Come cittadini Olbiesi vogliamo denunciare una situazione vergognosa che si sta continuamente verificando in diversi ospedali pubblici del nostro territorio.
Come cittadini, che preferiscono rimanere anonimi, possiamo contare sull’appoggio del gruppo LiberAZIONE S.A.R.D.A. (un gruppo di cittadinanza attiva presente ad Olbia) e sulla tutela legale di alcuni avvocati di Olbia.
Raccontiamo il primo episodio di cui siamo venuti a conoscenza
Il giorno Giovedì 19 agosto intorno alle 12:45 una cittadina olbiese si è recata all’Ospedale pubblico San Giovanni di Dio di Olbia per andare in farmacia ed usufruire del Servizio di Assistenza Farmaceutica Territoriale la cui responsabile è la dott.ssa Maria Laura Murgia. All’ingresso in Ospedale la guardia giurata presente all’ingresso ha questo l’esibizione della Certificazione Verde (Green Pass) e, una volta che gli è stato risposto che non ne era in possesso ma che doveva andare a prender delle medicine usufruendo del servizio citato sopra, gli è stato negato l’accesso senza Green Pass dalla persona in divisa. La cittadina olbiese, che si è vista negare l’ingresso di fronte alla figlia piccola che era con lei, ha minacciato di chiamare le forze dell’ordine se non gli fosse stata data la possibilità di entrare nella struttura pubblica. Solo tramite la conoscenza di una dipendente dell’ospedale che ha assistito alla scena, la donna olbiese è riuscita ad entrare.
Ecco un altro episodio raccontato da un’altra donna olbiese.
A fine luglio mi sono recata all’ospedale Giovanni Paolo II di Olbia per prenotare una visita specialistica al CUP. All’ingresso una guardia giurata mi ha chiesto se avevo il Green Pass, se ero vaccinata o se avevo fatto la prima dose. Alla richiesta di spiegazioni mi è stato detto che, in base a nuove disposizioni, non era più possibile accedere in ospedale se sprovvisti. Ho replicato che, se mi fosse stato impedito l’ingresso, avrei chiamato le forze dell’ordine e, solo a quel punto, mi è stato concesso l’accesso.
Come da documentazione fotografica facciamo notare che ogni comunicazione è fatta (e firmata) da persone con un nome e cognome, così come i responsabili delle aziende che forniscono le guardie giurate, che hanno anch’esse un nome e cognome.
Si noterà che la comunicazione che i pazienti del Giovanni Paolo II di Olbia hanno trovato il messaggio in foto firmato dalla Dott.ssa Elvira Anna Solinas (Direttore Facente Funzioni – (rapp. esclusivo) del presidio ospedaliero di Olbia). Aggiungiamo che dal 21/08, come da documentazione fotografica, vi è il Divieto “all’ingresso in reparto a parenti o accompagnatori, anche se provvisti del Green Pass”.
Ancora una volta un episodio raccontato da una donna olbiese
La sig.ra aveva appuntamento per una visita fisiatrica per la figlia di 11 anni presso l’ospedale Paolo Dettori di Tempio, martedì 20.08. . Telefonicamente le è stato richiesto il Green Pass per poter entrare in ospedale.
La figlia ha potuto effettuare la visita accompagnata dalla nonna, in possesso del Green Pass, anzichè dalla madre o dal padre.
Ennesimo episodio raccontato da una donna olbiese
Un’altra donna olbiese il 20 Agosto ha chiamato l’ospedale “San Francesco” di Nuoro dove aveva preso un appuntamento per fare una visita specialistica; al telefono gli è stato riferito che non sarebbe potuta entrare in ospedale se non avesse già fatto tampone o avesse il Green Pass. La donna ha fatto presente che avrebbe dovuto fare la visita specialistica prenotata parecchio tempo prima, ma non gli è stata data la possibilità di farla dunque senza Certificazione Verde. Tra l’altro le è stato specificato che in ospedale non sarebbe stato possibile fare il tampone e dunque avrebbe dovuto farlo a sue spese in altra modalità/luogo.
Ennesimo episodio raccontato da una cittadino olbiese
Avevo bisogno di fare delle visite con urgenza, io ho anche l’esenzione per invalidità civile, e non trovando posto all’ospedale di Olbia San Giovanni Paolo II, ho prenotato al “Mater Olbia”. Mi hanno chiamato per farmi alcune domande chiedendomi anche se avevo fatto il vaccino; al mio rifiuto mi hanno detto che avrei dovuto presentarmi un po’ prima per un controllo ed eventuale tampone. Io mi sono presentato convinto che, come al solito negli altri ospedali, mi avrebbero fatto le domande di routine; invece mi hanno detto che mi avrebbero dovuto fare il tampone nasale rapido, altrimenti non avrei potuto essere visitato. Mi hanno dunque fatto il tampone subito e dato l’esito; poi sono rimasto bloccato lì sino alle 15,30 sebbene l’appuntamento lo avessi alle 10,30.
Ultimo episodio che vogliamo raccontare è il seguente.
Il giorno giovedì 19 agosto, accompagnai mia madre all’ospedale nuovo di Olbia, perché doveva sottoporsi ad un esame clinico.
All’ingresso mi hanno chiesto se fossi vaccinata e se avessi il Green Pass, con un atteggiamento poco educato, dandomi fra l’altro dell’ignorante.Il loro atteggiamento è stato poco accogliente in una struttura che dovrebbe garantire,
tramite i loro “collaboratori esterni”, empatia e sopratutto umanità.
Io dissi loro che negli ospedali il Green Pass non era obbligatorio e loro hanno ribattuto rispondendo che la certificazione verde è obbligatoria dal 6 agosto, mostrandomi copia dell’Art. 13 “Verifica delle certificazioni verdi COVID-19 emesse dalla Piattaforma nazionale-DGC” del Decreto
Presidente del Consiglio dei Ministri 17.06.2021.
Chiesi i loro nomi, ma le guardie giurate si sono rifiutate di fornirli. Io minacciai di chiamare i carabinieri se non mi avessero permesso di accompagnare mia madre anziana (ultra ottantenne) a fare la visita.
Dopo le mie proteste e resistenze, mi ordinarono di andarmene e costrinsero in malo modo a lasciare del tutto la struttura. Al ché lasciai l’ospedale, senza poter prestare il necessario sostegno fisico e supporto psicologico di cui, ciascun essere umano e specialmente un anziano, ha bisogno in alcuni momenti e luoghi come gli ospedali. Senza dunque poter adempiere al mio obbligo morale di figlia, mia madre è stata costretta a proseguire da sola.
Spero che la mia piccola storia sia utile, affinché venga fermata questa ingiustizia e disumanità.
Oltre ciò, risulta che qualche giorno fa alcune persone, vittima di un lieve incidente stradale, si siano recati presso la guardia medica per il primo soccorso e siano stati mandati via, senza essere soccorsi.
E’ evidente che tutti questi episodi rappresentano una delle peggiori manifestazioni di aberrazione e odio discriminatorio che la manipolazione sociale attuata scientemente dall’informazione mainstream è riuscita a mettere in piedi, ma che non può rimanere impunita.
Tutti i soggetti che si arrogano il diritto di impedire l’accesso a luoghi pubblici o privati, sulla base di una normativa illegittima perché incostituzionale, lesiva della normativa europea ed internazionale, saranno d’ora in poi chiamati a rispondere personalmente delle loro condotte illecite, in quanto ogni episodio come quelli sopra riportati saranno oggetto di singola denuncia all’Autorità giudiziaria competente, con chiamata in causa del soggetto che si macchierà di dette condotte.
In particolar modo per quanto attiene al comparto sanità, dove le discriminazioni e le violazioni appaiono ancora più gravi ed odiose; si ricorda a tal fine che potrebbero essere ravvisabili, in tali fattispecie, i reati di cui agli art. 593 codice penale – omissione di soccorso – e 328 del codice penale – omissione di atti d’ufficio – e che l’esecuzione di ordini illegittimi non esonera l’esecutore dalla responsabilità civile e penale.
La scrivente associazione, i suoi membri a i cittadini tutti, anche per il tramite dei propri legali, vigilerà sul rispetto dei diritti inviolabili della comunità.
LiberAZIONE S.A.R.D.A.
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