Gira voce dagli stessi che difendono a spada tratta il sistema che questo audio di Ilaria Biancalani non sia veritiero, quindi lasciamo a voi la facoltà di informarvi, ma in allegato pubblichiamo una lettera della giornalista RAI Maria Luisa Busi al direttore che denuncia le stesse cose:
“Caro direttore ti chiedo di essere sollevata dalla mansione di conduttrice dell’edizione delle 20 del Tg1, essendosi determinata una situazione che non mi consente di svolgere questo compito senza pregiudizio per le mie convinzioni professionali. Questa è per me una scelta difficile, ma obbligata. Considero la linea editoriale che hai voluto imprimere al giornale una sorta di dirottamento, a causa del quale il Tg1 rischia di schiantarsi contro una definitiva perdita di credibilità nei confronti dei telespettatori.Amo questo giornale, dove lavoro da 21 anni. Perché è un grande giornale.
E’ stato il giornale di Vespa, Frajese, Longhi, Morrione, Fava, Giuntella. Il giornale delle culture diverse, delle idee diverse. Le conteneva tutte, era questa la sua ricchezza. Era il loro giornale, il nostro giornale. Anche dei colleghi che hai rimosso dai loro incarichi e di molti altri qui dentro che sono stati emarginati. Questo è il giornale che ha sempre parlato a tutto il Paese. Il giornale degli italiani. Il giornale che ha dato voce a tutte le voci. Non è mai stato il giornale di una voce sola. Oggi l’informazione del Tg1 è un’informazione parziale e di parte. Dov’è il Paese reale? Dove sono le donne della vita reale? Quelle che devono aspettare mesi per una mammografia, se non possono pagarla? Quelle coi salari peggiori d’Europa, quelle che fanno fatica ogni giorno ad andare avanti perché negli asili nido non c’è posto per tutti i nostri figli? Devono farsi levare il sangue e morire per avere l’onore di un nostro titolo.E dove sono le donne e gli uomini che hanno perso il lavoro? Un milione di persone, dietro alle quali ci sono le loro famiglie. Dove sono i giovani, per la prima volta con un futuro peggiore dei padri? E i quarantenni ancora precari, a 800 euro al mese, che non possono comprare neanche un divano, figuriamoci mettere al mondo un figlio? E dove sono i cassintegrati dell’Alitalia? Che fine hanno fatto? E le centinaia di aziende che chiudono e gli imprenditori del nord est che si tolgono la vita perchè falliti? Dov’è questa Italia che abbiamo il dovere di raccontare? Quell’Italia esiste. Ma il tg1 l’ha eliminata. Anche io compro la carta igienica per mia figlia che frequenta la prima elementare in una scuola pubblica. Ma la sera, nel Tg1 delle 20, diamo spazio solo ai ministri Gelmini e Brunetta che presentano il nuovo grande progetto per la digitalizzazione della scuola, compreso di lavagna interattiva multimediale.
L’Italia che vive una drammatica crisi sociale è finita nel binario morto della nostra indifferenza. Schiacciata tra un’informazione di parte – un editoriale sulla giustizia, uno contro i pentiti di mafia, un altro sull’inchiesta di Trani nel quale hai affermato di non essere indagato, smentito dai fatti il giorno dopo – e l’infotainment quotidiano: da quante volte occorre lavarsi le mani ogni giorno, alla caccia al coccodrillo nel lago, alle mutande antiscippo. Una scelta editoriale con la quale stiamo arricchendo le sceneggiature dei programmi di satira e impoverendo la nostra reputazione di primo giornale del servizio pubblico della più importante azienda culturale del Paese. Oltre che i cittadini, ne fanno le spese tanti bravi colleghi che potrebbero dedicarsi con maggiore soddisfazione a ben altre inchieste di più alto profilo e interesse generale”.Un giornalista ha un unico strumento per difendere le proprie convinzioni professionali: levare al pezzo la propria firma. Un conduttore, una conduttrice, può soltanto levare la propria faccia, a questo punto. Nell’affidamento dei telespettatori è infatti al conduttore che viene ricollegata la notizia. E’ lui che ricopre primariamente il ruolo di garante del rapporto di fiducia che sussiste con i telespettatori.Caro direttore, credo che occorra maggiore rispetto. Per le notizie, per il pubblico, per la verità.Quello che nutro per la storia del Tg1, per la mia azienda, mi porta a questa decisione. Il rispetto per i telespettatori, nostri unici referenti. Dovremmo ricordarlo sempre. Anche tu ne avresti il dovere.
Maria Luisa Busi
Art. di Italiador
Biancalani: “Noi giornalisti abbiamo l’ordine di Mentire sul Covid.”
Audio da NON perdere – La giornalista Ilaria Bincalani spiega come la categoria, riceva ordini dal Capo dello Stato Mattarella, dal Presidente del Consiglio Draghi ( e noi aggiungiungiamo Conte) per diffondere FALSE INFORMAZIONI concernenti la pseudo pandemia.
È tutto manipolato ed i giornalisti percepiscono stipendi mensili addizionali per sostenere le sciagurate tesi di Stato. L’obiettivo é tenere nella paura la popolazione per sostenere le scelte dittatoriali e realizzare il disegno criminale.
Noi di Italiador, lo sapevamo già da molto tempo e l’abbiamo sempre sostenuto, alla faccia dei “Fact Checkers”.
Riteniamo tuttavia che ancorchè lodevole ed importante la testimonianza della signora Biancalani rimane ASSOLUTAMENTE TARDIVA.
Se é vero che la sopracitata giornalista, insieme ai suoi colleghi della TV e della carta stampata, hanno seguito le indicazioni imposte dai governi e si sono prestati a diffondere NOTIZIE FALSE, ebbene ESSI SONO COMPLICI a tutti gli effetti, sono complici dei reati connessi al questione Covid, sono co-responsabili anche degli “OMICIDI diretti ed indiretti” e quindi vanno perseguiti a norma di legge.
Noi ci domandiamo come fa la signora Biancalani a dormire, sapendo che ha contribuito alla tragedia per tanti Italiani. Noi sforzandoci un po’, le auguriamo sogni d’oro, ma francamente non sappiamo se lo merita.
Noi di OggiNotizie a differenza apprezziamo il gesto, perchè siamo convinti che queste persone possano dare una mano sostanziale a far emergere la verità … tutti possono sbagliare, anche chi viene costretto a inocularsi questa terapia genica sperimentale per dare da mangiare ai propri figli hanno sbagliato, purtroppo non tutti riescono a combattere il sistema, l’importante è redimersi e ad ammettere di aver sbagliato aiutando gli altri a non fare lo stesso errore.
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