Sperando che queste notizie arrivino a tutte le persone che nutrono qualche dubbio, pubblichiamo un servizio di Byoblu
PFIZER ALLE CORDE, I DATI TOP SECRET: 1.223 DECESSI SU 42.086 CASI DI EFFETTI AVVERSI
Sono gli inizi di settembre 2021 quando l’associazione no profit Public Health and Medical Professionals for Transparency avvia una causa legale contro l’FDA, la Food and Drug Administration, l’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici. La richiesta è quella di rendere pubblica la documentazione che ha portato all’approvazione in via emergenziale del vaccino anti-Covid prodotto da Pfizer. La risposta dell’FDA: la documentazione sarà pronta per il 2076, ovvero tra 55 anni. Il materiale, ad oggi disponibile, e che riguarda il vaccino consisterebbe in un totale di 329.000 pagine. Per questo motivo, l’FDA non sarebbe in grado di elaborare l’immensa mole di dati. Insomma, per venire a conoscenza degli effetti avversi, milioni di persone dovrebbero aspettare 55 anni, mentre per l’approvazione sono bastati giusto un paio di mesi.
L’FDA costretta a diffondere i documenti
I querelanti hanno chiesto all’FDA di rendere pubblica tutta la documentazione entro il 3 marzo 2022. “108 giorni sono la stessa durata impiegata dall’FDA per analizzare i documenti e dare il via libera al vaccino anti-Covid di Pfizer”, ha detto Aaron Siri, membro dell’associazione PHMPT che sta portando avanti la causa. L’associazione si appella al Freedom of Information Act e chiede all’agenzia del farmaco statunitense più trasparenza in merito a un prodotto che viene somministrato a centinaia di milioni di persone in tutto il mondo.
L’FDA ha dovuto accogliere la richiesta dell’associazione e ha ora rilasciato i primi documenti. 91 pagine che possono essere scaricate qui, una parte irrisoria della documentazione complessiva, ma che darebbe ragione a coloro che nutrono preoccupazione riguardo agli effetti avversi. Il documento scottante infatti analizza gli effetti avversi del vaccino che si sono verificati nell’arco di tempo tra il 1° dicembre 2020 e il 28 febbraio 2021. Nella copertina si legge che il documento è stato realizzato dal Worldwide Safety di Pfizer. Le informazioni sono riservate e la diffusione del documento non autorizzata. Dalle prime righe si legge che “le segnalazioni sono volontarie”, e quindi rappresenterebbero un dato sottostimato riguardo al reale valore complessivo.
Pfizer assume personale per gestire la mole di segnalazione?
A pagina 6 si legge che: “A causa del notevole numero di eventi avversi per il farmaco segnalati, Pfizer ha deciso di analizzare i casi più gravi”. Più nel dettaglio, Pfizer dichiara “di aver preso contromisure per alleviare l’elevato numero di segnalazioni”, incluso l’aumento di personale destinato all’elaborazione delle richieste. A riguardo, l’azienda avrebbe assunto un numero indefinito di nuovi lavoratori. Il numero esatto sembrerebbe omesso sul documento, come lo sembra anche il numero di dosi di vaccino somministrate fino alla pubblicazione del report. Infatti, al posto del numero vi è una scritta evidenziata che rimanda a una nota segnata come “(b) (4)” e che non è reperibile nei documenti ad oggi rilasciati. Non si capisce perché Pfizer debba nascondere il numero di persone che ha dovuto assumere esclusivamente per seguire gli effetti avversi manifestati in seguito alla somministrazione del vaccino.
Cosa dicono i dati?
Ma passiamo ai dati del report. Nei due mesi e mezzo in seguito all’approvazione in via emergenziale, a Pfizer sono stati segnalati 42.086 casi, per un totale di 158.893 effetti avversi. I decessi corrispondono a 1.223, il 2,6% dei casi totali. La maggior parte di questi casi si sono verificati negli Stati Uniti e hanno colpito prevalentemente donne: 29.914 casi, contro i 9.182 verificati in soggetti di sesso maschile. Nessun dato disponibile invece per 2.990 persone. La fascia d’età più colpita è invece quella tra 31 e 50 anni. Salta all’occhio il dato classificato come “disturbi del sistema nervoso centrale”, che ha colpito 25.957 dei casi.
Tra i rischi importanti rilevati dagli studi, vengono segnalati 1.833 casi di anafilassi, una grave reazione allergica, causata da una particolare forma di ipersensibilità e che potrebbe portare a uno shock anafilattico. Gli autori concludono che “l’anafilassi è regolarmente inserita nel bugiardino del prodotto”, limitandosi a proseguire la sorveglianza.
I rischi per le donne incinte
Desta inoltre preoccupazione il numero di casi di donne incinte che si sono sottoposte al vaccino e che hanno presentato effetti avversi. Su 270 casi in donne incinte, sono stati riportati 23 “aborti spontanei” e altri 5 casi di neonati morti prima e dopo il parto. Effetti avversi sarebbero inoltre stati causati dal latte materno di donne vaccinate, i cui bambini hanno manifestato, tra gli altri, insonnia, ansia, allergia al vaccino, malnutrizione. Su 133 casi totali, sono stati 17 i bambini che hanno manifestato sintomi analoghi. Di questi, 3 casi sono stati definiti “gravi” e i restanti 14 “non gravi”.
Conclusione: “Gli studi confermano in maniera favorevole il rapporto rischio-beneficio di BNT162b2”, il nome del vaccino. L’appendice che chiude il documento consiste invece in nove pagine fitte, in cui vengono elencati gli effetti avversi riscontrati. Insomma, non proprio gli effetti causati dall’aspirina, come veniva paventato da media generalisti e virologi da salotto.
Confermata l’inchiesta del BMJ?
A prima vista il documento sembrerebbe mettere in luce l’inaccurata ricerca di laboratorio da parte di Pfizer, nonché l’analisi superficiale da parte dell’ente regolatore del farmaco statunitense. Non si tratta certo di una novità. È infatti trascorso esattamente un mese da quando il British Medical Journal ha pubblicato un’inchiesta che sottolineava proprio i trial inaccurati di Pfizer, e la trascuratezza nel corso delle indagini dell’FDA. Le prove stanno iniziando a emergere. E pensare che restano ancora 328.909 pagine da analizzare.
Fonte: Byoblu la tv dei cittadini
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