I “21 giorni di festa” inizieranno da oggi, sabato 11 dicembre e termineranno il primo di gennaio, la partecipazione di ognuno di noi sarà preziosa per dare un segno tangibile di ciò che, uniti, siamo in grado di fare.
FAR CROLLARE L’ECONOMIA DELLE MULTINAZIONALI E SOPRATUTTO DARE UN SEGNALE FORTE ALLA DITTATURA: “IL POPOLO SI PUO’ UNIRE IN QUALSIASI MOMENTO“
Una notizia da condividere al massimo, siamo 9 milioni, ma potremmo essere molti di più, questa è un’iniziativa di Giovagnoli con l’appoggio di Puzzer, Messora, Colombini, Massimi, Mazzucco, Schilirò, Moriggia, Fusillo, noi stessi e molti altri che ogni giorno combattono per i diritti di tutti.
Dall’11 Dicembre al 1° Gennaio il blocco TOTALE del lavoro
- Degli acquisti
- No carburante
- No macchine
- Si biciclette
- No bancomat specie nelle grandi distribuzioni, amazon, centri commerciali, etc.
- Regali di Natale, lo stretto necessario da piccoli artigiani, mercatini e botteghe
- Disertare ogni centro commerciale
21 giorni di lockdown auto indotto per dare l’ultimo scossone per far tornare la dignità al popolo, si fermeranno anche grandi aziende, i porti si fermeranno per un buon 40%, questo vuol dire import/export bloccati
Il popolo unito non sarà mai vinto “El pueblo unido jamàs serà vencido”
Questa è la traduzione del testo della canzone: “El pueblo unido jamàs serà vencido” composta nel 1970 dal musicista cileno Sergio Ortega (inserita nel mixpod). Questa canzone, famosa in Cile durante i tre anni della presidenza Allende, divenne – dopo il golpe cileno che portò al potere i militari guidati da Augusto Pinochet – un simbolo della lotta per il ritorno alla democrazia tanto in Cile quanto nel resto del mondo. Mi sembra una canzone sempre attuale, e in alcune parti del pianeta ancora di più che in altre.
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