gruppi sardi e in primis alle diverse realtà territoriali e locali che ne fanno parte e che sin da subito si sono mobilitate per cercare di creare un punto di riferimento nonché un oasi di amicizia e di aiuto reciproco in mezzo alla confusione venutasi a creare in particolar modo negli ultimi 3 anni.
Per adesioni e informazioni scrivendoci alla mail rete.liberesistenza.sarda@protonmail.com e iscrivendovi al Canale Telegram https://t.me/RETELiberESISTENZASarda .
Ringraziamo per la lettura e diffusione di questo comunicato anche agli organi di stampa,
Gruppo OPERATIVO della RETE LiberESISTENZA SARDA