PSICOTERAPIA: paure, risorse, cambiamento
“Ok. Basta. Non ce la faccio più. Adesso chiedo aiuto a uno specialista!”
Sono più o meno queste le parole che accompagnano la decisione di rivolgersi a uno psicologo.
Prendere il telefono, comporre il numero e farsi dare un appuntamento è spesso una scelta irta di difficoltà.
Le emozioni si accavallano:
un senso di liberazione alimenta la speranza di poter finalmente delegare la soluzione dei propri problemi
la paura di non saper bastare a se stessi scatena vissuti di fallimento
il desiderio di scoprire risorse nuove convive con l’angoscia di prendere l’ennesimo granchio e sprofondare ancora di più nella sofferenza
Interpellare uno specialista della psiche è sempre un passo difficile: sia per chi non ha mai fatto una psicoterapia, sia per chi invece ha già vissuto questa esperienza.
Chiedere aiuto a uno psicologo è una valutazione personale cui si giunge dopo aver provato a risolvere da soli le difficoltà che costellano la vita.
Ed è giusto che sia così.
È importante scegliere il momento per intraprendere un lavoro su se stessi.
La psicoterapia non è un trattamento in cui il paziente deve seguire passivamente le direttive dello specialista.
Lo psicologo non è un medico, non cura le malattie, non pensa che le persone debbano guarire e non prescrive medicine.
Tutte queste cose competono agli psichiatri, cioè ai medici che si occupano delle patologie mentali.
Gli psicologi lavorano sulla salute e sul benessere, non sono medici e seguono un percorso di formazione completamente diverso da quello degli psichiatri.
I medici e gli psichiatri per diventare idonei all’esercizio della psicoterapia devono prendere un’ulteriore specializzazione (identica a quella degli psicologi ma non prevista nei programmi della facoltà di medicina) perché gli studi svolti in precedenza non sono sufficienti.
La psicoterapia non è una cura medica ma un percorso di cambiamento dove il paziente è parte attiva del processo mentre il terapeuta promuove la riflessione grazie all’ausilio delle domande.
Non dei farmaci.
Per fare lo psicoterapeuta bisogna aver fatto esperienza di una o più psicoterapie, cioè aver seguito un percorso di cambiamento sperimentando sulla propria pelle cosa si prova a risolvere le difficoltà grazie all’aiuto di uno specialista della psiche.
E questa è una delle ragioni per cui il lavoro dello psicologo è molto diverso da quello del medico e da quello dello psichiatra.
Nelle professioni mediche non è necessario aver sperimentato personalmente le cure da proporre ai pazienti: uno psichiatra non deve aver preso degli psicofarmaci per poterli somministrare, un dentista non deve essersi fatto curare i denti, né un cardiologo deve aver sofferto di cuore.
Uno psicoterapeuta, invece, per poter essere efficace deve essere stato seduto anche dall’altra parte della scrivania, mettendosi in gioco personalmente.
La medicina e la psicologia sono scienze diverse, erroneamente confuse tra loro.
Per questo, parlando di psicoterapia, è indispensabile evidenziare le diversità e sfatare i pregiudizi che gravano sulla scelta di chiedere un aiuto psicologico.
La paura di cominciare un percorso di crescita personale può essere la conseguenza di una conoscenza impropria delle competenze necessarie a diventare specialisti della psiche e delle tipologie dei pazienti cui psichiatri e psicoterapeuti si rivolgono.
Chi soffre di una patologia psichica (di competenza degli psichiatri) spesso non è capace di chiedere aiuto in prima persona.
La malattia mentale, infatti, altera la percezione della realtà e questo rende difficile riconoscerla a chi ne è portatore.
Chiedere una psicoterapia significa mettersi in gioco in prima persona.
Occorrono:
una buona capacità introspettiva
la curiosità di scoprire parti nuove di sé
la poliedricità indispensabile a far emergere soluzioni inesplorate
il coraggio di affrontare i cambiamenti
l’umiltà di riconoscere le proprie rigidità
e una grande passione per la vita
Non tutti possiedono i requisiti necessari.
La psicoterapia è un cammino per pochi indomiti spiriti liberi, pronti a sfidare le abitudini per amore della propria verità.
Chi si avvicina a questo percorso, che sia psicoterapeuta o paziente, deve avere un animo avventuroso e pronto ad accogliere anche le parti di sé meno presentabili e poco conformi alle convenienze sociali.
Il benessere interiore è la conseguenza di una profonda accettazione.
Lo psicoterapeuta più efficace è quello che sa affiancare ai titoli accademici il lavoro personale e la scoperta (in continua evoluzione) della propria interiorità.
La conoscenza dell’animo umano si distillata grazie all’esperienza con aspetti sempre diversi di sé.
Chiedere una psicoterapia significa aprirsi a un’esplorazione intima e variegata, fatta di ricordi e di possibilità nuove.
Un mondo in cui il giudizio è bandito perché tutto, ma proprio tutto, è accolto nella sua unicità.
Ci sono cose indicibili che attendono da sempre il momento per regalarci i loro doni.
Sono gemme anticonvenzionali e indispensabili per dar forma alla missione che siamo venuti a svolgere nel mondo.
Quella di essere noi stessi e di aprirci alla profondità che caratterizza ogni creatura vivente.
Carla Sale Musio