La senatrice a vita e testimone della Shoah Liliana Segre, intervenuta sul recente reintegro degli operatori sanitari precedentemente sospesi dal servizio ( senza retribuzione, vale la pena ricordarlo) per non aver effettuato la vaccinazione Covid, ha affermato:
“Rispetto ai no vax sarei stato molto piu’ severa, ma non sono un medico e quindi il mio giudizio e’ assolutamente personale”.
Cosi’ ha sentenziato intervenendo da remoto alla seconda edizione di Casa Corriere, in corso a Napoli e rispondendo a una domanda del direttore di Oggi Carlo Verdelli rispetto alla linea del nuovo governo.
Più volte la senatrice si è espressa nei confronti dei riluttanti al vaccino obbligatorio, talvolta utilizzando parole molto forti.
“Non dico che sono insensibile, ma mi è venuta una sorta di scorza”, affermava nel luglio 2021 riguardo alle tante manifestazioni per la libertà di scelta e a sostegno dei lavoratori – ingiustamente – discriminati, ghettizzati e privati del sostentamento economico.
Condannare chi rifiuta il vaccino, chi straparla di “dittatura sanitaria” e fa insensati richiami alle leggi razziste è un atto dovuto, sosteneva Segre.
“È un tale tempo di ignoranza, di violenza, neanche più repressa, che è diventato maturo per queste distorsioni. È una scuola che è stata recepita in cui i bulli sono i più forti”, fu la sua riflessione e guardando alle piazze no vax auspicava si trattasse solo di un fenomeno minoritario.
“Voglio in ogni caso sperare che quei manifestanti rappresentino una minoranza. Perché come si fa a non vaccinarsi con una malattia terribile come questa che ha ucciso senza distinzioni?”.
Ai complottisti anti-vaccini il messaggio che la senatrice a vita ha rivolto era: state a casa.
“Se uno vuole vedere il complottismo ovunque, beh resti a casa. Da solo. Non giri per le strade, non vada nel mondo, non danneggi gli altri. Poi lo so, di solito chi fa quelle scelte non si preoccupa del prossimo”.
Che tristezza quando la storia non insegna.
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